migranti cei

PREDICARE BENE E RAZZOLARE MALE - LA CHIESA CHIEDE DI ACCOGLIERE I MIGRANTI E POI CHI PAGA? GLI ITALIANI - SONO 23 MILA I RIFUGIATI NELLE VARIE DIOCESI MA DI QUESTI SOLO 4 MILA VENGONO SOSTENUTI CON I FONDI ECCLESIASTICI - GLI ALTRI MANGIANO E BEVONO (IL 79%) CON I SOLDI DEL GOVERNO 

Giuseppe De Lorenzo per Il Giornale

 

galantino nunziogalantino nunzio

Il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, lo ha detto in tutte le salse: bisogna accogliere i migranti. Posizione legittima, per carità. Ma a spese di chi? Già, perché a conti fatti lo slancio caritatevole della Chiesa non lo sostengono le casse del Vaticano. Ma gli italiani. A documentarlo sono i dati dell' ultimo rapporto della Caritas sulla «Protezione internazionale in Italia»: a giugno 2016, il 17% degli stranieri accolti nel Belpaese erano presi in carico dalla Cei. Mica male.

 

Anche perché di questi 23.201 immigrati che risultano nelle strutture religiose, solo 4.929 mangiano grazie a fondi ecclesiastici o donazioni. I restanti 18.272 (il 79%) la Chiesa li accoglie sì, ma usando i soldi dello Stato. Difficile fornire una somma precisa. Galantino ad aprile li quantificava in 150 milioni di euro all' anno. A far man bassa di appalti sono le diocesi e la Caritas. L' ente della Cei compare come aggiudicatario in almeno 26 diverse prefetture attraverso le sue diramazioni locali o le fondazioni controllate. Sondrio, Latina, Pavia, Terni e via dicendo per un importo ben oltre i 30 milioni di euro l' anno. I dati risalgono a tutto il 2016: tra le più ricche la Caritas di Udine, con i suoi 2,7 milioni di euro.

 

NUNZIO GALANTINO 3NUNZIO GALANTINO 3

Poi la Mondo Nuovo Caritas di La Spezia (1,7 milioni) e quella di Firenze (664mila euro). Un capitolo a parte lo merita Cremona, che ha dato i natali a Monsignor Gian Carlo Perego, direttore Generale di Migrantes. Qui la Chiesa ha fatto bottino pieno: oltre 3 milioni di euro alla diocesi cittadina e 1,6 milioni assegnati alla gemella di Crema. L' attuale vescovo di Ferrara, soprannominato «il prelato dei profughi», quando guidava la Caritas cremonese lasciò in eredità la «Servizi per l' accoglienza». Coop che non si è fatta sfuggire 1,2 milioni di euro nel circuito Cas e altri 2,4 per la rete Sprar 2014/2016 da spartire con altre due associazioni.

 

barcone di immigrati foto di Massimo Sestini per Marina Militarebarcone di immigrati foto di Massimo Sestini per Marina Militare

«La Chiesa accolga gratis i migranti», ha chiesto più volte Salvini invitando i vescovi a dichiararsi ospitali, ma senza pesare sui contribuenti. Parole al vento. Per capire il variegato mondo cristiano nella gestione dell' immigrazione, bisogna pensare al sistema solare: al centro la Caritas e intorno un' immensa galassia di organizzazioni più o meno collegate. Vicine al sole ruotano decine di coop nate in seno alle diocesi e operative su suo mandato. Spiccano la Diakonia onlus di Bergamo, che ha incassato 8,1 milioni. O la Intrecci Coop di Milano, con i suoi 1,2 milioni per l' accoglienza straordinaria a Varese.

 

MIGRANTI NEI CENTRI ACCOGLIENZAMIGRANTI NEI CENTRI ACCOGLIENZA

Dove non arriva la curia ci pensano i seminari, le parrocchie, gli ordini religiosi e le fondazioni. Come la «Madonna dei bambini del villaggio del ragazzo», che l' anno scorso ha festeggiato l' assegnazione di 1,5 milioni di euro. A poca distanza dal cuore del sistema si posizionano centinaia di associazioni che si richiamano a vario titolo alla dottrina sociale della Chiesa. Qualche esempio? Tra un coro dello Zecchino d' Oro e l' altro, la Antoniano onlus di Bologna ha accolto pure un piccolo gruppo di migranti. E con il sottofondo del «Piccolo coro» si è vista liquidare 129mila euro in un anno.

 

E ancora la coop Edu-Care di Torino (2,6 milioni assegnati), la San Benedetto al Porto di Genova, le Acli e via dicendo. L' elenco è sconfinato. Il Papa l' ha detto chiaramente: «Chi non accoglie non è cristiano». E così si sono attivate pure una lunga serie di grandi cooperative bianche. Al banchetto caritatevole partecipano tutte, dalle coop citate in Mafia Capitale fino alla rete delle Misericordie d' Italia. La sezione più famosa è quella che gestisce il Cara di Isola di Capo Rizzuto, nella bufera con l' accusa di collegamenti con la mafia e trattamenti inumani. Le affiliate non si fermano in Calabria. Alcune sezioni controllano diversi Cas tra Arezzo, Firenze, Ascoli, Pisa. In Toscana l' introito 2016 è di 6,2 milioni di euro. Pensare che nel vademecum dei vescovi c' è scritto che l' ospitalità può essere anche «un gesto gratuito». Alcuni non devono essersene accorti.

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