cantiere metro linea c

LA COSTRUZIONE DELLA METRO C DI ROMA È COSTATA 692 MILIONI DI EURO IN PIÙ RISPETTO AL DOVUTO: SI È PASSATI DAI 3 MILIARDI E 47 MILIONI AGLI ATTUALI 3 MILIARDI E 739 MILIONI EURO - I COSTI AGGIUNTIVI SONO STATI SCOPERTI DALLA GUARDIA DI FINANZA SPULCIANDO I CONTI - CHI HA INCASSATO QUESTI SOLDI? A CHI SI DEVONO GLI SPRECHI?

Giuseppe Scarpa per “la Repubblica - Edizione Roma”

 

La costruzione della Metro C è costata 692 milioni di euro in più rispetto al dovuto: si è passati dai 3 miliardi e 47 milioni agli attuali 3 miliardi e 739 milioni euro. Costi aggiuntivi scoperti dai finanzieri del II gruppo, guidato dal colonnello Teodoro Gallone, che hanno passato a setaccio i conti.

cantiere metro c romacantiere metro c roma

 

Questo è ciò che emerge da un' informativa inviata ad Erminio Amelio, il pm titolare dell' inchiesta per truffa sulla realizzazione della terza linea della metro che coinvolge 12 persone tra politici, alti dirigenti pubblici e manager privati. Non tutti i 692 milioni di euro sarebbero sospetti. L' inchiesta riguarda un' importante fetta dell' importo e va a individuare l' escamotage ideato per ottenere 230 milioni di euro non dovuti. Scappatoie infilate nelle pagine dell' accordo transattivo, dell' atto attuativo e anche forse di un nuovo atto, l' aggiuntivo.

 

cantiere della linea c della metropolitana a porta metronia 6cantiere della linea c della metropolitana a porta metronia 6

L' intera partita si gioca sulle cosiddette "riserve". Strumenti su cui l' appaltatore può fare leva per ottenere più soldi. Tuttavia Metro C ne avrebbe fatto un utilizzo inopportuno e senza che alcuni dei vetrici di Roma Metropolitane, accusa la procura, battessero ciglio. Tutto ha inizio con l' atto transattivo del 6 settembre 2011. Il general contractor (Metro C) fa leva su delle riserve «che riguardano l' anomalo andamento dei lavori», scrive la finanza, che poi precisa: «Oneri per anomalo andamento dei lavori oggetto di rinuncia da parte di Metro C ai sensi dell' accordo del 12 giugno 2008».

 

È questo un accordo che genera grandi perplessità, soprattutto per il ruolo che decide di cucirsi addosso la stazione appaltante. "Roma Metropolitane (in base a questo accordo ndr) si era vincolata a non sollevare eccezioni sui fatti e atti da cui erano scaturite le richieste di Metro C. Perciò l' esito che avrebbe avuto il momento di valutazione delle riserve - avvenuto in seno al comitato che ha redatto l' atto transattivo - era vincolato a determinare la somma da corrispondere a Metro C".

cantiere della linea c della metropolitana a porta metronia 4cantiere della linea c della metropolitana a porta metronia 4

 

A sollevare dubbi sulla trasparenza delle riserve contenute nell' atto transattivo è anche lo studio legale Caporale - Carbone - Giuffrè a cui si appoggia Roma Metropolitane per ricevere un parere: «La documentazione istruttoria relativa alla valutazione e fondatezza delle riserve non è stata esibita allo studio semplicemente perché non esiste».

Tuttavia l' accordo transattivo ottiene l' ok delle parti e rappresenta la premessa all' atto attuativo del 9 settembre 2013 che consentirà a Metro C di incassare 230 milioni di euro, "somme non dovute - si legge nel capo d' imputazione - e come tali non incluse nel quadro di spesa".

 

cantiere della linea c della metropolitana a porta metronia 5cantiere della linea c della metropolitana a porta metronia 5

A giocare un ruolo fondamentale per lo sblocco di questo finanziamento è stato, per gli inquirenti, anche Ercole Incalza (indagato per truffa) direttore della struttura tecnica di missione del Ministero delle infrastrutture che avrebbe scritto, il 5 dicembre 2012, a vari ministeri: «Il parere dell' avvocatura dello stato esprimeva l' opportunità di pagare la transazione». «In verità - accusa la finanza l' avvocatura non ha mai paventato il fatto di esprimersi sul pagamento».

 

cantiere della linea c della metropolitana a porta metronia   cantiere della linea c della metropolitana a porta metronia

Infine, nell' informativa, le fiamme gialle individuano una nuova operazione. L' atto aggiuntivo del 7 luglio 2014 del valore di 12 milioni di euro. Lo scopo di questo nuovo documento è affidare a Metro C il pre-esercizio. In sostanza Atac si sarebbe rifiutato, sottolinea la finanza, «per propria negligenza». Quindi il compito sarebbe caduto su Metro C. Tuttavia, scrive la finanza, dal principio questo incarico l' avrebbe dovuto svolgere Metro C, «a norma (…) del capitolato è in capo al contraente generale».

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO