
DAL TRONO DI “UOMINI E DONNE” ALLA SBARRA – MARCO PAOLO FILIPPIN, EX TRONISTA DELLA TRASMISSIONE DI CANALE 5, È STATO CONDANNATO IN PRIMO GRADO A 11 ANNI PER TRUFFA E BANCAROTTA: PROMETTEVA DI VENDERE MOBILI TRAMITE LA SOCIETÀ “FABBRICHE RIUNITE”, SI FACEVA DARE L’ANTICIPO E NON CONSEGNAVA MAI IL DOVUTO. IN TOTALE AVREBBE INTASCATO 280MILA EURO DA OLTRE 60 CLIENTI - ANCHE LA SUA ESPERIENZA IN TV FINÌ MALE: AVEVA DOVUTO ABBANDONARE IL TRONO PERCHÉ...
Estratto dell’articolo di Riccardo Bruno per il “Corriere della Sera”
Non era finita benissimo nemmeno la sua esperienza a Uomini e Donne . Marco Paolo Filippin, il bello e richiestissimo della trasmissione della De Filippi (stagione 2007/2008), aveva dovuto abbandonare il trono dopo che si era scoperto che aveva passato una notte clandestina con un’ex corteggiatrice, e le due donne rimaste in gara non l’avevano presa bene.
Lui aveva accusato il programma di Canale 5 di aver orchestrato tutto, così aveva rifiutato le logiche dello show. Ma tant’è, la sua avventura televisiva era finita lì.
Anche quella successiva di imprenditore non è andata meglio. Ha prima tentato nel campo della ristorazione, ma è stato un disastro (anche giudiziario). Poi si è messo a vendere salotti e cucine a Brugnera, provincia di Pordenone. O meglio, prometteva di farlo, ma poi i mobili non li consegnava.
Per questo Filippin, oggi 62enne, è stato condannato in primo grado a 11 anni e 9 mesi per truffa e bancarotta fraudolenta e documentale. Il giudice […] ha inflitto una pena superiore alla richiesta del pm Federico Baldo, che era di 8 anni e 8 mesi.
Condannata a due anni anche Paola Francovich, l’ex moglie (l’accusa per lei aveva chiesto l’assoluzione) e amministratrice della società (Fabbriche Riunite srl) dal dicembre 2015 al gennaio 2019. […]
Una sessantina i casi denunciati dai clienti. Il signor Pompeo, per esempio, lamentava di aver consegnato 32 mila euro («la metà del mio tfr»), il signor Alberto 6.600, molti altri una caparra di un paio di migliaia di euro. Tutti erano rimasti con le case spoglie.
L’inchiesta era partita ipotizzando che già da anni l’attività fosse in crisi e che, quindi, Filippin avesse promesso ciò che sapeva già di non poter mantenere. La Procura ha quantificato in 280 mila euro la cifra complessiva distratta o dissipata dagli amministratori della società.
[…]
Durante il dibattimento, è stata infatti questa la tesi portata avanti dall’avvocato Lorenzo Magnarelli, difensore di Filippin: nessun reato penale, solo contratti che non sono stati rispettati. Ora ha annunciato ricorso contro la decisione di primo grado.
Secondo la difesa non sono stati riconosciuti («anche per inesistenza delle prove») la metà degli episodi contestati, quindi reputa «illogica» una pena superiore alla richiesta del pm. Sicuramente sul conteggio finale ha pesato l’effetto moltiplicatore della recidiva, visto che già in passato era stato condannato per reati simili.
Ora Filippin, che dal trono di Canale 5 si è trovato sulla scomoda sedia di imputato in un aula di giustizia, proverà a difendersi in appello, puntando ancora una volta sulla sua buona fede come aveva fatto dopo essere uscito da Uomini e Donne . «Maria De Filippi non mi ha sostenuto perché ero diventato scomodo — protestò allora —. Io sono stato vero, per questo mi hanno messo da parte». In tv non gli hanno creduto. Neanche il giudice di primo grado.
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PAOLO MARCO FILIPPIN.
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