madia travaglio

NUOVO CAPITOLO DELLA SFIDA MARIANNA MADIA VS “IL FATTO QUOTIDIANO” - IL GIORNALE RACCONTA: “CONTESTA GLI ARTICOLI SULLE IRREGOLARITÀ NELLA SUA TESI DI DOTTORATO CHE HANNO AVUTO UNA "ECO VASTISSIMA", ARTICOLI DAI QUALI IL MINISTRO SI È SENTITA "GRAVEMENTE DIFFAMATA E INGIURIATA" E CI CHIEDE I DANNI MA NOI LI CHIEDEREMO A LEI”  

Dal “Fatto quotidiano”

 

marco travaglio

Dopo averlo annunciato quasi un anno fa, a pochi giorni dalla fine della campagna elettorale il ministro Marianna Madia (Pd) ha convocato il Fatto Quotidiano, il direttore Marco Travaglio, il vicedirettore Stefano Feltri e la collaboratrice Laura Margottini, dando il via alla procedura di mediazione che prelude, salvo accordo fra le parti, piuttosto improbabile, all' introduzione della causa civile per risarcimento danni, definito allo stato "indeterminato".

 

La Madia contesta gli articoli sulle irregolarità nella sua tesi di dottorato che hanno avuto una "eco vastissima", articoli dai quali il ministro si è sentita "gravemente diffamata e ingiuriata". Le "accuse" infondate, secondo la denuncia degli avvocati Nicola Madia e Giuseppe Niccolini, sono tre: aver copiato la tesi di dottorato in Economia del lavoro discussa all' Imt di Lucca nel 2008, "aver altresì copiato altri saggi su riviste scientifiche", non essersi mai recata all' università di Tilburg, dove, secondo quanto dichiarato nella tesi, la Madia avrebbe dovuto svolgere un esperimento di economia comportamentale al centro del terzo capitolo del lavoro.

stefano feltri

 

Queste notizie sono "false", scrivono gli avvocati, come hanno certificato la commissione istituita dall' Imt, la perizia della società Resis, e il Cambridge Journal of Economics. In realtà il Fatto non ha mai contestato alla Madia di "aver copiato" l' intera tesi di dottorato, ma di non aver rispettato le regole sulle citazioni, con oltre 4000 parole riprese da lavori altrui senza che questo fosse evidente dal testo.

 

E non soltanto per aspetti marginali ma anche, tra l' altro, per il modello economico al centro del secondo capitolo che, alla lettura, pare una creazione originale della Madia, mentre così non è. Queste irregolarità sono state confermate sia da esperti indipendenti contattati dal Fatto - che hanno riscontrato un numero maggiore di parole riprese da lavori altrui senza corretta citazione - e perfino dalla perizia Resis, società incaricata da Imt di analizzare la tesi (e tutt' altro che terza perché titolare di un contratto assegnato senza gara per quasi 40.000 euro per docenze e consulenze proprio da Imt).

la tesi di marianna madia e le fonti da cui ha copiato

 

La perizia, e dunque la commissione, hanno poi assolto la Madia sostenendo che nella ricerca economica vigono standard sul plagio e sulle citazioni diversi da altre discipline, giudizio inedito e subito contestato dalla Società italiana degli economisti e da accademici importanti come Roberto Perotti della Bocconi. Il Cambridge Journal of Economics ha ritenuto di non sanzionare l' articolo firmato da Madia e dalla collega Caterina Giannetti ma resta il fatto che quell' articolo, con due autrici, appare pressoché identico nella tesi ma a firma della sola Madia. E omettere la presenza di un co-autore in un lavoro di dottorato è una scorrettezza grave, come riconosce anche la perizia di Resis.

 

E veniamo all' università di Tilburg: il Fatto ha più volte contattato l' ateneo olandese in cerca di una conferma di quanto dichiarato dalla Madia nella tesi, cioè di essere stata lì come "short visiting PhD student" e di aver condotto nel CENTER dell' università un esperimento di economia comportamentale sull' impatto della flessibilità contrattuale sul comportamento di lavoratori e aziende.

la tesi di marianna madia e le fonti da cui ha copiato

 

Tilburg non ha mai fornito elementi a sostegno di queste affermazioni, dell' eventuale passaggio della Madia non esiste alcuna prova, dicono dall' ateneo, e neppure dell' esperimento sui cui risultati si regge un terzo della tesi (e questo è inusuale perché questi esperimenti devono rispettare protocolli standard che richiedono autorizzazioni e liberatorie). Il 15 febbraio, in una intervista a Vanity Fair, per la prima volta la Madia ha risposto a una domanda precisa sul punto: "All' Università di Tilburg è andata davvero a svolgere un esperimento di tesi?".

la tesi di marianna madia e le fonti da cui ha copiato

 

Risposta: "Ma certo, ho partecipato a un seminario informale dove ho presentato un articolo della tesi. Ci sono professori che sono pronti a testimoniare in tribunale".

Neppure la Madia, quindi, conferma quando dichiarato dieci anni fa nella tesi: a un seminario informale si presentano risultati o si ascoltano relazioni altrui. Ma se ha soltanto seguito un seminario, dove e quando ha svolto l' esperimento? E come mai non ha lasciato traccia?

 

Questi sono i fatti. Nulla di quanto scritto dal Fatto è mai stato smentito. Anche le analisi della società Resis con i software antiplagio hanno, con piccole variazioni dovute all' impostazione discrezionale, confermato i risultati ottenuti da analoghi controlli svolti da Laura Margottini per il Fatto. Eppure da un anno il ministro Madia usa i suoi social network per diffondere l' impressione che ci sia una campagna contro di lei a base di menzogne condotta dal Fatto.

la ministra marianna madia

 

"Le faccio una domanda: quella perizia lei l' ha letta in originale o sul giornale", dice per esempio all' intervistatrice di Vanity Fair, suggerendo che il Fatto abbia manipolato il documento o presentato una selezione faziosa del contenuto.

Già con le sue prime minacce di querela, a marzo 2017, e poi con l' infondata richiesta di risarcimento danni ora la Madia ha cercato di minare la credibilità del Fatto, non avendo argomenti per contestare nel merito quanto rivelato.

 

Per queste ragioni all' incontro tra le parti, previsto il per il 7 marzo, il Fatto non avvierà alcuna mediazione con il ministro Madia, anzi. Il Fatto, con l' avvocato Caterina Malavenda, presenterà una domanda riconvenzionale, chiederà cioè il risarcimento del danno subito dall' accusa infondata di aver tenuto una condotta diffamatoria nei confronti della Madia.

MARIANNA MADIA

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…