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STAI CALMO, RESPIRA A FONDO - I NEURONI DEL TRONCO CEREBRALE SOLLECITATI ATTRAVERSO UN’OPPORTUNA RESPIRAZIONE, POSSONO RIDURRE IL LIVELLO DI TENSIONE, DI STRESS O DI PANICO (COME NEI MOMENTI CRUCIALI DEL PARTO)

Da www.lastampa.it

 

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Respirare a fondo per lenire il dolore e recuperare un minimo di calma: perché riuscire a farlo può essere di grande aiuto nei momenti di panico, di difficoltà e anche nei momenti cruciali del parto? Uno studio scientifico condotto presso la Stanford University School of Medicine e pubblicato sulla rivista Science ha dimostrato come esistano un gruppo di neuroni a livello del tronco cerebrale che, se correttamente sollecitati attraverso un’opportuna respirazione, possono mediare sentimenti quali la calma, l’attenzione e il rilassamento.  

 

«Il respiro è una competenza naturale e involontaria: il ritmo cambia a seconda del tipo di attività che si sta svolgendo e delle emozioni che si provano in quel preciso momento; è un’azione che in ogni caso si può in una certa misura mediare anche con la volontà- precisa l’ostetrica Sonia Bozzini, membro del consiglio direttivo del Collegio Interprovinciale delle Ostetriche di Milano e Lodi che aggiunge -Il respiro e il rilassamento vanno di pari passo; quando siamo rilassati, il ritmo del respiro tende ad essere lento e regolare; quando siamo tesi e cambiamo attivamente il ritmo del respiro rallentandolo, riduciamo il livello di stress. La chiave per lasciar andare la tensione o la preoccupazione, è quella di sospirare, di espirare buttando fuori, non si tratta quindi di altro che assecondare il naturale rilassamento del ciclo respiratorio». 

 

Gli autori dello studio prima citato, su un modello animale, a livello del tronco cerebrale hanno identificato circa 60 tipi di cellule neuronali potenzialmente sollecitate dall’atto respiratorio e le hanno soppresse per vedere le ricadute sullo stato d’animo. Nello specifico si sono concentrati su due tipi di cellule neuronali capaci di esprimere due diversi marcatori genetici: se tali marcatori non venivano più espressi la respirazione riusciva a essere naturalmente più lenta e anche il comportamento dei topolini si è fatto più tranquillo e si è contraddistinto per la grande calma e per la minore volontà di muoversi e esplorare l’ambiente circostante.  

 

 

Respirare profondamente e bene dunque serve moltissimo e lo sanno bene le ostetriche che assistono le donne durante il parto; a tale proposito l’ostetrica Sonia Bozzini precisa: «Molte donne vengono ai corsi di accompagnamento alla nascita per imparare a respirare durante il travaglio e il parto. In effetti sono molti i metodi che prevedono una sorta di allenamento alla corretta respirazione e che possono aiutare la donna a trovare una modalità propria, utile ad affrontare le fatiche del momento. Nello specifico molte donne trovano utile concentrarsi sul ritmo del respiro, sull’espirazione, inspirando dal naso e molto lentamente espirando dalla bocca.  

 

Un’altra cosa molto importante è dare sonorità al respiro che significa usare la voce: per molte donne mormorare mentre si respira rappresenta una sferzata di energia, poiché aprire la bocca aiuta ad aprire l’area pelvica. Nel momento dell’espirazione, inoltre, oltre alla sonorità può essere utile visualizzare un’immagine piacevole, contare o più semplicemente immaginare di inspirare aria pura ed espirare tutto ciò che non serve e appesantisce.  

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Da ultimo, ma non per importanza è bene sottolineare che qualsiasi tecnica, metodo o approccio di preparazione al parto non prescinde mai dall’importanza del rilassamento: si avverte più dolore quando siamo tesi; le tensioni inutili, purtroppo, disperdono energia preziosa e aumentano la sensazione di fatica.

 

Riuscire a respirare lentamente e con tranquillità, tra una contrazione e l’altra, durante il travaglio, è un ottimo modo per rilassare mente e corpo andando ad assecondare il delicato equilibrio biochimico che permette, da sempre, alle donne di partorire. Ogni donna dovrebbe trovare la propria forma di respiro e rilassamento al fine di non aggiungere altro dolore, a quello che normalmente si avverte durante un momento meraviglioso e delicato come quello del parto, a non allungare il tempo di travaglio e a facilitare quel processo di armonizzazione del corpo che prevede attesa, resistenza, espulsione e gioia».  

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