
IL CONTRAPPASSO DEGLI ATENEI WOKE: HANNO USATO CENSURA E DISPOTISMO, ORA SUBISCONO LO STESSO TRATTAMENTO DA TRUMP - IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO HA MESSO LA MUSERUOLA ALLE UNIVERSITÀ AMERICANE: DOCENTI E STUDENTI HANNO PAURA DI ESSERE LICENZIATI O ESPULSI DAL PAESE A CAUSA DELLE LORO OPINIONI (ESATTAMENTE CIO' CHE AVVENIVA PRIMA CON LE IMPOSIZIONI DEL POLITICAMENTE CORRETTO) - PER EVITARE DI PERDERE FINANZIAMENTI, GLI ATENEI S'ACCUCCIANO ALLA CASA BIANCA E LE PROTESTE PRO-PAL SONO TABU’ ASSOLUTI (COME ERANO TABU' LE CRITICHE AI SOPRUSI PERPETRATI IN NOME DELLE MINORANZE)
Estratto dell’articolo di Barbara Carnevali per “la Stampa”
Sono tornata a Columbia, l'università di New York, dopo un anno e mezzo di assenza. La mia ultima visita risaliva alla primavera del 2024, quando la rielezione di Trump sembrava ancora improbabile. […] Una novità mi aveva sorpresa in quell'occasione: il campus immerso nella città, che avevo conosciuto come uno spazio pubblico brulicante di vita […] era stato chiuso agli esterni in seguito alle proteste pro-Palestina.
Sui prati che fronteggiano la Butler Library gli studenti in lotta, accampati nelle tende e circondati da cartelli e bandiere palestinesi, erano tenuti sotto osservazione da pattuglie in tenuta antisommossa. A un anno e mezzo di distanza, nel decimo mese della seconda era Trump, la militarizzazione del campus è totale.
Ho provato ad attraversare un check point col mio vecchio badge scaduto: al suono dell'allarme un poliziotto aggressivo mi ha intimato di fermarmi e mi ha spedita al cancello principale per la verifica dei documenti. Una volta dentro, mi ha colpita l'atmosfera sospesa, il senso di minaccia latente: la gente sguscia tra i viali a passo veloce, e la psicopolizia regna al posto dell'allegria affaccendata e cosmopolita che mi ha fatto tanto amare Columbia.
Ho pensato di approfittare del soggiorno per fare un piccolo reportage sulle libertà accademiche, intervistando colleghe e colleghi anche di altre università: Rochester, Yale, New School, New York University (NYU).
Quella che riporto è una sintesi fedele dei loro discorsi. Tutti desiderano restare anonimi. […] La formula ricorrente è «abbiamo paura»: paura di perdere il lavoro o di non ottenerlo, se si è in attesa di "tenure", ossia del passaggio dall'insegnamento a tempo determinato alla cattedra; paura di essere licenziati e magari espulsi se stranieri; paura di farsi censurare il syllabus (il programma del corso di insegnamento) o veder scomparire il proprio campo di studi.
Trump governa con la repressione, il ricatto economico e l'autocensura. […] Prima di arrivare a New York ero stata a Rochester, un'università privata di taglia media al confine col Canada. […] I colleghi mi hanno raccontato che un piccolo premio annuale riservato a una studentessa meritevole nel 2025 non è stato attribuito per timore di violare le nuove regole trumpiane ostili alle quote: un caso esemplare di "obbedienza anticipata". Si è parlato anche di un episodio avvenuto in Texas dove, durante un corso di letteratura inglese per l'infanzia, una studentessa ha registrato di nascosto un pezzo di lezione sull'identità di genere, ottenendo di far licenziare l'insegnante.
PROTESTA ALL UNIVERSITA DI HARVARD
Un'amica della New School for Social Research, l'università newyorkese che accolse gli intellettuali profughi dal nazismo, tra cui Hannah Arendt, si dice terrorizzata e pronta a lasciare gli Stati Uniti se necessario. Lì, come a Yale, si temono tagli e censure in discipline, la sociologia e la filosofia in primo luogo, che per definizione affrontano temi sensibili come le diseguaglianze, il razzismo o il genere.
24 university of british columbia
Questa è una possibilità reale anche a Columbia, dove tuttavia il governo della paura punta soprattutto sulla questione palestinese. Al secondo turno di trattative […] la presidenza ha ceduto alle pressioni di Trump, recuperando circa metà dei finanziamenti federali che aveva perso al primo turno (potrebbe trattarsi di 200 milioni di dollari su 400 – ma la trattativa è ancora in corso – che comunque non è molto rispetto ai finanziamenti privati che riceve dai "donors", i donatori): la condizione-capestro che l'università ha dovuto accettare è una definizione di "antisemitismo" comprendente qualsiasi forma di critica allo Stato di Israele e al suo governo.
Numerosi docenti e studenti ebrei avversi a Netanyahu sono dunque accusati o accusabili di odio contro gli ebrei, come è successo alla filosofa Judith Butler sul campus di Berkeley. […]
Molti evitano di esporsi pubblicamente e di prendere parte a proteste o petizioni che potrebbero mettere a repentaglio il loro posto di lavoro. Chi insegna materie politiche cammina sulle uova. […] Tutti riconoscono che è praticamente impossibile affrontare una discussione politica. Un tempo si parlava solo di politica – nelle aule, nei corridoi dei dipartimenti, nelle cene. Oggi non lo fa più nessuno. […]
proteste pro palestina alla columbia university
P.S. Prima dell'era Trump, nei campus americani si parlava molto di politica – è vero – ma anche quella modalità non era priva di pregiudizi, chiusure e censure. Sulle differenze tra i vecchi e nuovi limiti alla libertà di pensiero, e sul modo in cui le accuse contro la cosiddetta cultura woke hanno generato nuove e più temibili forme di censura, vale la pena di ritornare in futuro.
proteste alla columbia university 3
proteste alla columbia university 1
DONALD TRUMP HARVARD
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