andrea agnelli john elkann alessandro nasi

DIETRO I CONTI E I RISULTATI DELLA JUVENTUS SI CONSUMA LA RESA DEI CONTI FRA ANDREA AGNELLI E JOHN ELKANN - GIGI MONCALVO: “DA MOLTI MESI ORMAI ANDREA AGNELLI HA IMBOCCATO UN VICOLO CIECO CHE HA PORTATO A QUESTA DOMANDA: CON QUALE CREDIBILITÀ PUÒ RESTARE PRESIDENTE DELLA JUVENTUS? IL MECCANISMO DI FIDUCIA SI È ROTTO NON SOLO CON JOHN, IL VERO PADRONE DEL VAPORE, MA ANCHE CON I TIFOSI E LE ISTITUZIONI CALCISTICHE EUROPEE E MONDIALI” - LA SCELLERATA OPERAZIONE CR7, I DEBITI CRESCENTI, IL PAPOCCHIO SUPERLEGA - L'UOMO JOLLY DI ELKANN È IL CUGINO ALESSANDRO NASI…

Estratto da “Agnelli Coltelli”, di Gigi Moncalvo (ed. Vallecchi), pubblicato da “La Verità”

 

Gigi Moncalvo - Agnelli

John Elkann come ha giudicato e come ha accolto le notizie sulla disfatta planetaria del cugino? Possibile che non fosse stato informato di quel progetto e non avesse fatto qualche valutazione o espresso, nel caso non gli piacesse, qualche perplessità sul ruolo preponderante e così esposto mediaticamente che la Juventus rivestiva nell'operazione? [...] Molti di coloro che lo conoscono bene si dicono certi che John non poteva non sapere.

 

E aggiungono un altro particolare. John ha adottato la sua consueta tattica, quella silenzio e del fifty-fifty. Non ha preso posizione in nome della sua regola aurea che vale soprattutto col cugino: «Lasciamolo fare, tanto io in ogni caso ci guadagno qualcosa. Se tutto va bene, Exor incasserà i profitti e gli incassi della Superlega e quindi dovrà sborsare meno denaro per ripianare i debiti della Juve. Se invece tutto dovesse andar male, avrò ottenuto un altro grosso risultato: tutti avranno modo di capire quanto mio cugino è inadeguato, quali e quanti guai riesce a combinare, quanto sia inaffidabile per ruoli di rilievo e come ormai il suo tempo alla Juventus sia ampiamente scaduto». [...] John però non può continuare a nascondersi.

cristiano ronaldo e andrea agnelli 3

 

Glielo ha detto anche Mario Sconcerti, la firma più illustre del calcio in Italia: «Andrea Agnelli è quello che ha portato al macero un'idea miliardaria nonostante gli sponsor che aveva: che titoli ha adesso per essere lui a riproporla? I problemi tra i club e l'Uefa sono problemi di governance dell'intero movimento e vanno affrontati, ma c'entrano poco con il progetto Superlega che prevede un campionato europeo con 16 squadre fisse più quattro invitate, nessuna retrocessione, un blocco fisso di squadre promosse all'infinito in base alla ricchezza. O ha cambiato idea?».

ANDREA AGNELLI E JOHN ELKANN

 

[...] Andrea Agnelli deve (forse) aver cominciato a capire qualcosa quando ha visto che, dopo il primo ministro britannico Boris Johnson, perfino Mario Draghi interveniva sulla vicenda. E pensare che contava sulla pavidità dei politici e non li riteneva un ostacolo: e infatti, avete visto uno italiano entrare con decisione sull'argomento fin dalle prime ore? Temevano di inimicarsi Andrea, o meglio John e i suoi giornali? Persino Evelina Christillin, che sta sempre attenta a non dare fastidio, gli ha votato contro a Montreux in sede Uefa. Nei corridoi dell'Hotel Fairmont era la più scatenata contro Andrea (lontano da Torino il coraggio cresce). [...]

 

francesco calvo

«Sono sempre stato juventino ma, dopo aver visto all'opera Agnelli, non riesco nemmeno più a tifare la Juve» ha dichiarato Paolo Del Pino, vicepresidente vicario della Federcalcio, che si è visto tradire sulla trattativa per far entrare i fondi d'investimento nel calcio. Il giornale della casa, La Stampa, ha perfino tirato in ballo la buonanima facendo scrivere in un articolo a Marco Tardelli (non c'era nessuno che avesse il coraggio di intervistarlo?) che «l'Avvocato direbbe di no».

