BASTA ALIBI: SE L'AFRICA NON È "INDIPENDENTE" ORMAI È COLPA SUA - E INFATTI L'HA CAPITO PERSINO L'UNIONE AFRICANA CHE HA PRESENTATO UN PIANO A SOSTEGNO DELL'AGRICOLTURA NEL CONTINENTE NERO: L'OBIETTIVO E' RAGGIUNGERE L'INDIPENDENZA ALIMENTARE ENTRO IL 2030 - "NESSUNA NAZIONE PUÒ ESSERE VERAMENTE LIBERA SE NON SFAMA LA SUA POPOLAZIONE". BENE, SI DIANO DA FARE E RIPENSINO IL LORO MODELLO DI SVILUPPO: LA DECOLONIZZAZIONE S'È CONCLUSA 40 ANNI FA E SONO ARRIVATE CENTINAIA DI MILIARDI DI DOLLARI DI AIUTI UMANITARI - TRA GOLPE MILITARI, FAIDE TRIBALI, TERRORISMO ISLAMICO E DITTATORI INGORDI, L'AFRICA HA SPERPERATO OPPORTUNITA': LA SMETTESSE DI FRIGNARE E SIA DIA UNA "RIPULITA"
(ANSA) - ROMA, 30 OTT - "Entro il 2030 il costo delle importazioni alimentari in Africa potrebbe superare i 150 miliardi di dollari all'anno, indebolendo il margine di bilancio e minando la sovranità africana". E' quanto sottolineato dal capo del Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale, Economia Blu e Ambiente Sostenibile dell'Unione Africana, Moses Vilakati, nel suo intervento alla 21a edizione della Piattaforma di Partenariato del Programma Globale per lo Sviluppo Agricolo dell'Africa, che si tiene a Kigali in Ruanda, in occasione della Giornata Africana per la Sicurezza Alimentare e Nutrizionale.
"Nessuna nazione può essere veramente libera se non riesce a sfamare la sua popolazione e in Africa - ha detto - l'agricoltura non riguarda solo il cibo. Riguarda la dignità, la prosperità e il futuro del nostro continente. L'Africa deve nutrirsi da sola e nessun bambino dovrebbe andare a letto affamato".
Secondo i dati forniti da Vilakati, oltre 280 milioni di africani soffrono oggi la fame e quasi un bambino su cinque soffre di ritardo della crescita a causa della malnutrizione cronica. L'Africa è responsabile di oltre la metà dell'aumento globale della denutrizione, mentre il cambiamento climatico minaccia di ridurre i raccolti agricoli fino al 20% in alcune regioni entro il 2050.
L'inflazione alimentare ha superato il 30% in alcuni paesi. La malnutrizione costa già alle economie africane fino all'11% del Pil ogni anno, frenando lo sviluppo e il potenziale umano. "I sistemi alimentari africani portano la profonda impronta di una storia plasmata dall'estrazione coloniale e dalle disuguaglianze strutturali - ha aggiunto Vilakati - E' necessario dunque rivendicare il controllo sui nostri sistemi alimentari, ripristinare la dignità dei nostri agricoltori e creare percorsi commerciali e di investimento più equi.
coltivatori di cacao in africa 1
A livello globale, il 75% della diversità delle colture è scomparso nell'ultimo secolo. L'Africa ospita oltre 2.000 colture indigene, ma solo poche dominano i mercati e le catene del valore. Questa erosione indebolisce la nostra resilienza alla siccità, ai parassiti e agli shock climatici, e mina sia la nutrizione che il patrimonio culturale".
"Rivitalizzare specie trascurate e sottoutilizzate non è nostalgia - ha detto ancora - ma un imperativo strategico per l'adattamento, la sovranità e la sicurezza alimentare. Per questo motivo dobbiamo concentrarci sui piccoli agricoltori, sulle donne e sui giovani che producono oltre il 70% del cibo consumato nel continente".
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Il piano di sostegno all'agricoltura dell'Unione africana prevede tra l'altro lo sviluppo di fertilizzanti per ridurre la dipendenza dai paesi esteri; lo sviluppo di banche dei semi e la protezione della biodiversità, la promozione dell'economia blu per sfruttare le risorse interne e costiere; e il rafforzamento della resilienza climatica.
Il piano è portato avanti attraverso una collaborazione tra Stati membri, comunità economiche regionali, partner per lo sviluppo, società civile e settore privato. "Entro il 2050, una persona su quattro nel mondo vivrà in Africa. Il nostro mercato agroalimentare varrà oltre 1.000 miliardi di dollari, rappresentando al tempo stesso un'enorme opportunità e una seria responsabilità" ha concluso capo del Dipartimento Agricoltura dell'Unione africana.


