becciu tortora

BECCIU COME TORTORA? - VITTORIO FELTRI IN DIFESA DEL CARDINALE: "IL PROCESSO PER PRESUNTE MALVERSAZIONI CHE STA PER PARTIRE SI REGGE SULLE DICHIARAZIONI DI UN PENTITO, MONSIGNOR PERLASCA, CHE ERA AL CENTRO DELL'AFFARE CONTESTATO. UNA PERSONA TRASFORMATA IN PISTOLA FUMANTE. TUTTI I QUOTIDIANI E I TG ITALIANI HANNO SUCCHIATO COME IL LATTE DALLA MAMMELLA MATERNA LE CONCLUSIONI COLPEVOLISTE, MA..."

Vittorio Feltri per "Libero Quotidiano"

 

VITTORIO FELTRI

Avevo anticipato che oggi mi sarei occupato del caso Becciu a partire da una strana faccenda. È chiaro come il sole che il processo che sta per partire il 27 luglio e che vede dieci imputati, tra cui il cardinale Angelo Becciu, si regge non tanto su dati di fatto accertati, ma sulle dichiarazioni di un pentito. Non due, tre, quattro anzi 24 pentiti come capitò a Giulio Andreotti, ma a uno solo, come già accadde a Enzo Tortora.

 

enzo tortora e vittorio feltri

Da che cosa lo deduciamo? Dalla sparizione di un monsignore, Alberto Perlasca, scagionato a priori senza alcuna spiegazione, tirato fuori immacolato dai presunti turpi affari del palazzo di Londra, di cui era stato per sua stessa ammissione un protagonista.

 

enzo tortora

Che sia lui il perno di tutto, una persona trasformata in pistola fumante, lo si comprende non solo dall'uso che delle sue dichiarazioni fanno i pm vaticani ma dal trattamento eccezionale riservatogli.

 

Come se fosse stato prelevato in elicottero nottetempo dalle guardie svizzere per ragioni che non appartengono al codice conosciuto, dato che in Vaticano non esiste alcuna legislazione che premi il pentito divenuto collaboratore di giustizia. Vedremo a processo se reggerà il contraddittorio.

 

giovanni angelo becciu

Intanto la domanda che riguarda ogni pentito che si rispetti, secondo il metodo Falcone, è se sia credibile, riscontrabile, se abbia davvero detto tutto, o si sia ritagliato verità su misura. Be'. Tutti i quotidiani e i tg italiani hanno succhiato come il latte dalla mammella materna le conclusioni colpevoliste dell'ordinanza diffusa sabato scorso in Vaticano, ma quel latte è avvelenato. E il volume delle 488 pagine di accuse porta nel suo seno un vulnus che lo smonta in origine.

 

INDAGINI E OMISSIONI

Il fatto è che a Londra c'è già stato un processo che ha ridotto in polvere le argomentazioni basate su Perlasca. Lo scorso marzo il giudice di Londra che ha dovuto pronunciarsi sulla richiesta di arresti e sequestri chiesta alla giustizia di Sua Maestà dai procuratori vaticani è stato addirittura irridente.

 

giovanni angelo becciu papa francesco bergoglio

Senza mai nominare nelle sue 47 pagine Becciu, che secondo lui non c'entra proprio nulla con questo pasticcio, parla di indagini caratterizzate da «omissioni», elementi «distorti» e dal «chiaro travisamento» dei fatti.

 

Scrive Sua Onorabilità Baumgartner: «Il professor avvocato Alessandro Diddi dice che monsignor Perlasca era incapace e inetto. Anche se questo può essere vero, agire come un cospiratore disonesto è un'altra cosa».

 

becciu

Forse è scemo il tuo Perlasca, ma delle due l'una: o è un povero inetto o è un geniale cospiratore, devi deciderti, e provare le accuse, senza nascondermi le carte, caro Diddi. Perché hai nascosto - aggiunge il giudice Baumgartner - le lettere da cui risulta che il successore di Becciu, l'arcivescovo Edgar Peña Parra, aveva autorizzato l'operazione incriminata, a sua volta con il consenso del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, e non li accusi di nulla? Insomma: Perlasca è una pasta plasmata per la bisogna dai pm, i quali modellano il monsignore per il comodo dell'accusa, come un gettone da infilare nel juke box e poi schiacciare il bottone affinché suoni la musica desiderata.

