green pass in azienda

E ORA CHI CONTROLLERA' I GREEN PASS? - IL GOVERNO NON HA DATO INDICAZIONI, SE NON CHE I DATORI DI LAVORO "SONO TENUTI A VERIFICARE IL RISPETTO DELLE PRESCRIZIONI AL MOMENTO DELL'ACCESSO AI LUOGHI" - LE SCANSIONI DEI QR CODE DOVRANNO ESSERE QUOTIDIANE, PERCHE' L'APP VERIFICAC19 NON PERMETTE DI SAPERE IN CHE MODO IL LAVORATORE ABBIA OTTENUTO IL PASS - UN'INCOMBENZA GESTIBILE PER I PICCOLI NEGOZI, MA SALENDO DI LIVELLO, ALLE IMPRESE MEDIO-PICCOLE O GRANDI...

Niccolò Carratelli per "la Stampa"

 

green pass

Sul come svolgere i controlli fate voi, basta che l'accesso sia consentito solo ai lavoratori muniti di Green Pass. Questa l'indicazione che arriva dal governo, agli uffici pubblici e alle aziende private. Nel nuovo decreto si legge che i datori di lavoro «sono tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni» e definiscono «le modalità operative per l'organizzazione delle verifiche, anche a campione».

 

Questi controlli devono essere effettuati «prioritariamente al momento dell'accesso ai luoghi di lavoro», da parte di soggetti «incaricati con atto formale dell'accertamento e della contestazione delle violazioni». Con un successivo Dpcm saranno definite delle linee guida più specifiche, per inquadrare l'azione di controllo nei vari ambiti: «Eventuali ulteriori chiarimenti saranno affidati alla normativa secondaria», ha confermato il ministro del Lavoro Andrea Orlando.

 

Osho Green Pass Vaccino Lavoro

Una scansione al giorno In ogni caso, i datori di lavoro dovranno individuare uno o più delegati a cui affidare la scansione del Qr code dei colleghi, usando l'app VerificaC19. L'incaricato controllerà la validità della certificazione, ma, nel rispetto della privacy, non saprà in che modo il lavoratore abbia ottenuto il pass (vaccinazione, guarigione dal Covid o tampone negativo). Quindi, almeno in teoria, dovrà ripetere l'operazione tutti i giorni per tutti i lavoratori.

 

Un'incombenza tutto sommato gestibile in un negozio con cinque commessi o in un ristorante con dieci dipendenti tra camerieri e cuochi, dove tra l'altro già devono scansionare i clienti che vogliono mangiare all'interno. E, infatti, nessuno si lamenta: «È un impegno in più, ma si può fare tranquillamente e, se serve a restare aperti, ne vale la pena», dice Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti.

 

controlli green pass alla stazione di milano garibaldi 7

Mentre per Lino Enrico Stoppani, numero uno della Fipe Confcommercio, queste nuove regole «creano un problema organizzativo, soprattutto se devo lasciare a casa dei dipendenti privi del pass e non so come sostituirli - spiega - ma sono complicazioni che affrontiamo pur di lavorare».

 

Delegati per ogni turno La prospettiva cambia se si sale di livello, alle imprese medio-piccole e, soprattutto, a quelle più grandi, con centinaia di lavoratori impiegati. Maurizio Casasco, presidente Confapi, dice chiaramente che «era meglio mettere l'obbligo di vaccinazione, avevamo meno problemi, anche perché il tampone negativo non dà sicurezze». A preoccupare Paolo Agnelli è la sostenibilità dell'operazione: «Abbiamo tanto lavoro e non possiamo permetterci di perdere personale - spiega il presidente della Confimi (confederazione delle industrie manifatturiere) - in una delle mie fabbriche di alluminio ho calcolato che dovrei tenerne fuori una trentina su 150, tra operai e amministrativi».

 

Green pass in azienda

I controlli non saranno così semplici, perché «dovremo individuare una persona che verifica il pass, per ognuno dei tre turni giornalieri, compreso quello notturno, perdendo un sacco di tempo», e magari alla fine ci toccherà «offrire i tamponi ai non vaccinati per evitare problemi».

 

Chi lavora in famiglia Ben altri problemi si trovano di fronte i datori di lavoro di colf, badanti e baby sitter. Cioè tutte le famiglie italiane che si avvalgono di un collaboratore domestico e che, dal 15 ottobre, avranno il dovere di controllargli il Green Pass. «Riceviamo molte telefonate preoccupate, perché sono tante le badanti e le colf non vaccinate», racconta Teresa Benvenuto, segretaria di Assindatcolf, l'associazione dei datori di lavoro domestico.

 

Green pass in azienda 2

«Da tempo chiedevamo l'estensione dell'obbligo del pass per queste lavoratrici, anche se ci sono diverse incognite sull'applicazione, soprattutto laddove non c'è un contratto regolare - spiega -. Da una parte per le famiglie può essere complicato sostituirle, specie se c'è un rapporto fiduciario che va avanti da anni, dall'altra per loro è difficile trovare un altro lavoro senza vaccinarsi». Criticità applicative che riguardano anche altri lavoratori occasionali e «a domicilio», come idraulici ed elettricisti. Ai quali, prima dell'intervento, il cliente dovrà chiedere la certificazione Covid. E dopo, magari, anche la fattura.

Green pass in azienda 4Green pass in azienda 3

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…