CAFONALINO DELL’OBAMA2, LA VENDETTA - AL BIS SI PRESENTA UN TERZO DEGLI SPETTATORI RISPETTO AL 2009: L’”ABBRONZATO” NON È PIÙ LA NOVITÀ, DIMEZZATO IL PREZZO DEI BIGLIETTI – SARANNO SPOCCHIOSI MA GLI OBAMA SANNO COME METTERE IN PIEDI UNO SHOW: LUI CHE BALLA E MASTICA LA GOMMA (ALLA NICOTINA?), LE FIGLIE SASHA E MALIA CHE RUBANO LA SCENA, BEYONCÉ BONA E BIDEN ECCITATO, HILLARY CHE CAREZZA JOHN LEGEND, BOHENER FULMINATO DALLO SGUARDO DELLA “MARITA” MICHELLE CON ORRIBILE FRANGETTA (VIDEO)…

1 - L'AMERICA SNOBBA IL GIURAMENTO DI OBAMA
Glauco Maggi per "Libero"

Quattro anni fa c'erano 3 gradi sotto zero e due milioni di persone in piazza, per «fare la storia » del primo presidente nero. Ieri, a 4 gradi sopra zero, erano tra i 500 mila, dalle dichiarazioni di albergatori e agenti di viaggio, e dai numeri - 266 mila fino a due ore prima del discorso -dei viaggiatori che sono passati per la fermata della metropolitana che porta più vicino al cuore della manifestazione.

Una forte riduzione dovuta al fatto che Obama non è più una novità, ma sicuramente anche all'assenza di entusiasmo popolare per gli scarsi risultati pratici del primo quadriennio. E per il radicalismo di sinistra che ha contrassegnato gli ultimi due anni del suo mandato, rafforzato dopo la vittoria. Non è un caso che, appena la folla ha notato la presenza del mancato vicepresidente del GOP Paul Ryan, sono volati i fischi e i buu-buu.

L'economia è al palo, il buco di bilancio è record, i nuovi posti di lavoro arrivano a passo da lumaca, gli imprenditori non investono. E un segnale trasversale che gli imprenditori non sono felicissimi del bis di Barack lo dice la zoppicante raccolta di fondi per finanziare la giornata delle cerimonie, aperta al pubblico fino alla parata, ma articolata poi in balli e feste, che vanno finanziati da sponsor e pubblico pagante.

L'obiettivo che lo staff della campagna aveva fissato era di 50 milioni, ma la freddezza con cui sono state accolte da tante corporation le richieste di scucire i dollari ha costretto a puntare sul pubblico minuto individuale tagliando del 50% il prezzo d'ingresso, 500 dollari invece dei mille della prevendita. Nel primo suo atto da manager, insomma, il presidente si è piegato al libero mercato e ha fatto arrabbiare chi aveva prenotato un posto pagando a costo intero.

Quattro anni fa Obama aveva fatto lo snob politico ma aveva centrato comunque il pieno: aveva rifiutato di raccogliere fondi tra le aziende e le banche, per marcare la «purezza» antilobby della sua neonata amministrazione anche se gli hedge funds e le banche di Wall Street erano state tra i massimi finanziatori della sua prima campagna. Ma l'entusiasmo della folla aveva provveduto. Stavolta lo staff aveva invece eliminato già da tempo ogni restrizione ai contributi delle corporation, ma il fiasco ha costretto il presidente a mungere i privati, ora a prezzi da saldo.

Le aziende che hanno aperto il borsellino sarebbero state solo 13, tra cui Banca d'America, Coca Cola e FedEx, mentre non sono mancati i sindacati, di fatto azionisti di maggioranza del partito democratico (tra i maggiori American Federation of Government Employees, American Postal Workers Union, entrambi del settore pubblico, Sheet Metal Workers International Association, United Food & Commercial Workers). Del resto, soprattutto a loro e alla fetta liberal di sinistra dell'America si è rivolto Barack con il suo discorso.

Dietro qualche retorico richiamo a tutti ad agire «come una nazione», il presidente ha usato un tono da comiziante arrabbiato, niente affatto disposto ad incontrarsi a metà strada con la metà del Paese che non è d'accordo con lui.

Appena dopo il 6 novembre Obama annunciò che lo staff e l'organizzazione della sua campagna non sarebbero stati sciolti, ma trasformati in un ente di sostegno politico che sarà una sorta di «governo parallelo», intento ad appoggiare e perseguire il programma del capo liberal senza più alcuna maschera da centrista, e tantomeno da bipartisan: stessi diritti «ai nostri fratelli e sorelle gay», lotta per il global warming; riforma dell'immigrazione con una sostanziale amnistia; infrastrutture, ricerca ed educazione pagati dai soldi che non ci sono e con un governo sempre più gonfio; contenimento di debiti e deficit come retropensiero che non sfiorerà l'assistenza sanitaria e previdenziale, nella forma e nei costi, insostenibili ma per lui intoccabili.

Ci ha messo anche l'ultima battaglia contro le armi, liquidando la politica estera con «la guerra sta finendo» e l'economia con «sta recuperando». Dopo tale manifesto da congresso di partito, è sembrato persino fuori tono l'inno nazionale della intonatissima e splendida Beyoncè.


