debenedetti panama

DE BENEDETTI VUOTA IL SACCO: “JOHN ELKANN E DIEGO DELLA VALLE SONO FATTI PER NON CAPIRSI. UNO È IL NIPOTE DI UN CIABATTINO, MENTRE L' ALTRO È IL NIPOTE DI GIANNI AGNELLI" - “LA FUSIONE TRA STAMPA E REPUBBLICA? I DUE GIORNALI MORIREBBERO. E SUL REFERENDUM COSTITUZIONALE HO PARECCHI DUBBI. LE COMUNALI A ROMA? MI PIACE GIACHETTI"

Salvatore Merlo per “il Foglio”

 

CARLO DEBENEDETTI CARLO DEBENEDETTI

E mentre parla gli occhi assumono un riflesso ironico. Come quando gli si chiede se quelle che indossa sono le scarpe di Della Valle, le Tod’s con i pallini di gomma, e allora lui se ne sfila una, e per un attimo rimane in silenzio, la tiene in mano, un po’ come Kruscev alle Nazioni Unite, consapevolmente lasciando che la sorpresa avviluppi l’ospite come un rampicante. “Non è Tod’s”, sentenzia. E ha bisogno di guardare la marca per sapere che scarpe indossa? “Non è una cosa di cui mi occupo”. Le comprano altri per lei? “No, ma non ci sto attento”.

SILVIO BERLUSCONI CARLO DE BENEDETTISILVIO BERLUSCONI CARLO DE BENEDETTI

 

Via Monserrato, un passo da Palazzo Farnese, ore 8 e 30 d’una mattina schiaffeggiata dal sole. Dentro l’ampio, antico e un po’ asmatico ascensore in noce risalta un fogliettino. E’ abbastanza incongruo. Dove ti aspetti una targa d’ottone, a Roma, anche nel Palazzo più signorile, figura sempre un pezzo di carta appiccicato con lo scotch: “In caso di blocco…”. E’ il carattere della metropoli paesana, l’unica capitale europea con qualcosa di eternamente sbracato, persino in casa dell’Ingegnere.

 

Carlo De Benedetti Carlo De Benedetti

All’ultimo piano compare un maggiordomo di colore e dall’aria perfetta, muto e un po’ inclinato nel suo black tie: fa scorrere la porta dell’ascensore, introduce l’ospite. Ed eccolo finalmente, Carlo De Benedetti, immerso in una poltrona e avvolto d’un atteggiamento autoritario e ottocentesco, che però subito si trasforma in un largo sorriso di benvenuto sotto i capelli argentati e tirati all’indietro, tra i quali si vedono i solchi esatti del pettine.

 

CARLO DE BENEDETTI CON LA MOGLIE CARLO DE BENEDETTI CON LA MOGLIE

“Ormai vado per gli ottantadue”, dice quando gli si ricorda che alla Fiat, quand’era amministratore delegato, lo chiamavano “la tigre”, perché era implacabile, aggressivo, sprezzante e dal licenziamento facile a tutti i livelli. “Adesso sono al massimo un vecchio leone sdentato”, sorride, ma è chiaro che non ci crede nemmeno lui. Aveva quarantadue anni ai tempi del Lingotto. Cacciò Gian Mario Rossignolo, che lui chiamava “aria fritta”, e accantonò Vittorio Chiusano, che lui chiamava “aria di sacrestia”. Gli uomini Agnelli. “Rossignolo lo licenziai due giorni dopo il mio arrivo in Fiat”.

 

CARLO DE BENEDETTI ANNI NOVANTA CARLO DE BENEDETTI ANNI NOVANTA

“Rosignolo era entrato nel mio ufficio esponendomi tutta una fumosa teoria secondo la quale in Europa non c’era più un futuro industriale per l’automobile. Gli dissi: ‘Se sei convinto che l’auto è finita, mi spieghi come diavolo puoi fare il capo delle strategie industriali di un’azienda che produce automobili?’. Lo liquidai. Era un cretino”. Ai tempi, per la verità, come riportano tutte le cronache, disse che era “un coglione”.

