acido martina levato alexander boettcher

IL TRIBUNALE DI MILANO SCEGLIE LA LINEA DURA CON MARTINA E ALEXANDER: “NON SONO IN GRADO DI OCCUPARSI DEL FIGLIO”. E MANDA ACHILLE IN UNA COMUNITÀ PROTETTA PER MINORI – QUANDO HANNO DETTO A MARTINA CHE SAREBBE TORNATA IN CARCERE SI È MESSA A PIANGERE E HA AVUTO UNA MEZZA CRISI ISTERICA

1.COPPIA DELL’ACIDO, IL BIMBO IN COMUNITÀ

El. Andr. “Il Corriere della Sera

 

Compie 24 anni oggi, Martina Levato. E si sveglierà in cella, a San Vittore. Separata dal figlio, mandato in una comunità senza di lei. Così hanno deciso pro tempore i giudici del Tribunale per i minorenni, avviando l’istruttoria in vista della procedura di adottabilità.

martina levato  5martina levato 5

 

Nel provvedimento, le parole su Martina Levato e Alexander Boettcher, «coppia dell’acido» e madre e padre del bimbo, sono durissime. Anche se lasciano uno spiraglio agli incontri col figlio che potranno tenersi, con modalità «protette», in presenza di operatori socio sanitari, per vigilare sul loro comportamento. Nulla è stabilito, però, sulla cadenza e l’intensità di quei permessi di visita.

 

Difficile che siano giornalieri. Dovranno essere concordati col carcere e col Comune, tutore provvisorio del bambino.

 

Entrambi i genitori, scrivono i giudici, non sono e non saranno in grado di occuparsi del figlio, e non solo perché entrambi sono in carcere, già condannati a 14 anni per aver sfregiato in modo drammatico e irreparabile lo studente Pietro Barbini e sotto processo per altre aggressioni.

martina levato  4martina levato 4

 

«C’è una situazione di grave pregiudizio per l’accudimento e per lo sviluppo psicofisico del minore», rileva il Tribunale per i minori. La vicenda processuale «riguarda condotte di particolare gravità commesse con modalità crudeli, premeditate nel loro dettaglio», azioni il cui movente erano «l’odio e il proposito di vendetta, nonostante l’assenza di provocazione».

 

Mentre scagliava l’acido contro Pietro, Martina era incinta. Ma il bimbo che aveva in pancia era «subordinato» rispetto al programma criminoso, a sua volta «sprezzante» persino rispetto al figlio.

 

martina levato  3martina levato 3

Nessun pensiero per le ricadute che quei gesti avrebbero potuto avere sulla vita del bambino da accudire «da genitori liberi». Anzi, nel commettere il reato è stato usato liquido corrosivo «potenzialmente dannoso per la salute del feto».

 

Se Alexander «ha una componente sadica», la «mancanza di empatia» di Martina si è manifestata anche in gravidanza «come incapacità di immedesimarsi, assumere un atteggiamento protettivo». Non vi sono garanzie che Martina sia in grado di «accogliere, ascoltare e comprendere i bisogni del figlio» con la sensibilità richiesta ad una mamma. In Martina emerge poi «l’incapacità di gestire le proprie emozioni al di fuori di un iper-controllo» pauroso, aggiungono, che la porta talvolta a esplosioni incontenibili di irritazione e rabbia. «E questo modo di funzionare pare allarmante anche sotto il profilo della genitorialità», nella misura in cui essere genitori implica stress non trascurabile.

martina levato  2martina levato 2

 

Adesso, l’istruttoria farà il suo corso, per definire il destino definitivo del bimbo. Primo passo: entro il 30 settembre dovrà essere conclusa l’«indagine sociale» sulla famiglia. Ma l’opzione dell’affido ai nonni, che pure «dovrà essere vagliata», appare almeno in parte compromessa in quanto «sono emersi elementi di conflittualità e di grave tensione per entrambi i genitori con le rispettive famiglie d’origine». Conflittualità che verranno esaminate, «preesistenti anche alle vicende penali».

 

 

2. IL RACCONTO «DEVI RITORNARE IN CELLA» E SOLO IN QUEL MOMENTO MARTINA SCOPPIA IN LACRIME

Elisabetta Andreis per “Il Corriere della Sera

 

L’auto azzurra, una Peugeot con i vetri posteriori oscurati, è entrata dal retro della clinica Mangiagalli a metà mattina. L’autista ha aspettato in un angolo defilato del cortile. Alle 12.32, preavvertito da una chiamata, è sceso, ha aperto la portiera e molto in fretta ha caricato un neonato tranquillo, stretto tra le braccia di una giovane donna, con un’altra funzionaria al seguito. Poi è uscita da via Francesco Sforza, spiazzando tutti quelli che aspettavano di vederla dall’altro lato.

alexander boettcher  9alexander boettcher 9

 

Fuori dai riflettori, «lontano dalla vicenda mediatica» come hanno scritto i giudici del Tribunale per i minorenni, è andato il figlio di Martina Levato e Alexander Boettcher, condannati per aver sfigurato con l’acido l’ex compagno di liceo di lei e indagati per altre «crudeli, impietose, premeditate» aggressioni.

 

Il piccolo Achille, 3,8 chili e sei giorni di vita, è stato portato fuori Milano, in una comunità per soli minori, di tipo familiare. Starà da solo, anche se potrà incontrare, «con modalità protette ed osservate», entrambi i genitori e i parenti. La sorte decisa per lui si è ripercossa nel giro di poco su quella della madre. Alle 15.15, sempre dal retro della clinica, a bordo di un Suv nero (mentre la camionetta della polizia penitenziaria era parcheggiata all’ingresso, per depistare i giornalisti), è uscita anche lei, diretta a San Vittore che aveva lasciato il 14 agosto, solo per partorire.

