CAFONALINO - MELA TIRO: BECCATEVI IL PORTA-COCAINA TASCABILE

1. AL "FUORI SALONE" ARRIVA LA SCATOLA PORTA-COCA
DAGOREPORT

Come ha ben scritto Saviano, l'unico consumo che non risente della crisi, ed è in continua crescita, è la cocaina. Due stravaganti imprenditori di Torino, tra il serio ed il faceto, hanno deciso di cavalcare l'onda, ed hanno presentato al Fuori Salone del Mobile di Milano una scatoletta che può essere utilizzata per portare con sé la famigerata polvere bianca al riparo da occhi indiscreti.

In realtà la scatoletta, chiamata maliziosamente Exciting Box, può essere utilizzata per portare con sé di tutto: dai trucchi alle pillole, dal tabacco da fiuto alla mentine, quindi é perfetta per portarsi con sé la cocaina al riparo da sguardi indiscreti.

La scatoletta é prodotta da un nuovo brand torinese, Snow White. É un piccolo portaoggetti a forma di mezza mela, proposto in varie versioni ed in dimensioni ridotte (sta in tasca o in una piccola borsetta). La proposta di Snow White é provocatoria ed ironica, tanto che hanno anche messo in commercio una linea di abbigliamento contraddistinta dal motto "Mela Tiro".

L'idea pare sia nata durante il salone nautico di Cannes, dove oltre ai mega-yacht la cosa che saltava all'occhio di più era il consumo di cocaina. Rifacendosi alle storie che si raccontano sulle famose feste moscovite, in cui sui tavoli sono appoggiati vassoi carichi di neve che i partecipanti sniffano senza pudore, ai due imprenditori torinesi è venuto in mente di produrre un contenitore per un consumo più "stiloso" ed ordinato. E da lì in breve tempo una semplice idea è diventata un vero e proprio prodotto ironico, e dagli usi più disparati.

Insomma dagli eccessi dei mega-party russi alle feste in giro per l'Italia, grazie anche al successo immediato che la scatoletta sta riscuotendo al Fuori Salone di Milano, dove lo stand di Snow White é letteralmente preso d'assalto dai curiosi di ogni genere e tipo (si dice che persino una suora non abbia resistito alla curiosità ed abbia voluto chiedere candidamente di cosa si trattasse).

Dal 19 aprile la Exciting Box sarà in vendita su www.SnowWhiteLuxe.com 


2. SALONE DEL MOBILE - MILANO PER GIORNI DIMENTICA LA CRISI
Silvia Truzzi per "Il Fatto Quotidiano"

Guardi che è un flash-mob": due ragazzi - stanno allegramente ballando in via Savona - urtano i passanti. E mentre si scusano, scherzano spiegando bene l'aria che si respira in questi giorni di Salone&Fuorisalone. Dove tutto è design, fabbrica di qualcosa, performance.

Come ogni anno, anche in questo tremendo 2013 di crisi, la città si trasfigura, attraversata com'è da quasi quattrocento eventi in cinque giorni. Siccome Milano sa vendersi, il design non può che sposarsi con il cibo e con la moda.

Ma il bello di questa settimana è che l'anima commerciale e quella creativa si mischiano con una formula che da anni fa la fortuna del Fuorisalone, ormai l'unico appuntamento che riesce (assai più della settimana della moda) a rendere di nuovo la città capitale: per strada e in metropolitana si sentono tutte le lingue del mondo, mescolate in un universale globish.

Un po' artisti e designer, un po' commercianti
E allora un modesto negozio in zona Tortona, espone le abituali borse sotto una grande scritta "Milano design week" e si dà un po' di arie. La cartoleria, dove di solito si fanno fotocopie, ospita una mostra di quadri "a tecnica mista". La vineria presenta lampadari al posto di bottiglie e anche il baretto di quartiere per non esser da meno ha la sua "installazione".

Ma oltre al design vero e quello "presunto tale", ci s'imbatte in innumerevoli baracchini di birra a tre euro e salcicce che profumano l'aria. Lo chiamano "food and beverage": in realtà la sofisticata zona degli show-room degli stilisti si trasforma in una fiera di paese.

