TEST DEL SANGUE PER BERGOGLIO - A NAPOLI IL PAPA SARÀ “ACCOLTO” DA SAN GENNARO CON UNA LIQUEFAZIONE DEL SANGUE “FUORI STAGIONE”? CON LE VISITE DI WOJTYLA E RATZINGER NON ACCADDE…

BASSOLINO BACIA LA TECA DI SAN GENNARO IN MANO A SEPEBASSOLINO BACIA LA TECA DI SAN GENNARO IN MANO A SEPE

Marco Demarco per il “Corriere della Sera”

 

Vuoi vedere che questa volta San Gennaro farà il miracolo? L’auspicio, che nessuno potrebbe correttamente formulare, tanto più un uomo di Chiesa, visto che un miracolo su commissione suonerebbe male, quasi una contraddizione in termini, è nascosto tra le righe di un libro appena stampato. A parlare nel testo (Lettere a Francesco, Guida editore) è cardinale Crescenzio Sepe l’occasione è data dall’arrivo del Papa a Napoli, sabato prossimo.

 

TESORO DI SAN GENNARO TESORO DI SAN GENNARO

Quell’auspicio spunta a pagina 24, dopo preoccupate riflessioni su Napoli, città «di parole più che di fatti», dove promesse e impegni «vengono triturati come polvere». Mentre la città vive in religiosa attesa la vigilia, si ricostruisce dunque un episodio che avvenne il 21 maggio del 2007. Quel giorno, un altro papa in visita a Napoli, Benedetto XVI, entrò nella Cappella del tesoro di San Gennaro.

 

Il Cardinale Sepe, che I segnali Il prodigio avviene in date prefissate, tre volte l’anno. Le parole del Cardinale Sepe testimone di quella visita «quasi privata», ne ricorda alcuni momenti con Massimo Milone, responsabile di Rai Vaticano, curatore del libro in questione, che tra l’altro raccoglie testimonianze di napoletani illustri come Mirella Barracco, Giuseppe Galasso, Marco Salvatore e Aurelio de Laurentis.

 

AMPOLLA CON IL SANGUE DI SAN GENNAROAMPOLLA CON IL SANGUE DI SAN GENNARO

Otto anni fa, Ratzinger, il Papa che più di ogni altro ha cercato di tenere insieme fede ragione, entra nel Duomo, avvicina al sangue del santo patrono e martire, si inginocchia davanti alla teca e, in preghiera, la bacia. «Un bacio dato con la mente e con il cuore», racconta Sepe, che in quel gesto di venerazione vede un omaggio all’intero popolo di Napoli. «Sembrava quasi che il Papa non volesse più staccarsi dalla reliquia», insiste commosso Cardinale. «Tuttavia — aggiunge subito dopo — il prodigio della liquefazione del sangue non avvenne».

 

LUIGI DE MAGISTRIS BACIA L AMPOLLA CON IL  SANGUE DI SAN GENNAROLUIGI DE MAGISTRIS BACIA L AMPOLLA CON IL SANGUE DI SAN GENNARO

Ed ecco punto. Attenzione. Tranne eccezioni, inciampi e dinieghi, come nel 1973, al tempo del colera e delle cozze infette, il sangue di San Gennaro si scioglie tre volte all’anno: alla vigilia della prima domenica di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre. Ma nel caso di Ratzinger eravamo a fine maggio. Perché sottolineare con tanta enfasi che il prodigio non ci fu? Al contrario, farlo, e in modo così partecipato, non equivale a rivelare che c’era in realtà chi lo riteneva possibile?

IL SANGUE DI SAN GENNAROIL SANGUE DI SAN GENNARO

 

E se era lecito sperare allora, alla presenza di papa Ratzinger, perché non oggi, in occasione della visita di papa Francesco? Troppe deduzioni, si dirà. Ma la settimana scorsa il Corriere del Mezzogiorno ha titolato così un articolo di Carmine Festa: «La Curia spera che San Gennaro sciolga il sangue per Francesco». E nessuno se n’è lamentato. La questione è dunque posta.

