fisco tasse

LA PROPOSTA DI UNA NUOVA PACE FISCALE (CIOE’ IL SOLITO CONDONO) DA PARTE DI SALVINI FA INCAZZARE SIA FORZA ITALIA CHE FRATELLI D’ITALIA: “NON E’ UNA PROPOSTA CONCORDATA” - SONO CIRCA QUINDICI MILIONI GLI ITALIANI CON UN DEBITO FISCALE FINO A 30 MILA EURO - COMPLESSIVAMENTE, I CITTADINI DEVONO AL FISCO UNA CIFRA MOSTRUOSA CHE, ALLA FINE DEL 2022, ERA PARI A 1.153 MILIARDI DI EURO MA DI QUESTI SONO CONSIDERATI “ESIGIBILI” SOLO 114 MILIARDI…

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

1 - CONDONO, STOP DI FDI E MEF "SALVINI STA SBAGLIANDO NON CI SONO LE CONDIZIONI"

Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “la Stampa”

 

Per capire come è stata presa, all'interno del governo, la proposta di Matteo Salvini di «una grande e definitiva pace fiscale» per le cartelle sotto i 30mila euro, è forse sufficiente sapere che gli alleati di Fratelli d'Italia e di Forza Italia la definiscono «un condono». Usano, insomma, lo stesso termine che le opposizioni […] Difficile trovare modo più chiaro per far capire all'alleato leghista che la sua idea, «in questo momento, non è proprio nelle nostre corde».

 

salvini giorgetti

Non c'è la volontà di aprire un nuovo fronte con Salvini […] il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti: […] vuole prima valutare gli effetti della precedente pace fiscale, i cui termini scadranno il 30 settembre. I primi dati disponibili arriveranno a metà ottobre e quindi, se Salvini ne sarà ancora convinto, potrà riproporre la sua idea nella futura legge di bilancio. […] In ogni caso – assicurano fonti di FdI – la proposta di Salvini non entrerà nella riforma del Fisco, che è già stata approvata alla Camera ed è da oggi all'esame del Senato.

 

L'obiettivo è chiudere la partita prima della pausa estiva, per mettere in carreggiata i decreti attuativi a settembre e rendere le nuove misure operative a partire dal prossimo gennaio. Modificare adesso il testo per andare incontro alle richieste del leader della Lega costringerebbe invece la maggioranza a ripartire dal via […] Anche dentro Forza Italia si vive con scarso entusiasmo la proposta del segretario del Carroccio: «Non è stata concordata […] Si è lavorato un mese a questa riforma con il viceministro Leo e con i relatori, uno della Lega e uno nostro, di Forza Italia, e l'argomento "pace fiscale" non è mai uscito».

 

condono fiscale

E ad ogni modo, per gli azzurri, «non si può intervenire come vuole Salvini, tagliando indiscriminatamente le cartelle sotto i 30 mila euro. Quando si fanno queste operazioni si deve stingere il cerchio il più possibile, altrimenti si lascia un buco enorme nei conti pubblici». […]

 

2 - DEBITI CON L’ERARIO, SOTTO LA SOGLIA DEI 30 MILA EURO 15 MILIONI DI ITALIANI

Estratto dell’articolo di Mario Sensini per il “Corriere della Sera”

 

MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI

Sono circa quindici milioni gli italiani con un debito fiscale fino a 30 mila euro, i «tartassati» cui pensa il leader della Lega, Matteo Salvini, evocando un nuovo condono fiscale. Sono una grande massa, circa il 97% dei contribuenti che hanno pendenze con l’erario, anche se la maggior parte dell’evasione accertata viene da quel 3% con i debiti più elevati. La platea è molto ampia, ma è difficile dire quanti possano trovare appetibile una nuova sanatoria. A quelle che si sono succedute fino all’anno scorso, in ogni caso, non ha creduto quasi nessuno.

 

CONDONO FISCALE

La prima rottamazione, quella del 2016, era rivolta a 1,5 milioni di contribuenti e doveva portare in cassa 17,7 miliardi, ma ne sono entrati 8,2. Da quella del 2017, che riguardava 800 mila cittadini, dovevano arrivare 8,5 miliardi, e ne sono stati incassati 3. Quella del 2018, rivolta a 1,4 milioni di contribuenti, puntava a un incasso di 26,3 miliardi, ma ne sono arrivati 8,6. La versione 2023 ha riscosso molto più interesse, anche se l’esito non è scontato. La rottamazione «quater» era più conveniente, permettendo di spalmare le rate del debito su un arco di tempo più lungo, e soprattutto consentiva la sanatoria delle sanatorie precedenti.

 

agenzia delle entrate

Chi aveva aderito alle prime rottamazioni e poi aveva smesso di pagare le rate è potuto rientrare nell’ultima sanatoria. Grazie a questo, alla scadenza del 30 giugno scorso, sono arrivate all’Agenzia delle Entrate quasi 4 milioni di richieste di adesione, il doppio di quelle attese. Resta da vedere, però, chi pagherà le rate. A ottobre e novembre scadono le prime due, ciascuna delle quali è pari al 10% dell’importo «definito».

 

L’annuncio di un condono, che oltre all’abbuono di sanzioni e interessi prevederebbe anche la cancellazione di una parte del debito, di sicuro non aiuta. La gran parte dei contribuenti infedeli, per giunta, è strutturalmente recidiva. Più di 7 milioni di italiani, tanto per avere un’idea, ogni anno, e da anni, ricevono almeno una cartella esattoriale per debiti pregressi non pagati.

 

Agenzia delle entrate

Il sistema, del resto, finora ha sempre avuto un occhio molto indulgente sui furbetti del fisco. Ampliando, ad esempio, la possibilità di rateizzare gli importi dovuti (oggi si possono rateizzare a semplice richiesta debiti fino a 120 mila euro), oppure riammettendo ai piani i debitori inadempienti. […] Gli italiani devono al fisco una cifra mostruosa, che alla fine dell’anno scorso era pari a ben 1.153 miliardi di euro. […] Ci sono 156 miliardi di debiti che fanno capo a società e ditte individuali fallite, per le quali si stimano possibilità di incasso minime, così come per i 168 miliardi di cartelle esattoriali a carico di soggetti deceduti e ditte cessate, da cui non si recupererà nulla. Stessa sorte per 136 miliardi di debito sulle spalle di soggetti che, a seguito delle verifiche, sono risultati «nullatenenti».

 

Ci sono poi ben 515 miliardi di somme dovute per le quali sono state avviate azioni cautelari oppure esecutive. Tra queste, 328 miliardi fanno capo ai cosiddetti «grandi debitori», quelli che hanno pendenze superiori a 500 mila euro. Anche per questi crediti, l’Agenzia ha prospettive di incasso pari a zero. […] Di tutti i debiti fiscali, alla fine, solo il 10%, 114 miliardi, vengono considerati realisticamente esigibili. […]

Ultimi Dagoreport

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…