antonio massa brandizzo

“HO SCHIANTATO CINQUE VITE, PENSO SOLO A QUEI RAGAZZI” – ANTONIO MASSA, IL TECNICO DI RETE FERROVIARIA ITALIANA PREPOSTO ALL’AVVIO DEL CANTIERE SUI BINARI DI BRANDIZZO, NON SI DÀ PACE PER LA MORTE DEI CINQUE OPERAI DELLA SIGIFER: “PENSAVO CHE IL TRENO FOSSE GIÀ PASSATO, MA NON L’HO VISTO”. L’IPOTESI È CHE SI SIA CONFUSO A CAUSA DEL RITARDO DEL CONVOGLIO, E PER IL TRANSITO DI UN ALTRO TRENO. ORA È INDAGATO PER OMICIDIO E DISASTRO “CON DOLO EVENTUALE” INSIEME AD ANDREA GIRARDIN GIBIN, CAPOCANTIERE DELLA SIGEFER CHE ERA SUL POSTO E HA VISTO I SUOI COLLEGHI MORIRE…

antonio massa

1. IL SUPERSTITE: ERAVAMO STATI AUTORIZZATI MA PER I PM IL NULLA OSTA MAI RICHIESTO

Estratto dell’articolo di Cristina Palazzo per “la Repubblica”

 

«L’autorizzazione per scendere sul binario è stata data». Chi l’ha data? «Il caposcorta, presente, e ha dato l’ordine di poter lavorare, passato l’ultimo treno». A quel punto ha chiamato la squadra e sono scesi, lui per primo che ha il compito di saldare, poi gli altri cinque.

 

Lo ha raccontato Andrea Girardin Gibin, l’operaio di 52 anni sopravvissuto alla tragedia di Brandizzo in cui hanno perso la vita i suoi cinque colleghi. […]  L’unica cosa che ribadisce anche alla cognata Debora Capellupo è di aver avuto il via libera quella sera, «come tutte le notti, da otto anni». Un via libera a voce, ma alla procura, in realtà, risulta che l’autorizzazione scritta non fosse ancora stata richiesta.

 

treno uccide cinque operai alla stazione di brandizzo torino 10

[…] «Quella sera ho fatto molte chiamate all’addetto di Rfi», avrebbe detto. Entrambi sono indagati. […] È seguito dagli psicologi. «Ricorda tutto — racconta la cognata — ora è sotto choc e sedato. Ci hanno detto che ci vorrà fino a un anno per elaborare a livello psicologico, sono le tempistiche per le catastrofi. Ma resterà nella memoria per tutta la vita. Quando l’abbiamo visto in ospedale non era lui, aveva gli occhi sbarrati, parlava da solo e continuava a chiamare i colleghi. Lo ha fatto anche quella sera, dopo che è passato il treno: “Dove sono andati?”. Pensava che avessero avuto il tempo di spostarsi, come lui. Poi ha capito».

 

2. IL RUMORE DELLO SCONTRO, POI LE URLA «PENSAVO CHE IL TRENO FOSSE PASSATO»

Estratto dell’articolo di Andrea Pasqualetto per il “Corriere della Sera”

 

treno uccide cinque operai alla stazione di brandizzo torino 1

Una telefonata, l’ultima. Da una parte il dirigente di Chivasso delle Ferrovie (Rfi) che avrebbe dovuto dare l’ok ai lavori sui binari, dall’altra il suo collega sul posto, a Brandizzo, appena fuori Torino.

 

La chiacchierata viene interrotta da un improvviso fragore. Ferraglia, trambusto, urla. Sono le grida disperate degli operai finite agli atti della Procura di Ivrea che sta indagando sul caso. Si sentono solo loro, in quest’audio parla l’immensa tragedia. Mentre lui, Antonio Massa, il tecnico addetto alla manutenzione di Rfi che era al telefono, non riesce più ad aprire bocca. Con un filo di voce, ai colleghi ed amici dirà solo poche parole: «Ho schiantato la vita di cinque persone».

