marcello dellutri silvio berlusconi

MARCELLO? MUTO È – DELL’UTRI SI È AVVALSO DI NUOVO DELLA FACOLTÀ DI NON RISPONDERE: SALTA L’INTERROGATORIO DELL’EX SENATORE, FISSATO PER OGGI A FIRENZE, NELL’AMBITO DELL’INCHIESTA SUI PRESUNTI MANDANTI OCCULTI DELLE STRAGI MAFIOSE DEL 1993 – GLI STRANI DIALOGHI REGISTRATI NEL 2021 CON IL TESORIERE DI FORZA ITALIA (ALFREDO MESSINA): “QUESTA DIFESA NON È SOLO MIA. ANCHE DEL PRESIDENTE. SAI CHE C’È DIETRO” – IL RIFERIMENTO DEI MAGISTRATI A UN PRESUNTO “RICATTO” E IL LASCITO DEL CAV DA 30 MILIONI

MARCELLO DELL UTRI AL FUNERALE DI SILVIO BERLUSCONI

DELL'UTRI SI AVVALE DELLA FACOLTÀ NON RISPONDERE

(ANSA) - Marcello Dell'Utri ha fatto sapere agli inquirenti fiorentini che si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere e di conseguenza non ci sarà l'interrogatorio fissato per oggi, all'ex senatore indagato dalla Dda, e anche perquisito, nell'ambito dell'inchiesta sui presunti mandanti occulti delle stragi mafiose del 1993.

 

Lo si apprende da ambienti giudiziari a Firenze. Per i pm Dell'Utri avrebbe "istigato l'organizzazione delle stragi per favorire l'affermazione di Forza Italia". Una tesi "del tutto incredibile e fantasiosa", così giorni fa il suo legale, avvocato Francesco Centonze, ha definito l'ipotesi della Dda di Firenze.

SILVIO BERLUSCONI MARCELLO DELL'UTRI

 

DELL’UTRI E I MESSAGGI A FORZA ITALIA “LA MIA DIFESA RIGUARDA ANCHE VOI”

Estratto dell’articolo di Lirio Abbate per “la Repubblica”

 

Il vecchio amico di Silvio Berlusconi, l’ex senatore Marcello Dell’Utri, […] diceva al tesoriere di FI a proposito della sua difesa in tribunale: «Non è solo di Dell’Utri, è anche di Forza Italia. Anche del Presidente. Non è una cosa da sottovalutare ». E aggiungeva: «Questa difesa non è solo mia, sai che c’è dietro».

 

E in effetti come lo stesso tesoriere del partito sottolineava, «sarebbe un grave errore pensare che sia soltanto la tua (riferito a Dell’Utri ndr), ma decisamente intesa anche al Presidente». E il vecchio amico del Cavaliere, lo stesso che gli ha portato negli anni ‘70 nella villa di Arcore il mafioso Vittorio Mangano per controllare che nulla di criminale accadesse alla famiglia Berlusconi, ribatteva: «FI è immischiata in questa storia, come il Presidente».

 

VITTORIO MANGANO

Dialoghi registrati dalla Dia di Firenze nel maggio 2021. […] i magistrati della procura antimafia toscana nell’atto d’accusa notificato la scorsa settimana a Dell’Utri per l’inchiesta sulle stragi del ‘93, prendono spunto da queste intercettazioni e scrivono: «La necessità della difesa» di Berlusconi «presuppone che gli stessi siano coinvolti nelle condotte delittuose contestate a Dell’Utri, il quale se, per ipotesi, decidesse di raccontare quanto a sua conoscenza potrebbe accusarlo».

 

MARCELLO DELL UTRI E SILVIO BERLUSCONI

E aggiungono: «E ciò dà forza alla capacità di ricatto posto che potrebbero esserci pericoli per l’ex premier». C’è quindi, come sostengono gli investigatori, una storia di ricatto? Sta tutto lì il nodo che gira e rigira da trent’anni negli uffici delle procure che hanno indagato sugli intrecci che riguardavano Berlusconi, Dell’Utri e la mafia.

 

Le inchieste di riciclaggio che li hanno visti indagati e poi archiviati. Le storie che i pm avrebbero voluto chiedere all’ex premier che si è avvalso della facoltà di non rispondere restando in silenzio davanti ai giudici. E non chiarendo mai nelle aule di giustizia rapporti, conoscenze, incontri, i miliardi di lire ricevuti nelle holding senza una causale. Il fulcro di tutto è quindi Dell’Utri.

 

Silvio Berlusconi con Marcello DellUtri Foto di Alberto Roveri

L’uomo che nelle intercettazioni parla di come la sua difesa nei processi di mafia sia legata a doppio filo a quella di Berlusconi e del partito che hanno fondato. L’ex senatore non nasconde cosa c’è dietro alla sua strategia, ne parla nelle intercettazioni, perché lui è legato al suo amico Silvio. E l’ex premier è legato a lui anche nel testamento. E non è l’importo del lascito di 30 milioni di euro che fa pesare, come in una bilancia dei sentimenti, quanto fossero uniti, ma è il gesto che Berlusconi ha compiuto ed ha trasmesso ai figli […].

 

DELLUTRI, BERLUSCONI

Il loro destino è stato segnato fino alla fine da un’unica inchiesta che li ha visti indagati a Firenze per gli attentati nel continente. Furono stragi pianificate da Cosa nostra, elaborando l’idea […] secondo la quale «mischiare il sangue di vittime innocenti alla polvere originata dalla distruzione del patrimonio culturale della Repubblica avrebbe messo in ginocchio lo Stato».

 

Sin dal primo momento fu […] drammaticamente chiaro che le stragi rivelavano «disegni criminosi difficilmente riconducibili soltanto alle strategie tipiche di un’organizzazione mafiosa, sia pure raffinata e complessa come Cosa nostra».

strage dei georgofili a firenze

 

Quella matrice eversiva ha assunto significati ancor più chiari con le bombe di Roma e Milano, che spinsero l’allora premier Carlo Azeglio Ciampi a parlare alle Camere riunite il 28 luglio 1993, di «una torbida alleanza di forze che perseguono obiettivi congiunti di destabilizzazione politica e di criminalità comune ».

 

Tanto da indurlo a dire ai pm di Caltanissetta nel 2010: «Ho maturato il convincimento che quelle bombe fossero contro il governo da me presieduto. Gli attentati iniziarono […] poco dopo l’insediamento dell’esecutivo e cessarono contestualmente alle mie dimissioni nel dicembre 1993».

 

berlu dellutri

[…]  Adesso i procuratori aggiunti Luca Turco e Luca Tescaroli e il sostituto Lorenzo Gestri portano avanti l’inchiesta con grande fatica, per arrivare a chi, dall’esterno, ha indicato la strada stragista ai boss. Ma non sono pm intoccabili, […] spesso vengono denigrati perché si sostiene che ci sia un attacco a Berlusconi. E occorre ricordare che l’indagine è su Dell’Utri. Oggi ci sarà il suo interrogatorio. E potrebbe continuare a non parlare.

DELLUTRI, BERLUSCONI, MANGANODELLUTRI E BERLU images

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…