Tra tanta, troppa, anglofonia non può che fare molta simpatia. Quest'anno la città è più che mai interamente attraversa dall'"evento". In Fiera i grandi espositori, fuori tutto il resto: la storica zona Tortona, la "nuova" Ventura-Lambrate dove si trova un po' più di avanguardia come a Mecenate; Brera district, il centro, Cairoli, San Babila. Perfino la Chinatown meneghina, diventa "Sarpi Bridge".

E poi naturalmente la Fabbrica del vapore e la Triennale (dove è allestita un'esposizione su Henry Van de Velde e una su Gae Aulenti, a pochi mesi dalla scomparsa). Quasi nessun quartiere si tira indietro: 13 percorsi in altrettante zone. Non mancano i grandi nomi, come Marco Zanuso (in mostra negli spazi della Fondazione Ordine degli architetti) e Angelo Mangiarotti (Galleria Sozzani).

Orientarsi in un'offerta così vasta non è semplice: abbiamo chiesto lumi ad Alberto Bassi, critico del design e professore associato allo Iuav di Venezia. Che spiega: "A mio avviso il fenomeno più interessante di questi anni è l'autoproduzione. Specialmente ora che la crisi è molto forte.

E grazie alle nuove tecnologie si spalancano possibilità inedite, anche in termini di produzione e distribuzione: per esempio si va sempre più verso il recupero dell'esecuzione artigianale.

Sotto il termine autoproduzione va tutto: ma come dice Chris Anderson, ex direttore della rivista Wired, bisogna immaginare un modello alternativo, o almeno complementare, a quello dell'industria. Che utilizzi nuovi media e nuove tecnologie, come la stampa 3d o la vendita on line. A questo proposito, mi hanno colpito ‘Milano Makers' alla Fabbrica del Vapore, ‘Interno italiano', Subalterno 1 e (In)Visible Design".

L'azienda diffusa e il lavoro "democratico"
Per capire meglio cosa significa "recupero delle produzioni artigianali", si può fare un salto a Mecenate, nello spazio di "Interno italiano", dove sono esposti tavoli, sgabelli ma anche vasi a forma di pesce. Il designer Giulio Iacchetti racconta il suo progetto, nato da pochi mesi ma già decollato: "In questo momento è necessario inventare prospettive nuove.

Noi abbiamo provato a fare un focus sui distretti produttivi italiani e sugli artigiani. Non sono più gli artigiani "da presepio", sono professionisti specializzati che usano macchine a controllo numerico e accettano da noi l'invio dei file".

Fin qui però nessuna differenza con i normali fornitori terzisti. "La mia idea è che la parola terzista sia offensiva perché nasconde un grande valore. Molte aziende affidano la realizzazione dei pezzi a terzi, che però restano anonimi. Invece noi li mettiamo al centro del progetto: il lavoro del designer e quello del'artigiano sono sullo stesso livello.

Visto che il tema del lavoro oggi in Italia è centrale, bisogna assolutamente valorizzare chi sa fare. Noi siamo a capo di una grande fabbrica che non c'è: sono tante piccole realtà consorziate che realizzano i nostri modelli e poi li spediscono all'acquirente, che li aveva ordinati on line. Nascono così ‘oggetti felici', non destinati a lunghe attese in un magazzino".

 

EXCITING BOX - MELA TIRO IL PORTA COCAINAEXCITING BOX - MELA TIRO IL PORTA COCAINAVIERI DA DIRK BIKKEMBERG FOTO CORRIERE Montezemolo e Della Valle all evento CAssina per il Salone del Mobile foto Corriere Marzotto Borghese festa Kartell Salone del Mobile da Corriere Matteo Di Montezemolo e Karl Lagerfeld foto Marie Claire Marco Tronchetti Provera Giada Tronchetti Provera Diego Della Valle foto Marie Claire Libeskind e Armani Salone del Mobile da Corriere GOGA ASHKENAZY Party Vionnet Charbonell festa Kartell da Corriere Donatella Versace Salone del Mobile Karl Lagerfeld Luca Cordero Di Montezemolo Philippe Starck foto Marie Claire SALONE DEL MOBILE DI MILANO

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