GABRIELLA VIGLIONE

 

Quando viene sentito dagli inquirenti va in scena tutto il dramma di quest’uomo che sembra avere il dono della trasparenza. «Pensavo che il treno fosse già passato», avrebbe sospirato. «Ma lei l’ha visto passare?», chiede il magistrato. «No». Il pm ferma l’audizione e lo informa che da quel momento è indagato e ha diritto a un avvocato. Il prossimo faccia a faccia con gli inquirenti si chiamerà interrogatorio e per lui inizierà un lungo iter giudiziario. Il motivo per cui si era convinto che il convoglio avesse già attraversato Brandizzo è negli orari: 20 fatali minuti di ritardo.

 

[…]  Nella sua casa di Grugliasco, un appartamento dove vive con la moglie e i due figli, c’è il silenzio del lutto. E lo stesso dramma sta vivendo l’altro sopravvissuto, Andrea Girardin Gibin, pure lui indagato, il capocantiere di 53 anni della Sigefer che ha visto l’orrore e non si dà pace.

 

treno uccide cinque operai alla stazione di brandizzo torino 2

Con loro, anche i due macchinisti del treno, rispetto ai quali la Procura ha escluso da subito qualsiasi colpa: «Da quanto ci risulta non hanno alcuna responsabilità: avevano avuto l’autorizzazione e sono andati, senza che sia intervenuta alcuna segnalazione contraria per la quale avrebbero dovuto fermarsi — si è affrettata a precisare la Procuratrice di Ivrea, Gabrielle Viglione —. Disposizioni che dovevano arrivare da chi coordina il passaggio dei treni e la stazione dei lavori».

 

Anche per questa coppia di torinesi che si sono trovati a condurre il treno della strage, Marcello Pugliese e Francesco Gioffrè, sono giorni neri. «Ce li siano trovati addosso e non abbiamo fatto proprio in tempo a frenare», hanno detto.

 

[…] «Ma questo è normale, i treni mica viaggiano a vista come le automobili. C’era un segnale verde, questo è pacifico, e procedevano regolarmente. Qui c’è piuttosto un tema che riguarda la comunicazione», aggiunge De Carlo che attende di capire come intenda muoversi la Procura.

michael zanera

 

«Se voglia cioè mettere sotto processo le Ferrovie e il sistema di sicurezza, cosa che allargherebbe naturalmente lo scenario, o rimanere ai fatti e allora sarà tutto più circoscritto». Infine, la velocità. Sempre nel primo resoconto di Trenitalia è stato scritto 160 chilometri orari, che sarebbe il limite massimo consentito. «La questione non si pone, un po’ perché c’è incertezza sulla misurazione. Quella effettiva sembra essere più bassa, intorno ai 100, ma soprattutto per il fatto che i treni ormai dispongono di un sistema di controllo chiamato Scmt che interviene nel caso di superamento della velocità massima, come pure scatta il freno quando si passa un semaforo rosso». Se fosse successo di giorno forse i macchinisti […] avrebbero tirato il freno in tempo utile. […]

 

3. "PENSO SOLO A QUEI RAGAZZI HO SCHIANTATO CINQUE VITE"

Estratto dell’articolo di Andrea Bucci e Giuseppe Legato per “La Stampa”

 

ricostruzione dell incidente alla stazione di brandizzo 4

Ai colleghi di lavoro che lo chiamavano senza sosta dopo aver sentito la notizia, lo ha detto in lacrime, disperato, piegato da un senso di colpa tracimante, inarrestabile che lo ammorba ormai da due giorni: «Ho schiantato cinque vite, penso solo a quei ragazzi».

 

La disperazione di Antonio Massa, 49 anni, preposto da Rfi al controllo e all'avvio del cantiere sui binari di Brandizzo, non è una confessione extragiudiziale, ma lo sfogo di un uomo che non riesce ad accettare, forse, di aver commesso un errore. Grave, probabilmente inscusabile (la giustizia si pronuncerà in un senso o nell'altro).

