QUALCUNO DICA ALLA MELONI CHE AUMENTA LA POVERTÀ ALIMENTARE IN ITALIA: IL 9,9% DELLA POPOLAZIONE NON PUO' PERMETTERSI ALMENO UN PASTO PROTEICO OGNI DUE GIORNI - E IN MOLTI CASI SI TRATTA DI PERSONE CHE HANNO UN LAVORO MA CHE NON ARRIVANO A FINE MESE, TRA COSTI DELLA VITA ALLE STELLE E STIPENDI DA FAME – LA “CARITAS AMBROSIANA”: “SERVONO PIÙ INVESTIMENTI STRUTTURALI PER AFFRONTARE LE CRITICITÀ, A PARTIRE DA…”
Estratto dell'articolo di Francesca Del Vecchio per “la Stampa”
In molte case italiane la povertà alimentare si misura nei gesti: la lista della spesa che si accorcia, le scelte più attente al prezzo che alla qualità. […] I dati più recenti dell'Istat parlano di oltre cinque milioni di persone in povertà assoluta, e di un numero crescente di cittadini che chiedono aiuto.
Nei centri Caritas il bisogno alimentare resta il più diffuso: buoni spesa e accesso agli empori solidali. E a Milano, dove il costo della vita continua a salire, le richieste restano elevate, anche tra chi un lavoro ce l'ha: un disequilibrio tra redditi fermi e prezzi che crescono.
Secondo l'Istituto nazionale di statistica, cresce la quota di chi non può permettersi di consumare un pasto proteico almeno ogni due giorni: sono il 9,9% delle persone nel 2024, a fronte dell'8,4% nel 2023). Sempre nel 2024, il 5,5% delle persone ha mostrato almeno uno degli otto segnali di insicurezza alimentare definiti dalla scala "Food Insecurity Experience Scale".
«A fronte di una povertà multisettoriale, la componente di povertà alimentare è la prima rilevata, sia per quanto concerne la denutrizione che la malnutrizione», spiega Silvia Sinibaldi, vice direttrice Caritas Italiana. «Parliamo di persone che vivono nell'impossibilità di fare un pasto completo almeno una volta ogni due giorni e con l'impossibilità di uscire con amici o parenti per mangiare o bere qualcosa almeno una volta al mese. E la povertà alimentare porta con sé un evidente elemento di socialità, una fame di relazione, di ascolto».
Se si sposta il focus sui giovani, l'Istat fotografa un 17,8% di under 35 - quasi uno su cinque - che dichiara di non potersi permettere un'alimentazione adeguata. «Questo perché - spiega Andrea Fanzago, responsabile Area povertà alimentare di Caritas Ambrosiana - è frequente che siano ancora precari. Entrano ed escono dallo stato di povertà perché non c'è un reddito sicuro».
Milano, come altre grandi città, non fa eccezione e proprio Caritas Ambrosiana - seppure segnali un lieve calo - tra le prime dieci richieste di aiuto, al primo posto, registra quelle per il cibo: nell'anno 2024 ne sono state erogate 24.003. «Il profilo della persona che si rivolge a noi - continua Fanzago - è quello del lavoratore povero, persone o famiglie che hanno un reddito ma che con gli attuali costi della vita, l'inflazione, l'aumento delle bollette, degli affitti, dei mutui, si trovano in una situazione di precarietà».
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Quanto al fattore geografico, la prevalenza dell'insicurezza alimentare moderata o grave è maggiore nelle grandi città (1,6%), mentre le zone rurali o scarsamente popolate risultano meno esposte (0,9%). Significativo il divario tra Nord, Sud e Centro: l'indicatore di insicurezza grave o moderata va dal 2,7% del Meridione, allo 0,6% del Nord e allo 0,8% del Centro.
In molte di queste situazioni ci si rivolge alle reti di aiuto: Banco Alimentare indica circa 1,75 milioni di persone assistite e oltre 90.000 tonnellate di aiuti. Nella Diocesi di Milano, la Caritas ha raggiunto grazie ai suoi empori oltre 6.300 nuclei familiari e ha servito circa 27 mila pasti serali.
Nell'anno 2024, il comune di Milano, insieme alla rete degli Hub Aiuto Alimentare, ha recuperato 795 tonnellate di cibo (615 nel 2023), che hanno raggiunto 14.973 nuclei familiari tra cui 3.867 minori.
Numeri preziosi che non possono bastare, ma che servono da monito alla politica. «Meno bonus a pioggia dal governo - precisa Fanzago - e più investimenti strutturali per affrontare le criticità, a partire da quella abitativa. Come Diocesi di Milano abbiamo dato una mano con il fondo Schuster, (iniziativa del dicembre scorso per sostenere il diritto alla casa, ndr) ma non è compito di Caritas risolvere il problema. Possiamo tutt'al più suggerire una soluzione. Certo è che se si alleggerisce il carico sull'abitare, si può provare a tamponare le altre emergenze».
POVERTA IN ITALIA - CITTADINI ASSISTITI DALLA CARITAS
poverta in italia
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POVERTA IN ITALIA - CITTADINI ASSISTITI DALLA CARITAS
mensa della caritas
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