2- OBAMA RILANCIA DIRITTI 'FRATELLI E SORELLE' GAY
Marcello Campo per l'ANSA - Barack Obama rompe l'ennesimo tabù, pronunciando per la prima volta nella storia la parola gay in un discorso solenne dell'Inauguration Day. "Il nostro viaggio non sarà finito - scandisce Obama davanti a 800mila persone sparse nel National Mall - fino a quando i nostri fratelli e le nostre sorelle gay non saranno trattati come gli altri davanti alla legge. Dobbiamo fare in modo che queste parole, questi diritti, questi valori, di libertà e uguaglianza divengano realtà per ogni americano. E' questo il compito della nostra generazione".

Un riferimento non casuale, che arriva dopo l'annuncio in campagna elettorale di voler andare avanti sulle nozze tra omosessuali. Obama, subito dopo, cita la strage del bar gay newyorchese di Stonewall del 1969, accanto alla tragedia contro le militanti suffragette di Seneca Falls del 1848 e l'eccidio di Selma, Alabama, contro i manifestanti neri, nel 1965. Insomma, assegna un valore storico alla battaglia degli omosessuali per i loro diritti, a fianco alla lotta per l'emancipazione delle donne e quella contro la segregazione razziale della minoranza afro-americana.

Un intervento duro, netto, anche dedicato ai diritti dei milioni di immigrati irregolari, per tutte le minoranze, con cui Obama ha anticipato la linea che seguirà nel prossimo quadriennio. Ma il presidente evita ogni fuga in avanti. Chiede un cambiamento imposto dai tempi, ma lo fa trovando i fondamenti della sua politica nei capisaldi della Costituzione americana, quella Carta che dice, osserva Obama, "siamo tutti uguali, a prescindere dal colore della pelle, dalle differenze della nostra fede o dei nostri nomi".

Cita Lincoln, e il famoso passaggio dello storico discorso di Gettysburg, quando il presidente che abolì la schiavitù difese un governo "del popolo, che viene dal popolo e agisce per il popolo". L'intercalare del suo discorso è il celebre 'We The People'.


3- MICHELLE NON GRADISCE LE BATTUTE DI BOEHNER
video: http://bit.ly/TeEpUD

Alla cena di gala dopo il giuramento, Michelle Obama è seduta tra il marito e lo speaker della Camera (repubblicano) John Boehner, che due volte cerca di coinvolgerla nella battuta che fa a Barack, e due volte lei gli riserva uno sguardo a metà tra il fastidio e la commiserazione, continuando a mangiare.

4- OBAMA; BARACK BALLA SU PALCO E MASTICA GOMMA
(ANSA) - Barack Obama balla 'come un papa' ' accanto alle figlie Malia e Sasha e mastica gomma americana: potrebbe essere Nicorette, cioè quella alla nicotina? Ecco due istantanee dal palco allestito davanti alla Casa Bianca da cui il presidente degli Stati Uniti guarda la parata dell' insediamento del suo secondo mandato. Obama ha ballato al passaggio di una delle bande.

Il presidente americano ha assistito alla parata masticando gomma americana che potrebbe essere Nicorette, la gomma a base di nicotina usata da molti fumatori che cercano di smettere di fumare. Obama ha smesso nel 2008 ma nel corso della campagna elettorale ha fatto abbondante uso proprio di Nicorette per non ricadere nel vizio.


5- «MI PIACE LA FRANGETTA DI MICHELLE»
Da "la Stampa" - L'argomento più significativo del fine settimana, ha scherzato Obama, è la frangetta di Michelle. A lui piace. «Adoro Michelle e amo il suo nuovo taglio. Sta molto bene, lei sta sempre bene», ha detto durante la serata di gala di domenica al National Building Museum.

Ieri, dopo il giuramento, c'è stato il pranzo ufficiale, con 220 invitati nella sala delle statue del Congresso americano. Menu ovviamente patriottico: aragosta con spinaci e patate dolci; bisonte grigliato del Sud Dakota con purea di zucchine, fagiolini e cavolo rosso. Formaggi e dolci, compresa l'immancabile «Apple Pie», la torta di mele in stile Hudson Valley per l'occasione. Nel 2009, durante il pranzo, Obama non assaggiò nulla e passò il tempo tra i tavoli.

 

 

IL PUBBLICO AL GIURAMENTO JOE BIDEN AL GIURAMENTO OBAMA il repubblicano orrin hatch col cappellone da cowboy IL PUBBLICO AL GIURAMENTO OBAMA IL PUBBLICO AL GIURAMENTO UNA PENNICA PRIMA DEL GIURAMENTO OBAMA TURISTE DALLA MONGOLIA AL GIURAMENTO OBAMA TIM GEITHNER AL GIURAMENTO OBAMA KATY PERRY E JOHN MAYER AL GIURAMENTO OBAMA JOHN MCCAIN AL GIURAMENTO OBAMA BARACK OBAMA AL GIURAMENTO BARACK OBAMA BALLA DURANTE IL PASSAGGIO DELLA BANDA AL GIURAMENTO BARACK E MICHELLE OBAMA BALLANO DOPO IL GIURAMENTO

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."