attilio fontana giuseppe sala

“LA SCALA E’ SACRA, CONTRARIO ALL’INGRESSO DEI SAUDITI” - IL GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA, ATTILIO FONTANA: “NON SAPEVO NULLA DI QUESTA TRATTATIVA, LA VERITÀ SU QUESTA VICENDA BISOGNA CHIEDERLA AL SINDACO SALA E AL MINISTRO BONISOLI” - LA REPLICA DI GIUSEPPE SALA: “FONTANA SI ISCRIVE AL GIOCO “IO NON C’ERO E SE C’ERO DORMIVO”. E’ TUTTO VERBALIZZATO: IL CDA DELL’11 FEBBRAIO HA DISCUSSO LA QUESTIONE. COME FACEVA A NON SAPERE?”

sala fontana

1 - SCALA: SALA, FONTANA FA GIOCO 'IO NON C'ERO'

(ANSA) - A proposito della possibilità che l'Arabia Saudita entri nel consiglio di amministrazione del teatro alla Scala e delle relative polemiche che ne sono seguite "noto solo che più di uno non resiste alla tentazione di partecipare al gioco del 'io non c'ero e se c'ero dormivo'. Oggi si iscrive a questo club il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana". Lo ha scritto sulla sua pagina Facebook il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che del Cda del teatro è anche presidente.

 

loggione del teatro alla scala

Il presidente Fontana "dice che non ne sapeva nulla", ha aggiunto Sala che poi si è rivolto nel post direttamente al governatore lombardo. "Presidente, ci spieghi una cosa. Visto che, è tutto verbalizzato, il CdA della Scala dell'11 febbraio ha discusso della questione e che la Regione ha una rappresentante nel CdA, come faceva a non essere al corrente di una questione così delicata?". "Delle due l'una - ha continuato - O il suo rappresentante in CdA non ha compreso una comunicazione così importante e rilevante per Milano e la Lombardia e non la avverte, e allora lo revochi immediatamente, oppure lei fa il furbo". Infine Sala ha ribadito che nel Cda del 18 marzo "esamineremo le carte, è inutile arrivare a conclusioni prima".

 

2 - SCALA ALTOLÀ DI FONTANA

Giampiero Rossi per il “Corriere della Sera”

 

BEPPE SALA E ATTILIO FONTANA

La Lega che agisce come cavallo di Troia per portare i Sauditi nel cuore della cultura ambrosiana? «Quanto di più falso si possa pensare, affermare, scrivere e leggere», replica il presidente della Regione Attilio Fontana. E dopo una pausa aggiunge: «Ho le prove di quello che dico e per smentire quello che dicono altri». Insomma, sulle misteriose trattative che potrebbero portare capitale (e quindi potere) targato Arabia Saudita nel consiglio d' amministrazione del Teatro alla Scala il governatore leghista della Lombardia allontana i sospetti e punta lo sguardo sul sindaco di Milano Giuseppe Sala e sul ministro della Cultura Alberto Bonisoli.

Teatro Alla Scala

 

Presidente Fontana, lei dunque sapeva o no che fosse in corso una trattativa per l'eventuale ingresso dei Sauditi nel cda della Scala?

«Assolutamente no».

 

Però il sovrintendente Alexander Pereira dice che Max Ferrari, collaboratore della Regione, sapeva da mesi di quest' operazione?

«È falso anche questo. La verità, molto più semplicemente, è che Ferrari mi ha informato di una trattativa in corso per portare La Traviata e altri spettacoli della Scala in Arabia Saudita. E io ho detto che mi sembrava una bella idea, perché trovo importante e utile che la nostra cultura sia conosciuta ovunque. Ma questa è l' unica cosa di cui sono venuto a conoscenza. Ho le prove di quello che dico: conservo uno scambio di email con Pereira che non lascia spazio a dubbi».

 

BEPPE SALA E ATTILIO FONTANA

Ma lei e la Lega in generale siete favorevoli o no ad aprire il cda della Scala ai Sauditi e ai loro soldi?

«Le ripeto: questa cosa l' ho letta sui giornali e so per certo che la Lega non ha collaborato alla trattativa per un ingresso nel cda. Dopodiché aggiungo che La Scala è un simbolo importante e prezioso della milanesità, della nostra cultura, è il volto più bello della nostra tradizione, ha un valore quasi sacrale. Quindi se qualcuno mi avesse chiesto un parere su un' operazione di questo tipo avrei espresso la mia contrarietà, a prescindere dai soldi, che certamente servono».

 

TEATRO ALLA SCALA

Qual è, allora, la verità su questa vicenda, secondo lei?

«Lo chieda al sindaco e al ministro. Loro la conoscono bene. Da parte mia, posso dire quello che ho detto a Pereira quando l' ho incontrato, due giorni fa: se altri non avessero cercato di addossare a me e alla Lega la paternità di un' iniziativa di cui non sappiamo niente avrei taciuto, come faccio sempre su queste cose, fino al consiglio d' amministrazione del 18 marzo. E la mia idea è che il sindaco Sala e il ministro Bonisoli avessero intenzione di proseguire le trattative fino a quel giorno».

maria elisabetta alberti casellati con alexander pereira

 

E adesso che succede?

«Succede che il cda, nella sua piena libertà, deciderà cosa fare e cosa non fare. La Regione Lombardia è rappresentata dal consigliere Philippe Daverio, persona preparata che non ha certo bisogno dei miei consigli, anzi ne sa molto più di me e gode della mia piena fiducia e stima. Sa che può decidere e agire secondo la sua coscienza. E io accetterò qualsiasi decisione del consiglio di amministrazione, a prescindere dal mio punto di vista. Non avrei aperto bocca neanche adesso se non avessero tentato di coinvolgermi».

il ministro alberto bonisoli al suo arrivo al teatro brancaccio

 

Adesso Pereira rischia il posto?

«Non mi interessa fare speculazioni sul futuro del sovrintendente. Comunque spetta al Cda decidere».

 

Ma secondo lei fa bene a cercare finanziatori in giro per il mondo?

«Certo, sappiamo che quello delle risorse è un problema fondamentale per ogni istituzione culturale, anche per una del valore della Scala. Però, ripeto, questo non significa dimenticarsi che quel teatro è un valore che appartiene alla cultura e alla tradizione milanese e lombarda».

 

l eleganza di philippe daverio (3)

E quindi?

«E quindi un conto è adoperarsi per esportare le produzioni della Scala e portare in giro per tutto il mondo questa nostra cultura, ben altro è cedere pezzi dell' istituzione. Si possono vendere i prodotti della Scala, ma non si può vendere la Scala stessa».

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...