
“È ACCETTABILE CHE VENGANO IMPIEGATE RISORSE PUBBLICHE PER SORVEGLIARE MESSAGGI CHE CELEBRANO L'ANTIFASCISMO?” - ALL’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SUL CASO DI LORENZA ROIATI, LA FORNAIA DI ASCOLI PICENO IDENTIFICATA DALLA POLIZIA PER AVER ESPOSTO UN MANIFESTO ANTIFASCISTA IL GIORNO DELLA FESTA DELLA LIBERAZIONE, LE OPPOSIZIONI CHIEDONO AL MINISTRO DELL’INTERNO PIANTEDOSI DI CHIARIRE CHI HA DISPOSTO I CONTROLLI – PER LA TITOLARE DEL PANIFICIO, SI È TRATTATO DI UN GESTO DI DISSUASIONE “POLITICO” - IL SINDACO DELLA CITTÀ, MARCO FIORAVANTI, DI FRATELLI D’ITALIA (CHE NEL 2019 PARTECIPÒ A UNA CENA DI COMMEMORAZIONE PER LA MARCIA SU ROMA) HA RISPOSTO...
Estratto dell’articolo di Elena Tebano per www.corriere.it
ascoli piceno - panificio espone striscione per festa 25 aprile
A quattro giorni dal caso della fornaia identificata ad Ascoli Piceno per aver esposto un manifesto antifascista il giorno della Festa della Liberazione («25 aprile, buono come il pane bello come l’antifascismo») rimangono ancora molti interrogativi sulla vicenda, esplosa grazie ai video postati sui social dalla fornaia Lorenza Roiati. E che il sindaco della città Marco Fioravanti, di Fratelli d’Italia, ha cercato di derubricare a normale amministrazione, anche se normale non è. Ieri le opposizioni (Pd, M5S, Avs e Iv) in Parlamento hanno chiesto al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di chiarire chi ha disposto i controlli e perché.
«Chi ha realmente impartito le direttive per questi "articolati servizi"? Con quale obiettivo? È accettabile che vengano impiegate risorse pubbliche per sorvegliare messaggi che celebrano l'antifascismo?» chiede uno degli autori delle interrogazioni, il deputato 5 Stelle Giorgio Fede, che parla di «una strumentalizzazione politica delle forze dell'ordine» e dice che la spiegazione del sindaco (l’identificazione è avvenuta in seguito a «una segnalazione») è stata «smentita» dai «vertici delle forze dell'ordine». Ma in realtà la segnalazione smentita «ufficialmente» riguarda uno solo dei controlli, che sono stati due, fatti da diverse forze dell’ordine. Ecco cosa sappiamo finora.
IL PRIMO CONTROLLO DELLA POLIZIA DI STATO
[…] Un primo controllo sullo striscione è stato fatto nella mattina del 25 aprile da agenti della Polizia di Stato (che dipendono dal ministero dell’Interno). Secondo la ricostruzione della Questura, si trattava di agenti in servizio su una volante, che - visto per caso il manifesto - si sono avvicinati per controllare.
[…] I poliziotti hanno chiamato la Questura per comunicare il contenuto dello striscione e chiedere cosa fare. E la Questura - come dovrebbe essere ovvio - ha comunicato che non c’era nessun bisogno di intervenire perché lo striscione non violava alcunché. Gli agenti a quel punto non hanno né registrato ufficialmente il nome di Roiati, né fatto verbale sull’accaduto.
IL CONTESTO DEI CONTROLLI
[…] Il governo Meloni aveva proclamato cinque giorni di lutto nazionale per la morte di papa Francesco (invece dei tre previsti per Giovanni Paolo II), "coprendo" così anche l’80esimo anniversario della Liberazione dal regime nazifascista. E il ministro della Protezione civile Nello Musumeci aveva chiesto «sobrietà» nelle celebrazioni. Scelte che sono state viste dalle opposizioni come un modo per mettere la sordina a una festa poco amata dal partito post-fascista della premier.
[…] In questo contesto Roiati, nonostante le smentite delle autorità, ha percepito il controllo della polizia come un gesto di "asione "politico" […]
ascoli piceno - panificio espone striscione per festa 25 aprile
IL SECONDO CONTROLLO SU «SEGNALAZIONE»
Più tardi, quando il video di Roiati aveva iniziato ad attirare l’attenzione anche a livello nazionale, la fornaia ha ricevuto una seconda visita, questa volta dalla Polizia locale, che dipende dal Comune. La Polizia di Stato ha detto in seguito che non era stata informata del secondo controllo e che non c’entra niente. «Rivendica la paternità dello striscione?», chiede uno dei vigili in borghese che hanno identificato formalmente Roiati, come mostra il secondo video della fornaia antifascista. Gli agenti della locale non hanno spiegato il perché dell’identificazione (un «normale controllo che è stato disposto») e poco dopo se ne sono andati. Ma hanno registrato le generalità della fornaia.
STRISCIONE CONTRO IL LENZUOLO 'ANTIFASCISTA' ESPOSTO DA LORENZA ROIATI
GLI STRISCIONI DI MINACCIA A ROIATI
Nella notte tra il 26 e il 27 aprile davanti al forno di Roiati sono apparsi due striscioni di minaccia: «Ai forni» e un altro che offende la proprietaria del panificio e il questore di Ascoli Piceno. Gli striscioni sono anonimi, ma hanno una sorta di firma: il carattere usato a partire dalla fine degli anni 70 da gruppi politici e associazioni di estrema destra.
LA SPIEGAZIONE DEL COMUNE
Solo dopo l’affissione degli striscioni di minaccia, il sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti è intervenuto con un video sui suoi social, prendendone le distanze. Ma senza mai esprimere solidarietà a Roiati. Fioravanti ha detto invece che in tutta la vicenda le «vittime» sono gli agenti della polizia locale, perché sono stati attaccati sui social per aver fatto il loro lavoro dopo aver ricevuto una «segnalazione». […] Secondo il Comune, in un giorno in cui la Polizia locale era impegnata al completo, si è trovato il tempo per mandare tre agenti a verificare se un manifesto antifascista fosse una possibile pubblicità.
STRISCIONE CONTRO IL LENZUOLO 'ANTIFASCISTA' ESPOSTO DA LORENZA ROIATI
L’Ufficio stampa del Comune ha anche detto che invece non sono stati identificati gli autori dei manifesti di minaccia contro Roiati, ma che si stanno esaminando le telecamere di privati nella zona per cercare di trovarli.
LA POLEMICA SULLA CENA PER MUSSOLINI
Ascoli Piceno e il suo sindaco non sono nuovi alle polemiche su fascismo e antifascismo. Marco Fioravanti nel 2019 era stato duramente criticato per aver partecipato a una cena di commemorazione per la marcia su Roma, il 28 ottobre. «Sui menù della serata erano state stampate effigi del Duce e fasci littori.
Nella sala campeggiavano bandiere di Fratelli d’Italia. Erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, il vice sindaco Silvestri, l’onorevole Acquaroli, il consigliere comunale di San Benedetto Assenti» scriveva all’epoca il Resto del Carlino. Fioravanti si era poi scusato dicendo di essere passato di lì per poco tempo e di non aver visto i menù. […]