andrea stroppa federica serra fabrizio roncone elon musk matteo salvini

URGE UN TSO PER QUEL "PEZZO DI NERD" DI ANDREA STROPPA - IL TROMBETTIERE DI MUSK IN ITALIA (“ELON SI AVVICINA ALLA FIGURA DI CRISTO”) CHE SI PERMETTE DI INTERFERIRE NELL'ATTIVITA' DEL GOVERNO MELONI (“NON CI CHIAMATE PIÙ”), A FORZA DI ESSERE BLANDITO (INTERVISTATO DA “GIORGIA VESPA'' DOPO IL TG1), DAVANTI ALLE CRITICHE DIVENTA PIÙ ACIDO DI UNO YOGURT FUORI SCADENZA: SU "X" ATTACCA FABRIZIO RONCONE TIRANDO IN BALLO LA SUA COMPAGNA, FEDERICA SERRA: "SIGNORA SO CHE È OCCUPATA A DIRIGERE LA COMUNICAZIONE DI INVITALIA, MA TROVI IL TEMPO DI AIUTARE QUESTO SIGNORE” – RISPOSTA DEL “CORRIERE”: "DIFFAMARE, ALLUDERE E COINVOLGERE I FAMILIARI È UN METODO CHE IN ITALIA SI DEFINISCE MAFIOSO" - A PROPOSITO DI SALVINI, CHE HA SCALZATO LA MELONI DAL CUORE DI STROPPA, RONCONE HA RICORDATO CHE ‘’LO SCAGNOZZO ITALIANO DI MUSK, INSEGUITO DALLA PROCURA DI ROMA CON L’ACCUSA DI “CORRUZIONE”, PRIMA HA MINACCIATO IL NOSTRO PARLAMENTO (PAZZESCO: EPPURE È SUCCESSO), POI S’È INVENTATO UNA CURIOSA SERIE DI SONDAGGI SU X..."

ANDREA STROPPA ELON MUSK

federica serra fabrizio roncone foto di bacco

 

 

 

ANDREA STROPPA, LE MINACCE E IL CORRIERE

Da www.corriere.it

 

Come sempre gli accade Andrea Stroppa non risponde nel merito degli articoli che riguardano lui o Elon Musk. Si limita a insultare i giornalisti, non avendo argomenti per esprimere un’opinione coerente o comunque per fornire una spiegazione adeguata.  Questa volta, pensando evidentemente di essere più efficace, lo ha fatto coinvolgendo la moglie di Fabrizio Roncone. 

 

andrea stroppa a cinque minuti di bruno vespa

È un metodo che in Italia si definisce mafioso: diffamare, alludere, coinvolgere i familiari.  Il Corriere e i suoi giornalisti non si sono lasciati intimidire da minacce ben più serie e certamente molto più gravi.  Non sarà un qualunque signor Stroppa ad impedirci di raccontare ciò che accade esprimendo le nostre opinioni.

 

Dal profilo X di Andrea Stroppa

Appello alla compagna (ex?) di Fabrizio Roncone. Oggi, sul Corriere, scrive che Elon Musk “fra un cannone e una bottarella di ketamina vorrebbe deportarci su Marte”. Con me è andato più leggero: dopo avermi già invitato a tenere la testa bassa, oggi mi definisce solo scagnozzo.

matteo salvini elon musk

 

Signora, lo aiuti. So che è occupata a dirigere la comunicazione di Invitalia – ente pubblico dove è arrivata per evidenti meriti – ma trovi il tempo di aiutare questo signore. Se la ragione di questa tendenza alla violenza verbale è, come lei stessa scrive, “il molto alcolico”, esistono strumenti e percorsi per affrontare la situazione. Anche se non conosco il dottor Roncone, ha tutta la mia solidarietà. Può farcela, ne può uscire!

 

IL SECONDO SONDAGGIO DI ANDREA STROPPA SU PIANTEDOSI E SALVINI

MATTEO SALVINI, GLI ENTUSIASMI (SENZA FRENI) DEL CAPITANO LEGHISTA TRA TRUMP, PUTIN E ORBÁN

Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”

Che ha detto, oggi, Matteo Salvini?