 

Chi lo conosce cerca di difenderlo: «Ha vent'anni di esperienza sui binari, è uno scrupoloso, non può aver commesso un errore simile. Forse gli hanno dato una comunicazione sbagliata. Mi rifiuto di pensare che abbia fatto andare gli operai al lavoro senza avere l'autorizzazione». […]

 

ricostruzione dell incidente alla stazione di brandizzo 5

Massa, originario di Foggia, residente a Grugliasco, non è uomo superficiale. Tutt'altro. Però quella frase racconta molto di più di un carattere rigoroso. Parla di un'ossessione che lo attanaglia dal momento in cui il convoglio di vagoni vuoto ha investito in pieno quei cinque operai della Sigifer.

 

[…] giovedì […] viene sentito dai tre magistrati. Parla, racconta quello che sa. E non sono passati molti minuti quando la polizia giudiziaria che lo sta verbalizzando si ferma. Incontra lo sguardo dei pm. E tocca alla procuratrice Gabriella Viglione, far presente che l'interrogatorio va sospeso: «Si fermi, dobbiamo nominarle un avvocato d'ufficio». Traduzione dal lessico giuridico al linguaggio comune: «Da questo momento lei è indagato».

 

ricostruzione dell incidente alla stazione di brandizzo 1

Dice qualcosa che si potrebbe sintetizzare così: «Pensavo che quel treno fosse già passato, ne ero praticamente certo». I pm lo incalzano: «Lo ha visto o lo pensava?». Replica: «No, non l'ho visto direttamente». Alle domande che si fanno sempre più fitte dice che sì, era stato lui ad anticipare verbalmente il permesso di aprire il cantiere ai cinque operai della Sigifer. È in grado di produrre il modello prestampato e controfirmato dal capo della sicurezza della ditta? «No».

 

[…]  per lui l'accusa è cambiata: il dolo eventuale contestato dai magistrati a corredo delle accuse di disastro ferroviario e omicidio plurimo apre scenari di rischio (non solo in termini di potenziale pena edittale e solo al termine di un equo processo) molto diversi rispetto ad alcune ore fa.

 

ricostruzione dell incidente alla stazione di brandizzo 2

Motivo: mandando gli operai sulla massicciata senza avere uno straccio di autorizzazione nemmeno dalla sala comando della "Movimentazione" di Rfi avrebbe calcolato che c'era un rischio serio di mandarli a morire. Lo avrebbe, tecnicamente o indirettamente, accettato.

 

[…] Forse Massa ha visto passare un treno, transitato pochi minuti prima su un altro binario. E si sarebbe confuso. «Avrà pensato che fosse l'ultimo». O ha pensato, guardando la scheda orari, che quel mezzo con 11 vagoni vuoti a traino, in ritardo in realtà, fosse già passato. Ma in procura sono scettici sull'abbaglio: «Il convoglio passato in precedenza viaggiava in senso opposto a quello atteso sul binario pari». E dunque? Resta un uomo devastato. Che nell'ultima traccia telefonica di Rfi, finita già agli atti dell'inchiesta, urla: «Sono morti tutti, tutti». Forse un po' anche lui.

SERGIO MATTARELLA ALLA STAZIONE DI Brandizzo 1treno uccide cinque operai alla stazione di brandizzo torino 4treno uccide cinque operai alla stazione di brandizzo torino 9treno uccide cinque operai alla stazione di brandizzo torino 7treno uccide 5 operai a brandizzo 1giuseppe aversatreno uccide cinque operai alla stazione di brandizzo torinogiuseppe saverio lombardotreno uccide 5 operai a brandizzoULTIMO POST DI MICHAEL ZANERA - OPERAIO TRAVOLTO DA UN TRENO A BRANDIZZOkevin laganaricostruzione dell incidente alla stazione di brandizzo 3

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO