costa azzurra ndrangheta mafia nizza

CHIAMATELA COSCA AZZURRA! LA ’NDRANGHETA SI GODE IL SOLE E I SOLDI DELLA COSTA AZZURRA – TRA LOCALI PER RICICLARE DENARO E LABORATORI PER RAFFINARE LA COCAINA, LE ’NDRINE HANNO COLONIZZATO IL RICCHISSIMO LITORALE FRANCESE, DA NIZZA FINO A CANNES – LA DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA HA RICOSTRUITO L'INTRECCIO FRA BOSS, BROKER, MASSONI E PEZZI DEVIATI DELLO STATO PER SPARTIRSI UN BUSINESS RICCHISSIMO, NELL'INDIFFERENZA DELLE FORZE DELL'ORDINE FRANCESI…

Estratto dell’articolo di Giuseppe Legato per “La Stampa”

 

NIZZA - COSTA AZZURRA

La mappa è tutta nell'ultima relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia. Mette in fila mafie, città e famiglie come in un risiko di potere e lusso. Affari e misteri. Boss, mamme santissime, broker, massoni, pezzi deviati dello Stato e - da ultimo - nuove generazioni delle ‘ndrine. Tutti insieme - appassionatamente - nella striscia di mare e terra che si chiama Costa Azzurra. «Nizza, Mentone e Cannes» mettono nero su bianco gli investigatori di Roma.

 

[…]  L'innesco dei "calabresi", ad esempio, è Ventimiglia, insuperabile frontiera per i migranti, ma non per i picciotti delle ‘ndrine di mezza Italia che si sono spostati in quel ricchissimo fazzoletto d'Europa «visto come naturale continuità - si legge agli atti investigativi - lungo la costa del mar Ligure». È questa la «Camera di passaggio - secondo gli 007 - cioè di raccordo tra le strutture italiane e francesi».

 

MAPPA DELLA NDRANGHETA IN COSTA AZZURRA - FRANCIA

L'elenco di nomi prodotto dalla Dia è un brand del potere mafioso nel mondo. L'ultima conferma alcuni mesi fa: maggio 2023. La Dda di Reggio Calabria manda in discovery l'inchiesta "Eureka". Agli atti c'è una telefonata in cui si discute di un fidanzamento andato a monte perché la famiglia della ragazza non reputa lo spasimante all'altezza della figlia: «Se vedeva il conto in banca che ha… vedi se lo voleva. Che Vincenzo la faceva d'oro».

 

Il rimando è a Vincenzo Giorgi, un quarantenne originario di San Luca (Rc), uomo d'affari che rimbalza come un flipper tra Mentone, Milano, Ventimiglia e San Marino. Per il Ros «le sue condizioni economiche non permetterebbero di provvedere nemmeno al proprio sostentamento» ma sarebbe coinvolto «in traffici internazionali di cocaina di portata milionaria». Un interlocutore lo rassicura: «Vedrai che sulla spiaggia troverò qualcosa di bello».

 

CANNES - COSTA AZZURRA

Per i carabinieri è l'innesco che fa pensare come dalle pendici dell'Aspromonte qualcuno stia cercando un locale in cui investire denaro. Si arriva, così, alla società "Aurora", compagine di diritto francese, rilevata a luglio 2021 a cui fa riferimento il ristorante "La Voglia", 3 Avenue Felix Faure a Mentone. Pieno centro, ombrelloni color crema, "La Voglia" - oggi sotto sequestro per mano della Dda - conta sei dipendenti tra cui proprio Vincenzo Giorgi che secondo il Ros detiene una quota occulta «con il placet - si legge agli atti - degli unici due soci».

 

Tra questi un uomo originario di Palmi (Rc) ma domiciliato ad Antibes, accusato di trasferimento fraudolento di valori, avrebbe fondato in Costa Azzurra un circolo che ha quale scopo ufficiale l'assistenza agli immigrati italiani in Francia ma, in realtà, dovrebbe essere la copertura per una loggia massonica di italiani oltralpe. E anche se penalmente non rileva, è lui stesso al telefono a definirsi «Gran Maestro dell'Ordine mondiale dei Cavalieri templari in Djibouti» e ancora «appartenente all'Ordine dei Cavalieri templari di Gerusalemme».

 

cocaina ndrangheta

A marzo 2022 i due soci, tra cui il massone, avrebbero «ceduto a Vincenzo Giorgi, al prezzo simbolico di un euro, ben 240 quote della "Sarl Aurora"» facendolo così diventare socio di maggioranza.

 

Ma la storia degli affari delle mafie in Costa Azzurra «è lunga e referenziata» confida un investigatore di lungo corso. Basti pensare al caso dei fratelli Graviano, vertici di Cosa Nostra, che scelsero Nizza come buen ritiro per le loro mogli e i figli concepiti - mistero indecifrabile - mentre i padri erano ristretti al 41 bis. E fu un insospettabile commercialista di Palermo, Giorgio Puma, in fuga dalla paura di essere finito in un gioco più grande di lui, a raccontarlo ai magistrati Maurizio De Lucia (allora pm, oggi procuratore) e Michele Prestipino.

 

DIA - DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA

Iniziò a parlare alle 16.45 del 22 settembre 1998, finì quattro ore dopo. Disse di essere stato avvicinato da un avvocato dei fratelli di Brancaccio che lo portò al loro cospetto: «Dottore abbiamo da investire, si informi, studi». Nell'estratto di inedito verbale dell'epoca Puma «ammise di aver trasferito somme di denaro per 200 milioni di euro da Palermo a Nizza e di aver lì reperito diversi alloggi ai familiari dei Graviano». […]

 

Infine: «Ho aperto per le mogli dei Graviano numerosi conti correnti in due diversi istituti di credito della città francese». Le indagini dei magistrati appurarono come, in quel contesto, il direttore della banca scrisse alla Prefettura di Nizza: «Le signore - rappresentò - hanno sufficiente denaro per poter vivere tranquillamente». E dopo pochi giorni ecco le carte di identità: Rosalia Galdi e Francesca Buttitta, mogli di Giuseppe e Filippo Graviano, 77 Avenue des frerès Roustan, Residence Port Azur, Le Golf Juan 06, Nizza.

 

Lo storico delle mafie Antonio Nicaso, docente universitario di crimine organizzato in Canada, chiude il cerchio: «Il triangolo Nizza-Mentone-Cannes è da decenni - dice - un territorio che rientra nella logica dei paradisi normativi. Le mafie, ‘ndrangheta soprattutto, sono attente ai vulnus, ai luoghi dove le leggi sono meno afflittive, dove si incontra minor resistenza».

 

cocaina ndrangheta

Ecco la chiave della scelta. «Per anni dalla Francia gli arrestati per 416 bis (associazione di stampo mafioso) non sono stati estradati in Italia perché non c'è stata e c'è, a mio avviso, la volontà politica di affrontare il tema che viene declinato nella sua dimensione ontologica dei riti e dei miti, quando i clan calabresi vivono di relazioni che creano sul posto».

 

Chiedere, per informazioni ai boss della famiglia De Stefano, ‘ndrangheta di élite mondiale. Che dal 1980 ha contato i suoi vertici nascosti in questo fazzoletto di spiaggia. Fra tutti Paolo, l'uomo nero che aveva rapporti con la destra eversiva: da Delle Chiaie a Franco Freda a Junio Valerio Borghese. Spietato, visionario come i giovani di oggi a caccia di affari e di quiete giudiziaria nella terra del jet set fino all'arresto avvenuto a villa Georgia, 15 stanze e parco a picco sul mare di Cap d'Antibes.

 

NIZZA - COSTA AZZURRA

Una linea che continua: due imprenditori sono finiti nei guai di recente; erano in contatto con le cosche della Piana di Gioia Tauro, avevano impiantato un laboratorio di cocaina in un'insospettabile azienda agricola specializzata nella coltivazione di gelsomini di riviera. Chapeau.

CANNES - COSTA AZZURRA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)