 

CARLO DE BENEDETTI CARLO DE BENEDETTI

Ma forse un po’ De Benedetti lo recita questo ruolo, da personaggio goldoniano. In lui sembrano coesistere il timore e il godimento anarchico di sfidare l’universo intero (“certo che faccio parte dell’establishment, ma sono sempre rimasto ai bordi. Fuori dalle cordate e dalle grandi alleanze”), e chissà, forse anche una specie di ammirazione inconfessata per la propria spavalderia (“non sono mai stato iscritto a a un partito, rifiutai di fare il senatore con La Malfa”. E la tessera numero uno del Pd? “Cazzate”). Allora gli si ricorda la lite tra John Elkann e Diego Della Valle. E lui: “Sono fatti per non capirsi, per educazione e background. Uno è il nipote di un ciabattino, mentre l’altro è il nipote di un signore che si chiamava Gianni Agnelli”. E Marco Tronchetti Provera? “Il marito della figlia di Leopoldo Pirelli. Le dico solo che la Prysmian, l’azienda di cavi che lui vendette scorporandola dall’impero del suocero, oggi vale più della Pirelli stessa”.

 

BERLUSCONI CARLO DE BENEDETTIBERLUSCONI CARLO DE BENEDETTI

Allora gli si ricorda la lite tra John Elkann e Diego Della Valle. E lui: "Sono fatti per non capirsi, per educazione e background. Uno è il nipote di un ciabattino, mentre l' altro è il nipote di un signore che si chiamava Gianni Agnelli". E Marco Tronchetti Provera? "Il marito della figlia di Leopoldo Pirelli. Le dico solo che la Prysmian, l' azienda di cavi che lui vendette scorporandola dall' impero del suocero, oggi vale più della Pirelli stessa".

Carlo De BenedettiCarlo De Benedetti

 

[...] Sull' editoria le idee sembrano chiare, però. "Se la Stampa diventasse Repubblica o se Repubblica diventasse la Stampa, sarebbero entrambi giornali morti", sentenzia. E allora non ci sarà mai una vera fusione, nessun giornale unico, non ci sarà un' identità a prevalere: il rigore (della Stampa) che sostituisce la battaglia (di Repubblica), o viceversa. 

 

[...] L' entusiasmo riguarda anche la politica. "Certo". Domenica si vota, a Roma chi le piace? "Roberto Giachetti. E' un uomo onestissimo, è romano, conosce la città, è stato capo di gabinetto del primo Rutelli, che è stato secondo me il miglior sindaco, e in più ha pure una formazione radicale. Giachetti potrebbe diventare una figura sorprendente in Campidoglio". 

 

carlo e  rodolfo de benedetticarlo e rodolfo de benedetti

[...] Ai tempi della Olivetti Cdb fu coinvolto in Tangentopoli. Ammise di aver pagato tangenti per dieci miliardi di lire ai partiti di governo al fine di ottenere una commessa dalle Poste. Nel 2003, dopo un lunghissimo processo, è stato assolto da alcune accuse e prescritto per altre. Che ricorda di Mani pulite? "Che fui arrestato su mandato di cattura firmato da Augusta Iannini, la moglie di Bruno Vespa. Quella mattina dovevano essere arrestate tre persone: io, Gianni Letta e Adriano Galliani. Ma la dottoressa Iannini disse che non poteva firmare gli arresti di Letta e Galliani, perché li conosceva ed era influenzata dalle frequentazioni del marito. Il mio arresto invece lo firmò. 

ANNI SETTANTA - CARLO DEBENEDETTI - NICCOLO' GIOIA - GIANNI AGNELLI.pngANNI SETTANTA - CARLO DEBENEDETTI - NICCOLO' GIOIA - GIANNI AGNELLI.png

 

[...] 

[E così dicendo, mentre batte con la mano sinistra sul bracciolo della poltrona, scopre appena il polso: s' intravede allora come una macchia scura, semi nascosta, sotto l' orologio d' oro ("colleziono vecchi Rolex e Patek Philippe"). Ma lei ha un tatuaggio!

"Una domenica, a Honk Kong, non sapevo che fare, mi annoiavo, e allora mi sono fatto tatuare una farfalla", dice, con un mezzo sorrisetto offuscato. "Avrò avuto quarantacinque anni... Però, vede, è discreto, nascosto... torinese". 

 

L'intervista completa sul sito del Foglio http://www.ilfoglio.it/gli-inserti-del-foglio/2016/06/04/nel-soggiorno-di-carlo-de-benedetti-lingegnere-racconta-s-stesso-e-molti-altri___1-v-142840-rubriche_c317.htm

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...