 

E il Santo è ora di fronte a un bivio: miracolo o non miracolo? Si sa infatti che anche papa Francesco renderà omaggio a San Gennaro, si avvicinerà alla teca e la bacerà. Cosa succederà quel punto? Che ne sarà del sangue, conservato in una ampolla risalente al IV-V secolo e da sempre oggetto di culto, di rispetto laico, ma anche di attenzione polemica: al centro, cioè, di dispute infinite tra fedeli credenti e scientisti irriguardosi?

 

RATZINGER E CRESCENZIO SEPERATZINGER E CRESCENZIO SEPE

Rimarrà aggrumato, denso, immobile, come è avvenuto in occasione della visita di Benedetto XVI, appunto, e in quelle precedenti (tre in anni diversi) di Giovanni Paolo II? O si scioglierà, come si racconta sia accaduto, in casi analoghi, solo due altre volte? Il primo di questi episodi, quello che da sempre fa più discutere, perché carico di valore storico e simbolico, è del gennaio del 1799.

 

Nella Napoli repubblicana di Mario Pagano e di donna Eleonora Pimmentel Fonseca, arrivano i francesi, e davanti al generale Jean Étienne Championnet avviene ciò che molti leggono addirittura come un atto di sottomissione del Santo: contro il calendario e contro le aspettative dei cattolici filoborbonici, il sangue si scioglie. Il secondo episodio è invece del novembre del 1848, quando in fuga dai moti rivoluzionari di Roma, Pio IX ripara a Napoli, ospite di Ferdinando II.

 

WOJTYLA GIOVANNI PAOLO II A NAPOLIWOJTYLA GIOVANNI PAOLO II A NAPOLI

Devoto e affranto, prima ancora di ritirarsi nella reggia di Portici, il Papa cerca conforto in San Gennaro. Dell’avvenuto scioglimento del sangue anche in questa occasione non vi è traccia nei documenti ufficiali. Ma se ne parla da sempre, e nessuno nutre dubbi in proposito. A conferma, c’è poi il dono lasciato dal Pio IX. Un dono assai prezioso: un calice d’oro massiccio che costituisce una delle dieci meraviglie del Tesoro di San Gennaro, a sua volta tra i più ricchi del mondo.

 

È a questo punto che torna l’incognita su sabato. Ci sarà o non la liquefazione del sangue? In altre parole, Bergoglio sarà accolto come Pio IX (e Championnet) o come Wojtyla e Ratzinger? La questione non è di poco conto, essendo la storia del miracolo (in realtà la Chiesa lo definisce un prodigio, cioè fenomeno non di esclusiva natura divina) da sempre molto legata a quella della città.

PAPA FRANCESCO BENEDICE UN BAMBINO DALLA PAPAMOBILE MENTRE SI FA SPAZIO TRA LA FOLLA DI PERSONE ACCORSE DA TUTTA LAMERICA LATINA PAPA FRANCESCO BENEDICE UN BAMBINO DALLA PAPAMOBILE MENTRE SI FA SPAZIO TRA LA FOLLA DI PERSONE ACCORSE DA TUTTA LAMERICA LATINA

 

Ed essendo assai diffusa, ancora oggi, la credenza secondo cui dal prodigio possa dipendere in qualche modo il destino prossimo di Napoli. Nella fede e nella ragione, quella di sabato sarà una bella prova, perché in ogni caso c’è il rischio di far torto a qualcuno.

 

Ma alle strette, una via d’uscita già c’è. La suggerisce inconsapevolmente Aurelio de Laurentiis. Nella sua lettera, il presidente del Napoli ricorda che è stato proprio lui, Bergoglio, a dire una volta che «la vita è come una palla in un campo di gioco: bisogna prenderla dalla parte che viene». Insomma, non resta che aspettare, se ci sarà, l’assist di San Gennaro.

 

PAPA BERGOGLIO TRA LA FOLLAPAPA BERGOGLIO TRA LA FOLLA

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?