UN MITO O UNA MITOMANE? ALCUNI AMICI DELLA EX DI MASSIMO DI CATALDO RIAPRONO IL CASO DELLE (PRESUNTE) BOTTE

Adelaide Pierucci per IlMessaggero.it

Nuovi testimoni inchiodano Massimo Di Cataldo indagato a Roma per maltrattamenti in famiglia e procurato aborto ai danni dell'ex compagna. Negli atti del pm Eugenio Albamonte, titolare dell'inchiesta, sono finiti gli interrogatori di alcuni amici e conoscenti di Anna Laura Millacci, per tredici anni convivente del cantante, che hanno raccontato di averla vista il giorno del presunto pestaggio, il 18 giugno scorso, con il viso segnato e in uno stato di disperazione.

«Piangeva ed aveva dei lividi sul viso» hanno raccontato alla polizia, delegata alle indagini «Sappiamo che per partecipare ad un party la sera è poi ricorsa a trucco e cerone per coprire i segni». Si aggrava così la posizione giudiziaria del cantante romano, volto noto del Festival di Sanremo negli anni novanta.

LA PERIZIA
In settimana un medico legale nominato dalla Procura dovrà visitare la donna e accertare la compatibilità di eventuali segni con le foto postate su facebook. La vicenda era scoppiata il 20 luglio quando Anna Laura, una visual artist nota in città e madre della seconda bambina del cantante, aveva denunciato sul social network di essere stata picchiata, postando anche delle foto in cui lei appariva con il volto sanguinante e un'altra dove mostrava i segni di un aborto.

Un messaggio rivolto a «smascherare Di Cataldo» che ha definito nell'occasione un «dottor Jackyll e mr Hyde», «capace di fare cose terribili...e con una faccina angelica». «Caro Massimo Di Cataldo» aveva scritto sul web «non avrei mai voluto arrivare a dire pubblicamente che uomo sei, e a pubblicare queste foto così terribili. Tu che ci tieni così tanto alla tua faccina angelica». Di Cataldo, con fermezza, però, da quel giorno ha sempre respinto ogni accusa. «Sono stato infanganto e danneggiato da queste false accuse. Quando sono andato via da casa quel giorno Anna Laura non aveva segni sul viso».

IL PARTY
Di sicuro Anna Laura Millacci nel dopocena aveva partecipato a un party al Fleming, organizzato dal pittore Riccardo Natili al ristorante La Villa di Roma, durante il quale era stata fotografata sorridente, col rossetto e una cascata di boccoli biondi abbracciata ad alcuni amici. La difesa del cantante aveva chiesto alla Procura l'acquisizione di quegli scatti e l'elenco dei partecipanti alla festa per provare la mancanza di lividi e graffi. «Noi abbiamo fornito prove documentali che quell'aggressione non c'è mai stata» aveva detto il legale dell'artista, l'avvocato Andrea Micciché, «La montatura infamante è crollata».

Ora i nuovi testimoni a difesa della ex compagna di Di Cataldo fanno riaprire il caso. «Quel giorno Anna Laura era davvero disperata e in lacrime. Ed aveva sul viso i segni di una aggressione, di schiaffi». A sorpresa a schierarsi dalla parte del cantante finora è stata l'ex moglie, la spagnola Jorgelina Borda Amezaga. «Conosco quella donna. Ci ha reso la vita impossibile», ha detto.

Massimo Di Cataldo, intanto, spera di uscire al più presto dall'incubo dell'inchiesta per rilanciare la sua carriera: «Non ho fatto nulla di ciò per cui vengo accusato, credetemi. Ho amato questa donna per tanti anni, al punto anche di annullarmi per lei. Oggi non la riconosco più» ha scritto qualche settimana fa sul suo profilo.

«Ho subito un'aggressione mediatica. Sono passato per un carnefice, senza fare nulla. Spero che i magistrati accertino al più presto la verità perché se è vero che abbiamo litigato in modo acceso quel giorno, anche urlando, è pure vero che io non l'ho aggredita». Il caso insomma è definitivamente uscito dal gossip per finire nelle cronache giudiziarie.

 

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