IL LUPO DI WALL STREET E' TORNATO - MENTRE LE BANCHE EUROPEE SOFFRONO, A NEW YORK SONO RITORNATI I BONUS, GLI APPARTAMENTI DA 100 MILIONI $ E GLI SQUALI DELLA FINANZA. LA CRISI E GLI ABUSI ACQUA (PERRIER) PASSATA

dicaprio in wolf of wall streetdicaprio in wolf of wall street

Francesco Guerrera per “La Stampa

 

Nella città che non dorme mai, bisogna sempre tenere gli occhi aperti. Soprattutto di sera. Soprattutto in un ristorante non lontano da Wall Street come American Cut, il lussuosissimo tempio alla bistecca dello chef Marc Forgione, le cui origini italiane pare provengano da Padre Pio, (alias Francesco Forgione).  Il virtuosismo culinario di Forgione fa di American Cut un barometro dello stato di salute, ottimismo e vanagloria dell’industria della finanza americana. La temperatura è in netto rialzo.

wolf of wall street leonardo dicaprio wolf of wall street leonardo dicaprio

 

Sono stato lì mercoledì sera e la bellissima sala sembrava un girone dantesco: gente fuori che aspettava il tavolo, lotta greco-romana per il privilegio di pagare 15 dollari per un cocktail, signori in giacca e cravatta accompagnati da signorine con décolleté vertiginosi che si buttavano su giganteschi pezzi di vacca con coltelli stile-Marines.

 

«Wall Street is back», mi ha detto il mio ospite, con un bel sorriso visto che lui lavora in una grande banca d’affari. «Wall Street is back». E’ ritornata in vita dopo l’inferno della crisi finanziaria e il purgatorio delle regole e delle sanzioni del dopo-crisi. Mentre le banche europee faticano a fare soldi, tra economie dissennate e situazioni politiche ingessate, a New York sono ritornati i bonus, gli appartamenti da 100 milioni di dollari e le bisteccone per i bistecconi della finanza. 

CHRIS DODDCHRIS DODD

 

Non sono solo le prenotazioni ad American Cut a confermare il ritorno di fiamma dell’industria del denaro. I risultati delle grandi banche sono in netto miglioramento. La Goldman Sachs è di nuovo ai massimi livelli, JP Morgan è in grandissimo spolvero e persino la Morgan Stanley, che era stata data quasi per morta nel 2008, ha appena annunciato il secondo migliore trimestre della sua storia.

 

Le assunzioni sono in aumento. E persino Washington sembra meno accanita. La settimana scorsa, Richard Shelby, un importante senatore repubblicano ha introdotto una proposta di legge per diluire le regole della famosa Dodd-Frank, la tostissima legge del dopo-crisi.

 

jamie dimon jp morganjamie dimon jp morgan

Wall Street is back: è un bene o un male? In tanti, tra politici, esperti e gente comune si erano augurati che il ridimensionamento della finanza causato dal caos del 2008 diventasse permanente. Che l’enorme influenza di banche e operazioni di Borsa sull’economia mondiale passasse a industrie più «produttive» quali il manifatturiero, i servizi e la tecnologia.

 

In tanti avevano creduto alle parole di Jeff Immelt, il capo della General Electric, un conglomerato che soffrì molto a causa proprio delle sue operazioni finanziarie. «Questo non è un ciclo, è un azzeramento».

lloyd blankfeinlloyd blankfein

 

Ma i signori dei numeri non amano lo zero. Come la mitica fenice, Wall Street è risorta dalle ceneri. Magari un po’ più piccola, meno arrogante e con delle ferite ancora aperte, ma viva e pronta combattere. In generale, questa è una cosa positiva. La realtà è che nessuna economia può funzionare se la finanza non funziona. Il ruolo delle banche - trasformare il denaro in capitale che può essere prestato o investito - è fondamentale alle attività produttive. Senza le banche e gli investitori non ci sarebbe stato Google, Facebook o General Electric; né Uber né WhatsApp sarebbero nati e invece dell’iPhone avremmo ancora la Sip.

 

Le banche sono necessarie. Quello che non è necessario sono gli eccessi della finanza. Ed è qui che siamo ad un bivio fondamentale nella relazione tra Wall Street e la società che dovrebbe servire.

 

BANK OF AMERICA MERRILL LYNCH BANK OF AMERICA MERRILL LYNCH

Negli anni del boom che precedettero la crisi, i ruoli si erano invertiti. Invece di essere di aiuto al resto dell’economia, la finanza si era arrogata il diritto di dirigere l’economia. Invece di distribuire i guadagni agli azionisti, banche quali Goldman Sachs, Morgan Stanley e Merrill Lynch si tenevano metà degli utili per pagare bonus a impiegati e dirigenti.

 

Invece di usare le enormi riserve d’intelligenza, esperienza e savoir-faire per creare nuovi Google e Apple, i geni della finanza si erano andanti a inventare prodotti parassitari e fini a se stessi come i famigerati Cdo. E invece di comportarsi come competenti amministratori di capitali, gli abitanti di Wall Street si erano incoronati re del capitalismo sfrenato, trasformando un pezzo dell’economia americana in un casinò.

 

Ma quello è il passato. Il presente è molto diverso. Dopo i grandi licenziamenti del 2008-2010, le banche sono più piccole, più efficienti e meno spendaccione. La fortissima concorrenza per denaro e talento da parte del «settore-ombra» di hedge fund, private equity e fondi d’investimento è utile perché erode l’oligopolio delle grandi banche.

 

jeb bush hillary clintonjeb bush hillary clinton

La ripresa dell’economia americana, anche se stentorea, aiuta la finanza. L’imminente rialzo dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve sarà molto positivo perché aumenterà gli utili delle banche sui prestiti ad aziende e consumatori. Il clima meno ostile di Washington è un altro elemento positivo, soprattutto se la campagna presidenziale sarà tra Jeb Bush e Hillary Clinton, due candidati che non odiano Wall Street come Barack Obama.

 

Ma il fattore forse più importante è quello descritto dal mio amico Jason DeSena Trennert nel suo nuovo libro «My Side of The Street». Jason, che è di origine campano-abruzzese e parla un ottimo italiano, è un fervente difensore della fibra morale di Wall Street.

Il libro - le memorie di tre decenni nel mondo della finanza - vuole offrire una visione del finanziere medio completamente diversa da quello dello squalo rapace e arrivista dipinta dai media e Hollywood, (basti pensare a «Wall Street» di Oliver Stone e «The Wolf of Wall Street» di Martin Scorsese).

WALL STREET WALL STREET

 

Per Jason, che ha fondato il gruppo di ricerca economica Strategas, quelle sono caricature grossolane che non riflettono la stragrande maggioranza dei lavoratori di Wall Street «che prendono la metropolitana, si preoccupano del loro mutuo e tengono in piedi l’intero sistema finanziario».

 

Il ritorno di Wall Street dopo il trauma della crisi è un momento cruciale per un cambio della guardia. Le truppe di Jason devono rilevare il comando dai mostri di Stone e Scorsese e dimostrare a una società scettica e ferita che la finanza vale più di 15 dollari a cocktail.

TRADER A WALL STREET TRADER A WALL STREET

 

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?