
“SEI UNA PUTTANA, NON PUOI AVERE AMICI MASCHI” – UN ALBANESE PICCHIAVA E MINACCIAVA LA FIGLIA MINORENNE PERCHÉ VOLEVA VIVERE TROPPO “DA OCCIDENTALE”: L’UOMO, CHE SI MANTENEVA SPACCIANDO DROGA, È STATO CONDANNATO A CINQUE ANNI DI RECLUSIONE – LE SIGARETTE SPENTE SUL BRACCIO E LE BOTTE ALLA MADRE CHE NON ERA “ABBASTANZA RIGIDA”: I RACCONTI TERRORIZZATI DELLA RAGAZZA, CHE È SCAPPATA DAL FIDANZATO E HA RACCONTATO TUTTO AI CARABINIERI…
Estratto dell’articolo di Massimiliano Rambaldi per www.lastampa.it
«Mi diceva che i vestiti che volevo indossare erano da puttana. E che non potevo avere amici maschi. Mia madre sottolineava che ero una donna e quello che succedeva era normale».
I giudici del Collegio del tribunale di Savona hanno condannato questa mattina in primo grado a cinque anni di reclusione Artan Axha, uomo di origine albanese, per maltrattamenti nel confronti della figlia minore aggravati dal fatto che la vittima aveva meno di 18 anni, oltre che per le lesioni subite. Secondo la ricostruzione avvenuta durante il dibattimento, i fatti sono avvenuti ad Albenga per diverso tempo fino al 2023.
[…] L’uomo ha picchiato ripetutamente sua figlia (15enne all’epoca dei fatti) perché doveva sottostare a determinate regole «culturali». Le parole della giovane hanno ricostruito una situazione di gravi e ripetute violenze e vessazioni. Tra cui non comportarsi come un’adolescente occidentale. Non poteva avere amicizie maschili e doveva vestire con magliette che non mostrassero l’ombelico o con altri capi «adeguati». E le parole della ragazza, all’inizio riassunte, sono state un pugno nello stomaco.
[…] le violenze erano frequenti anche nei confronti della madre perché: «Non era abbastanza rigida dell’educazione della figlia». Un giorno è il fidanzatino di allora della giovane che si accorge di una ferita sul braccio di lei, palesemente causata da una bruciatura di una sigaretta. Lo vede anche il padre di lui, mentre una mattina li stava accompagnando a scuola.
[….]
A quel punto, piano piano, viene fuori la verità dopo che la giovane comincia a confidarsi sia con la migliore amica, sia con il suo fidanzato. Quando il ragazzo era andato a casa di lei cercando di parlare con il padre, spiegando che avevano una storia, l’uomo lo aveva spinto via e gli aveva intimato che non avrebbe più rivisto la figlia.
Nel corso della successiva discussione tra padre e figlia, lui l’aveva ustionata con la sigaretta. «Un incidente», ha cercato di minimizzare la difesa. La migliore amica della giovane, poi, noterà lividi sul corpo della ragazza un pomeriggio in spiaggia.
[…]
Una sera la ragazza decide di prendere i primi vestiti che trova in casa, li mette in una borsa e scappa. Arriva all’abitazione dell’allora fidanzato e racconta tutto. Con i genitori di lui andrà dai carabinieri a spiegare la sua vita d’inferno. E nel racconto lei disse anche ai militari come il padre spacciasse abitualmente droga. Notava sempre un viavai in casa di persone che gli davano soldi.
Gli accertamenti dei militari scoprirono che l’uomo teneva in un intercapedine vicino alla finestra diverse dosi di cocaina, seimila euro in contanti e una pistola finta. Circostanza per cui l’uomo venne arrestato e i suoi precedenti penali hanno avuto ulteriore peso nella condanna di oggi. La giovane fu portata in una comunità protetta […[ l’uomo si è visto sospendere per 10 anni la responsabilità genitoriale sulla giovane e dovrà anche corrispondere una provvisionale di 10 mila euro.