Aspettate.

La faccenda è seria.

 

 

Perché andargli dietro in queste tremende giornate così oscure è complicato per chiunque, perché è proprio un Salvini bum bum! tragicamente in purezza, brutale e a ruota libera, fuori controllo, senza prudenze, pudori, senza mai nemmeno tener conto di quello che pensa e dice e cerca di fare la premier Giorgia Meloni, come se non fosse il suo vice, ma solo uno scatenato e legittimo fan di tutti quelli che maggiormente minacciano, spaventano le democrazie europee:

GIORGIA MELONI - DONALD TRUMP - ELON MUSK - IMMAGINE CREATA CON L IA E PUBBLICATA DA ANDREA STROPPA

 

sfacciato adulatore di Trump, ammiratore di Musk, il miliardario che tra un cannone di hashish e una bottarella di ketamina vorrebbe deportarci su Marte, Salvini propone addirittura di andare a brindare con la vodka a Mosca, sulla sua cara Piazza Rossa, dove già sfoggiava le oscene magliettine che conosciamo, su cui aveva fatto stampare la faccia tonda del dittatore, del bandito internazionale che avrebbe poi invaso l’Ucraina — «Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin!», osava dire, senza alcuna vergogna — e perciò adesso non è nemmeno il caso di stupirsi troppo.

 

Prevale, più che lo stupore, una certa generale apprensione per questa partita tutta sua, quasi privata, con cui forse spera di resistere alla guida della Lega, il partito che ha fatto precipitare, una batosta elettorale dietro l’altra, a un 8,5% strutturale, e che sta cercando di spostare più a destra della destra (è corso ad applaudire i nazistoidi tedeschi di AfD, mentre Tajani, l’altro vicepremier, disgustato commentava: «Con quella roba lì, FI è inconciliabile»).

LO SCAMBIO DI TWEET TRA ELON MUSK E MATTEO SALVINI

 

Molti importanti esponenti leghisti sono a testa china, furibondi. Dovreste leggere tra le righe delle interviste che sta rilasciando Luca Zaia. E lasciamo stare Fedriga e Fontana. I governatori conoscono i loro territori, parlano con gli imprenditori e gli operai, sono pezzi di Lega viva, moderata, orgogliosa. Si può sopportare qualcosa, non tutto. Ma lui, il cosiddetto Capitano, prima li ha obbligati ad accogliere sul Carroccio il camerata Roberto Vannacci (che sta lì, con le gambe penzoloni, pronto a saltare giù e ad andarsene per conto suo).

 

elon musk matteo salvini

Poi li fa assistere al sostanziale congelamento dell’Autonomia e alla fuga dei militanti pugliesi, laziali, compresi pure i calabresi e i siciliani, nonostante la visionaria promessa del Ponte sullo Stretto, incomprensibile per qualsiasi leghista del Nord Est (e comunque ancora nessuna traccia nemmeno di mezzo cantiere).

 

Ed è però inevitabile che alla fine sbottino e urlino (certo che urlano, in privato urlano e accusano, come sanno bene i capigruppo alla Camera e al Senato, Molinari e Romeo) quando gli sentono dire che i dazi — capito? i dazi — proposti da Trump «saranno una straordinaria occasione per le nostre aziende».

 

GEERT WILDERS - MATTEO SALVINI - VIKTOR ORBAN - PONTIDA 2024

È difficile star dietro a un Salvini così (sghignazza, eccitata, solo la coppia Borghi&Bagnai, che s’accontenta di essere di nuovo invitata nei talk tv). Anche in redazione, qui, al Corriere, gente che pure ne ha viste tante. «In che senso, scusate, Salvini propone di dare a Trump il premio Nobel per la Pace? Ragazzi, non scherziamo… c’è da lavorare».