 

Giovanni Angelo Becciu

Credibile Perlasca? Mica tanto. Alle 42 pagine di Baumgartner (46 in italiano), e ai suoi rilievi fattuali e di pura logica empirica, per mesi il Vaticano non ha dato risposta. Non ha fatto appello a istanze giudiziarie superiori. Bisogna saper aspettare il momento giusto, quando tutti si inchineranno alla volontà purificatrice delle toghe papaline. Ed è arrivato il 3 luglio.

 

Ci sono sette pagine dedicate a Baumgartner, tra le 488 pagine della requisitoria. Le tesi divergenti rispetto a quelle maturate all'ombra del Cupolone vengono stracciate con i denti, prese a calci come un topo morto collocato sul tappeto rosso della propria gloria. Ma non dicevano i magistrati che le sentenze si rispettano, specie quelle definitive e non appellate? Ovvio: solo quelle dove si danno ragione tra loro come Cip e Ciop.

 

MONSIGNOR ANGELO BECCIU

CORTE INGLESE

Ma Londra non ama le camarille. E allora i pm vaticani si lasciano travolgere dall'ira, usano concetti privi dell'ironia con cui li aveva sculacciati Baumgartner. Normalmente in Italia siamo animati da una certa invidia verso l'imparzialità insieme austera e carica di humor dei giudici di Sua Maestà britannica.

 

Tanto più che è proprio sulla contesa del palazzo di Londra trattata dalla corte inglese che si è costruita la poderosa ghigliottina, la quale - si dà per scontato - taglierà la testa al cardinale Angelo Becciu. Stavolta nulla. Tutti, ma proprio tutti, si sono inchinati all'unisono davanti alle considerazioni di Alessandro Diddi, promotore di giustizia (pm) della Città-Stato, ignorando le disinteressate lezioni di Baumgartner.

 

angelo becciu papa francesco

Hanno consentito che in questa disfida a menare sia solo il Vaticano. A proposito di giornalismo laico. E che fa Diddi? Usa un aggettivo da sfida a duello, accusa il giudice di aver vergato nella sua sentenza «aberranti conclusioni». Chi è Diddi? Baumgarntner lo chiama «professor avvocato». Infatti è avvocato del foro di Roma, e in questa veste ora difende un tipetto del clan Casamonica, e in contemporanea fa il pm in Vaticano. E questo è solo uno degli strani intrecci esistenti tra giustizia d'Oltretevere e quella di qua dal Tevere.

 

Giovanni Spadolini auspicava un Tevere più largo. Si dà il caso che avvocati e procuratori si spostino dai palazzi di giustizia italiani, o addirittura dal ministero della Giustizia (l'ex guardasigilli Paola Severino è stata ingaggiata come avvocato di parte civile della Segreteria di Stato), camminando tranquillamente sulle acque come a suo tempo il Nazareno. Miracoli di cui francamente avremmo fatto a meno per la trasparenza che dovrebbe valere ovunque ci sia di mezzo un qualsiasi essere umano che rischia la ghirba.

 

angelo becciu

LA REQUISITORIA

Cose curiose avvengono nel giornalismo italiano. Nessuno ha sollevato il problema del conflitto di interessi che attraversano questo tribunale vaticano. Si noti che nella medievale procedura giudiziaria dello Stato del Papa non esiste il gip. La requisitoria dei pm (nel nostro caso Diddi) è una sentenza-ordinanza di rinvio a giudizio, e avallata per tale nel nostro caso da Giuseppe Pignatone, che del Tribunale vaticano è presidente.

 

Londra digerirà un simile documento vaticano di portata mondiale contro una deliberazione della sua giustizia. Se fosse stato un tribunale cinese contro un vescovo clandestino neanche un monsignoruccio qualsiasi avrebbe parlato di «aberranti conclusioni».

angelo becciu papa francesco 2

 

E qui siamo a Tribunale contro Tribunale. Si noti il groviglio. Pignatone fino a un paio d'anni fa era procuratore capo di Roma, e reggeva l'accusa nel processo Mafia capitale contro Emanuele Buzzi, nell'occasione difeso da Diddi. Oggi si trovano a reggere la medesima pigna di carte, e giudicheranno un tale a cui il Papa ha già mozzato le orecchie dieci mesi prima di un regolare processo. Che non parte proprio con l'idea di essere un monumento alla trasparenza.

cardinale angelo becciu

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….