 

Mattina concitata, quella di ieri, per il personale della Mangiagalli. Cominciata presto. Nel momento in cui, alle 8.15, il direttore sanitario Basilio Tiso ha firmato le lettere di dimissioni per madre e figlio mandandole per conoscenza anche al Tribunale per i minorenni. Da quell’invio, ogni momento era buono per l’eventuale trasferimento «altrove». Prima delle 9 la telefonata del responsabile per il Comune, tutore provvisorio del bambino, che annunciava l’immediato arrivo di quattro assistenti sociali.

alexander boettcher  8alexander boettcher 8

 

Due giovani operatrici, accompagnate dal personale socio-sanitario della clinica, sono andate dal bimbo, che dormiva nel reparto di patologia neonatale, e lo hanno preparato per l’uscita. Mentre le altre due, col personale ospedaliero, attendevano «a minuti» il provvedimento del Tribunale per i minorenni.

 

Ma dopo un’ora, alle 10, orario in cui Martina aveva il permesso di incontrare ogni giorno il figlio, il fax che racchiudeva i destini di Achille ancora non era arrivato. Almeno venti persone lo stavano aspettando.

 

Il direttore sanitario ha dato allora disposizione di portare la culla nella stanza piantonata giorno e notte dalle guardie carcerarie, come se nulla fosse. L’ospedale, intanto, si riempiva di poliziotti in borghese: almeno quattro, aggiuntivi rispetto al solito davanti alla stanza della Levato. Poco più in là, il consueto via vai di puerpere, carrozzine e neonati.

Il fax con il provvedimento dei giudici è arrivato alle 12.15, e a quel punto, come in un videogame in cui tutto è già stato previsto, le varie pedine si sono mosse, secondo i percorsi concordati.

 

ALEXANDER BOETTCHER E MARTINA LEVATO ALEXANDER BOETTCHER E MARTINA LEVATO

Due assistenti sociali del Comune sono andati a prendere il bimbo e lo hanno portato via con l’auto azzurra. Mentre le altre due, col personale ospedaliero, iniziavano a spiegare a Martina cosa stava succedendo. Che il figlio era stato portato in comunità e che lei potrà vederlo, forse non ogni giorno. Lei ascoltava, immobile. Si è scossa solo quando le hanno chiarito che sarebbe tornata in carcere. Lì ha avuto la crisi di pianto violenta, incontenibile.

 

Con lei è entrata in stanza la madre mentre una parte dei medici, tra cui il primario Alessandra Kustermann, non voleva farla uscire e l’avvocato, Stefano De Cesare, provava a sostenere la tesi di «condizioni postoperatorie non compatibili col carcere». Ma la lettera di dimissioni, pur con ogni cautela, parlava chiaro, ed è stata ribadita dal Tribunale. «Dimissibile». Il pm Marcello Musso ha mandato il Suv nero della polizia penitenziaria, e la detenuta è tornata in cella.

alexander boettcher e martina levatoalexander boettcher e martina levato

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni times musk sunak edi rama

COME AL SOLITO, I GIORNALISTI ITALIANI SI FERMANO AI TITOLI: L’ARTICOLONE DEL “TIMES” SUI LEADER INTERNAZIONALI “TUTTI PAZZI PER LA MELONI” NON È PROPRIO UNA CAREZZA SUL FACCINO DELLA SORA GIORGIA, COME CI VOGLIONO FAR CREDERE “CORRIERE”, “LIBERO” E GLI ALTRI MEGAFONI DELLA FIAMMA MAGICA. ANZI, È PIENO DI FRECCIATONE ALLA THATCHER DE’ NOANTRI, TIPO “L’UMILTÀ BEN PREPARATA” DI FRONTE AL PREMIER ALBANESE EDI RAMA. O LA CHIOSA SULL’INCONTRO CON JD VANCE: “IL FLIRT DELLA 48ENNE ERA SOLO NATURALMENTE SIMPATICO O SI È RESA CONTO CHE RIDENDO DELLE BATTUTE DEGLI UOMINI DI POTERE OTTERRÀ L'ACCORDO COMMERCIALE CHE DESIDERA?” – RICORDA I “THREESOME” E IL PACCO DI GIAMBRUNO, SMONTA LE ORIGINI PROLETARIE DELLA DUCETTA E CHIUDE CITANDO BERLUSCONI: “È UNA PERSONA CON CUI NON SI PUÒ ANDARE D'ACCORDO”. VI SEMBRANO COMPLIMENTI?

giampaolo rossi giorgia meloni silvia calandrelli felice ventura matteo salvini gianfranco zinzilli giancarlo giorgetti

C'È UN NUOVO CAPITOLO NELL'ETERNO SCAZZO MELONI-SALVINI E RIGUARDA LA RAI - NEL CDA DI DOMANI FELICE VENTURA, DIRETTORE DELLE RISORSE UMANE, SARÀ NOMINATO PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ - SULLA POLTRONA DELLA CASSAFORTE DEL SERVIZIO PUBBLICO SI È CONSUMATO L'ENNESIMO SCAZZO: L'AD, GIAMPAOLO ROSSI, VOLEVA ISSARE SILVIA CALANDRELLI (NONOSTANTE LA VICINANZA AL PD), OSTEGGIATA PERÒ DALLA LEGA CHE VOLEVA GIANFRANCO ZANZILLI - IL MINISTRO GIORGETTI HA CONVOCATO ROSSI AL MEF (AZIONISTA DELLA RAI) PER IMPORRE IL NOME, MA QUELLO, DI FRONTE AL DIKTAT, HA OPPOSTO UN "ME NE FREGO". E ALLA FINE È STATO TIRATO FUORI DAL CILINDRO IL NOME DI VENTURA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...