 

Solo che non era uno scherzo. Come quando afferma: «Orbán? Uno dei governanti più illuminati». Forse nemmeno la moglie di Orbán, Anikó Levai, pensa che suo marito sia un tipo di larghe vedute: ma Salvini sì, a lui piacciono certe tipologie umane.

FEDERICA SERRA - FABRIZIO RONCONE

 

Di Musk, per dire, è entusiasta. «Parlare male di lui è contro l’interesse nazionale!». Bum bum! E prosegue: «In Aula c’era l’approvazione del ddl Spazio e le opposizioni tiravano su dei cartelli… però criticare Musk è una vera sciocchezza, una piccineria…».

 

Ma che gentile, no? Ecco, poi forse è anche il caso di ricordare che lo scagnozzo italiano del miliardario americano, il tipino riccio Andrea Stroppa, inseguito dalla Procura di Roma con l’accusa di «corruzione», prima ha — letteralmente — minacciato il nostro Parlamento (pazzesco: eppure è successo), poi s’è inventato una curiosa serie di sondaggi su X. L’ultimo era questo: «Quale ministro dell’Interno ha gestito meglio la sicurezza negli ultimi anni? Piantedosi, Lamorgese, Salvini, Minniti». Secondo voi, chi ha stravinto?

 

MATTEO salvini - GIORGIA meloni

Diciamo che tutto si tiene. Del resto, che Salvini sogni di tornare al Viminale, lo sanno anche alla stazione Termini. Dove un Frecciarossa, per paura di arrivare con il solito ritardo, è addirittura partito in anticipo (lasciando a terra decine di passeggeri). È oggettivamente un problema avere un ministro dei Trasporti che s’occupa così tanto di politica estera («Guarda che siamo io e la Meloni a prendere le decisioni», ha precisato, l’altro giorno, uno stizzito Tajani).

 

Ma lui è inarrestabile. Quando vede Trump e il suo vice atteggiarsi a gangster con Zelesky, commenta estasiato: «Con i modi strong, forse il risultato arriva» («strong», tra l’altro, non si capisce nemmeno come gli sia venuto, perché il suo inglese è come quello di Alberto Sordi nel film Un americano a Roma).

MATTEO SALVINI ADORA ELON MUSK - TWITTER

 

 

 

 

 

Poi si collega con Calin Georgescu, il candidato filorusso alle presidenziali in Romania. Quindi dice che «Macron è un matto». E che la von der Leyen «fa ridere». Perché Salvini è contrario al riarmo dell’Europa. Come Putin (Tajani, con la sua voce di velluto, pacato: «Il governo italiano, in realtà, pensa che il piano sia giusto»).

 

Ma cosa importa a Salvini?

La Meloni gli ha chiesto equilibrio, sobrietà, cautela. Il mondo è in bilico, l’Italia è in bilico.

E lui: «Ma Trump è una grande opportunità!». Poi ha aggiunto: «Lo dico, sia chiaro, senza servilismo».

ELON MUSK CON ANDREA STROPPA

tweet di Andrea Stroppa contro l articolo di Fabrizio Roncone sul Corriereandrea stroppa - matteo renziGIORGIA MELONI - DONALD TRUMP - ELON MUSK - IMMAGINE CREATA CON L IA E PUBBLICATA DA ANDREA STROPPA

meloni salvini tajani

ANDREA STROPPA ELON MUSKANDREA STROPPA ELON MUSKELON MUSK GIORGIA MELONI ANDREA STROPPA

tweet di Andrea Stroppa contro l articolo di Fabrizio Roncone sul Corrierefabrizio roncone federica serra foto di baccoRONCONEdago e roncone roncone BORDELLA - POSTER BY MACONDO

 

barbara carfagna andrea stroppaELON MUSK ANDREA STROPPA ANDREA STROPPA CON GIANNI RIOTTA NEL 2015 elon musk fa gli auguri di compleanno a andrea stroppa andrea stroppa - foto da x

fabrizio roncone federica serra foto di bacco

Ultimi Dagoreport

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)