gli strafalcioni grammaticali sul cartellone di agrigento pietrangelo buttafuoco

ALTRO CHE CAPITALE DELLA CULTURA: AD AGRIGENTO CI SI PREPARA ALLA SOLITA CUCCAGNA – LE POLEMICHE SUL CARTELLONE STRADALE CON DUE STRAFALCIONI GRAMMATICALI IN QUATTRO RIGHE È SOLO LA PUNTA DELL’ICEBERG. GIAN ANTONIO STELLA: “QUATTORDICI GIORNI PRIMA DELL’ATTESA VISITA DI SERGIO MATTARELLA AD AGRIGENTO NON C’È UNO STRACCIO DI PROGRAMMA. E IL CARTELLO È SOLO L’ULTIMO D’UNA SERIE DI PASSI FALSI, RITARDI, RINVII, POLEMICHE, INCERTEZZE, TALI DA SPINGERE PERFINO IL PRESIDENTE DELLA BIENNALE BUTTAFUOCO A INVOCARE IL COMMISSARIAMENTO DELLA CITTÀ PER…”

Estratto dell'articolo di Gian Antonio Stella per il “Corriere della Sera”

 

gli strafalcioni grammaticali sul cartellone di agrigento 2

Due strafalcioni in quattro righe. Oltre sette anni dopo (sette anni!) la prima candidatura di Agrigento a Capitale italiana della cultura, presentata nel 2017, i girgentini ridono amari: manco il grande cartello stradale su quella pomposamente chiamata «la strada degli scrittori» dedicata a «I luoghi di Luigi Pirandello» sono riusciti a confezionare in tempo.

Alla prima riga c’era l’indicazione «Valle “di” Templi», alla quarta «Casa Pirandello “contrata” Caos». Tanto che i promotori si son dovuti precipitare a correggere: «Anas ha già provveduto alla sua rimozione. Il segnale sarà sostituito». Grazie.

agrigento 4

 

Ma era solo l’ultimo d’una serie di passi falsi, ritardi, rinvii, polemiche, incertezze, tali da spingere perfino il presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco, promosso in quel ruolo di spicco («C’è da credere che riuscirà nell’impegno», scommise Giuliano Ferrara) dalla stessa maggioranza di centrodestra che governa sia a Roma sia a Palermo, a invocare il commissariamento della città per salvare quello che doveva essere un «appuntamento con la storia».

 

agrigento capitale della cultura

Testuale: «Avevo un’idea ben precisa, che fosse l’occasione delle occasioni. Credo che ci siano tutti i presupposti affinché da Roma, quindi dal comando centrale, si abbia la consapevolezza di impugnare il tutto, anche a costo di essere sgarbati nei modi, perché non si può perdere questa occasione». Avanti così, infatti, secondo lo scrittore che guida la prestigiosa istituzione veneziana, la scadenza culturale e turistica rischia d’essere per la Sicilia, «parliamoci chiaro, la formula aritmetica che porta “piccioli”». Cioè la solita distribuzione di quattrini a pioggia. Senza una vera svolta, un vero progetto, una vera programmazione del futuro...

 

Un’accusa non nuova a una certa gestione del potere e delle clientele nei dintorni dell’autonomia speciale siciliana e di quel palazzo dei Normanni ribattezzato dal giornalista Saverio Lodato come il Palazzo della Cuccagna.

Ma stavolta più ustionante proprio perché mossa non dalla sinistra, dai grillini, dai soliti bastian contrari, ma da una voce critica, siciliana, della stessa destra. La stessa voce che dieci anni fa, con l’isola governata da Rosario Crocetta, scrisse per Bompiani Buttanissima Sicilia. […] Dove le critiche di Buttafuoco alla gestione sventurata della sua terra amatissima non si limitavano alle responsabilità della sinistra.

pietrangelo buttafuoco

 

[…] le cronache di oggi non aiutano restituire ottimismo. Dice tutto l’inchiesta firmata su linkiesta.it da Giacomo Di Girolamo, il giornalista che per anni sfidò Matteo Messina Denaro quand’era ai vertici della mafia, sulla montagna di soldi appena distribuiti dalla Regione in mille coriandoli: «Il compromesso è stato questo: un milione di euro a deputato per avere l’ok alla manovra.

 

E ancora una volta, la legge finanziaria della Regione più povera d’Europa (secondo Eurostat nel 2024 la Sicilia ha indossato la maglia nera per il numero di persone a rischio povertà: il 38% della popolazione) è servita per dare mance. I deputati si sono spartiti 80 milioni di euro per distribuire soldi a enti e Comuni dei vari collegi elettorali senza alcun criterio, senza alcuna trasparenza». Sagre, sagre, sagre... Con la partecipazione, va detto, delle stesse sinistre. Un solo deputato avrebbe rifiutato il suo milione per i clientes. L’ex Iena Ismaele La Vardera. Uno.

agrigento 1

 

Fatto sta che, tre giorni dopo i fuochi artificiali che hanno sancito l’arrivo dell’agognato 2025 e quattordici prima dell’attesa visita di Sergio Mattarella, ad Agrigento […] non c’è uno straccio di programma […] Quando i promotori si sono ritrovati agli sgoccioli di dicembre hanno annunciato: ne parleremo a Roma il 14 gennaio alla presentazione ufficiale col ministro Alessandro Giuli. Auguri.

 

agrigento capitale della cultura 3

Non bastasse, il giornale online buttanissima.it di Giuseppe Sottile, dopo aver irriso al concerto di Natale affidato ai tre ragazzi de il Volo , registrato ad agosto al Tempio di Giunone con un caldo afoso e gli spettatori col cappotto perché sembrasse d’essere in inverno, ha chiesto conto al governatore forzista Renato Schifani dei soldi dati a Mediaset per la serata natalizia girgentina e il Capodanno in musica a Catania: «La Regione siciliana ha dato prova ancora una volta di essere una provincia dell’impero. Dell’impero berlusconiano». Altre polemiche in vista.

 

agrigento 3

Per non dire di quelle destinate a riaccendersi sul nuovo Telamone presentato l’anno scorso e criticatissimo da larga parte degli archeologi, da Salvatore Settis ad Adriano La Regina: come ha potuto la «Capitale italiana della cultura» spendere mezzo milione di euro per costruire di sana pianta una specie di grande Telamone-Frankenstein mettendo insieme oltre novanta pezzi di otto telamoni diversi violando tutte le regole del buon restauro? Orrore. È questo il modo di tutelare il proprio patrimonio culturale?

il concerto de il volo ad agrigentogli strafalcioni grammaticali sul cartellone di agrigento 1agrigento capitale della cultura 2agrigento capitale della cultura 1agrigento 2

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO