coronavirus quarantena

CI SONO ANCORA CENTINAIA DI ITALIANI, TRA I 500 E I 600, BLOCCATI IN CINA (FUORI DALLA ZONA CHIUSA DELLA PROVINCIA DI HUBEI) CHE NON POSSONO TORNARE IN ITALIA PERCHÉ I COLLEGAMENTI AEREI SONO STATI SOSPESI - E POI C’È IL PROBLEMA DELLA QUARANTENA UNA VOLTA RIENTRATI: DOVE VERRANNO SISTEMATI? - TRA I PAZIENTI INFETTI, VE NE SONO GIÀ OLTRE 300 FUORI DALLA CINA, DI CUI 29 IN EUROPA O NEL REGNO UNITO…

Mauro Evangelisti per “il Messaggero”

 

in quarantena alla cecchignola

Ci sono ancora centinaia di italiani, tra i 500 e i 600, bloccati in Cina (fuori dalla zona chiusa della provincia di Hubei) che non possono tornare in Italia perché i collegamenti aerei sono stati sospesi. Si stanno organizzando voli speciali gestiti dalle compagnie cinesi che poi riportano a casa anche i loro connazionali fermi in Italia, ma c'è ancora molto caos, difficoltà a fare circolare le informazioni, problemi per chi si trovava in città secondarie, lontano da Pechino e Shanghai.

 

coronavirus quarantena in una crociera a hong kong

A questo si aggiunge l'incognita della quarantena allargata per i nostri connazionali una volta arrivati in Italia. «Si continuerà a lavorare per implementare le misure già attivate nelle ultime settimane». In questa frase del comunicato ufficiale diffuso al termine del vertice della task force istituita dal Ministero della Salute sul coronavirus c'è il segnale di cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni se il livello dell'allarme dovesse salire.

 

un infetto dal coronavirus in un aeroporto cinese

Ciò che è certo è che alle altre istituzioni sul territorio è stato chiesto di individuare, nel caso dovessero servire, strutture in cui portare persone in quarantena. Attenzione: non significa che serviranno, ma comunque viene applicato un principio di cautela, visto che ad esempio i nove che torneranno domani dalla provincia di Hubei saranno portati all'ospedale militare del Celio. Alle 21 di ieri sera i dati parlavano di 638 morti e 31.530 contagiati. Tra i pazienti infetti, ve ne sono già oltre 300 fuori dalla Cina, di cui 29 in Europa o nel Regno Unito. In Germania e Francia ci sono stati casi di trasmissione del virus avvenuto all'interno dei rispettivi paesi.

indonesia, disinfettante a pioggia sui passeggeri in arrivo dalla cina 3

 

Questo è lo scenario e fino ad oggi l'Italia, tra tutti i paesi dell'Europa, è quello che ha applicato le misure più severe, bloccando i voli dalla Cina (le altre nazioni del continente non lo hanno fatto). Sullo stop ai voli improvviso che ha causato anche effetti collaterali perché ha impedito agli italiani di tornare e ai turisti cinesi di andarsene, ieri c'è stato un nuovo scontro a distanza.

 

Il console generale della Repubblica popolare cinese, Song Xuefeng, a Milano: «Facciamo un appello forte perché i voli e i collegamenti diretti da e per la Cina tornino a essere effettuati per risolvere la situazione che vede molti turisti cinesi bloccati qui e per recuperare la collaborazione fra i due Paesi. L'epidemia sarà sicuramente sconfitta».

 

VOLI NON RIATTIVATI

mercato tradizionale cinese 1

Ma il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha confermato: i voli per la Cina non saranno riattivati. Ci sono sì dei voli speciali e c'è caos tra gli italiani bloccati in Cina, ma la linea è quella che prima bisogna alzare una diga, poi si interviene per risolvere i casi specifici. Di Maio: «Il blocco dei voli è una misura presa per affrontare l'emergenza nell'immediato e finché le autorità sanitarie ci diranno che è opportuna continueremo a tenerla in atto. L'Italia ha dichiarato lo stato d'emergenza, privilegiando la massima sicurezza dei nostri cittadini».

coronavirus

 

Bene, ma con i voli bloccati, come si possono accentuare le misure di sicurezza? Già oggi in tutti gli aeroporti italiani sono stati installati i termo scanner, che misurano la febbre ai passeggeri. In questo modo, si spera di intercettare chi arriva in Italia partendo dalla Cina con voli in connessione. Il terreno è scivoloso: nel Regno Unito si parla di un britannico contagiato non dopo un viaggio in Cina, ma a Singapore.

 

Altro fronte da valutare (e per ora escluso): prevedere la quarantena in automatico per chi è stato in Cina negli ultimi 14 giorni (non solo dunque nella provincia di Hubei), a prescindere dalle condizioni di salute. Già oggi la comunità cinese si auto-gestisce e isola chi torna in Italia. Qualsiasi misura dipenderà dall'evolversi del contagio, bisognerà capire se la Cina riuscirà ad arginare la diffusione del virus. Ma a Singapore, ad esempio, dove l'allarme è stato innalzato a livello arancione sono stati registrati tre casi di persone contagiate che non hanno mai viaggiato in Cina, né hanno avuto contatti conosciuti con persone infettate.

fiumicino paura per il coronavirus 1

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