 

AGNELLI JOHN ELKANN

E, quando in casa Fiat, si invoca Manitù, nell'alto dei cieli, e il suo grande spirito è un gran brutto segno. Pure il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha sfottuto Andrea: «È difficile immaginare un dirigente sportivo in grado di produrre un tale disastro e un atto di totale masochismo per la società che dirige. Sintetizzo: la Superlega è l'equivalente sportivo della Fiat Duna».

elkann agnelli foto mezzelani gmt207

 

A John da molti mesi piace giocare come il gatto col topo ai danni del cugino. Il presidente di Exor e di Stellantis periodicamente mette le sue carte in tavola e fa filtrare questi concetti: le sue scelte riguardanti i manager della Juventus, il cui 63% è in mano ad Exor, si sono rivelate azzeccate. Aldo Mazzia, ex Exor, ha gestito ottimamente l'aspetto economico, altrettanto Beppe Marotta, amministratore delegato del club. Andrea li ha fatti fuori, si è visto con quali risultati I compiti di Andrea Agnelli - politica, sport, marketing e comunicazione commerciale - sono stati cannati in pieno.

elkann agnelli foto mezzelani gmt196

 

Tutti sanno com' è andata a finire nel settore commerciale che era ben diretto da Francesco Calvo: le sue dimissioni all'indomani del love affair di sua moglie Deniz con Andrea avevano gettato il settore nel caos totale. Il giovane Agnelli, infatti, aveva pensato bene di non cercare un sostituto di Calvo, che tra l'altro era molto stimato e molto amico di John.

 

ANDREA AGNELLI FRANCESCO CALVO E DENIZ AKALIN DA CHI -2

Anche l'altro impegno di Andrea - la politica sportiva - ha prodotto risultati ancor più disastrosi negli ultimi due anni: malgrado le vittorie della Juve, Agnelli non conta molto né in Lega né in Federcalcio, dove è uscito sconfitto su molti fronti. Ad esempio, non ha saputo usare quella che avrebbe potuto rappresentare una autentica bomba contro la Federcalcio: la richiesta di 581 milioni di danni per i danni subiti nella vicenda Calciopoli. La società bianconera rivendicava la disparità di trattamento sullo scandalo del 2006 e la mancata revoca dello scudetto di quell'anno, assegnato all'Inter nonostante l'emergere successivo di responsabilità nerazzurre in molte partite.

 

elkann agnelli foto mezzelani gmt194

La Juventus non aveva dimostrato alcuna intenzione di arrendersi, per una questione di principio più che per concrete possibilità di veder riconosciute le proprie ragioni. Il Tar aveva dichiarato inammissibile una prima richiesta di 444 milioni, ma Agnelli aveva rilanciato al rialzo: nel ricorso al Consiglio di Stato, l'ultimo grado di giudizio della giustizia amministrativa, la richiesta era salita a 581 milioni.

francesco calvo

 

Una cifra mostruosa, considerando che già la precedente sarebbe stata insostenibile per la Federcalcio, ma così motivata dai legali della società sul piano dei mancati ricavi: 31,6 milioni dalle partite, 24,3 dagli sponsor, 69 dai diritti radiotelevisivi, 245,6 per la perdita di valore del marchio, 57,6 per il valore dei giocatori e, infine, 85 per i danni legati ai ritardi nella costruzione dello Juventus Stadium. Tutto poi era finito nel nulla ma, secondo alcuni, Andrea Agnelli avrebbe dovuto utilizzare quest' arma per ottenere, in cambio della pace, altri tipi di trattamento a favore del club.

CLAUDIO ALBANESE

 

Anche in questa occasione la Juventus dimostrò gravi lacune sul piano della comunicazione. La scelta di Andrea di affidarsi in toto a Claudio Albanese non si è rivelata molto felice: tra i giornalisti sportivi, i suoi modi bruschi non hanno prodotto risultati. Anche se in effetti, invece di occuparsi di comunicazione, ha preferito la scalata dietro le quinte diventando il vero Rasputin di Andrea. E nemmeno questo piace al principale azionista.

John possiede una buona dose di perfidia, al di là di quanto sembra trasparire dal suo volto pallido e dell'aspetto in apparenza timido.

 

andrea agnelli con john elkann

Periodicamente fa circolare l'indiscrezione, alternativamente, o di voler mettere in vendita il 30% della Juve a un «fondo straniero» non meglio precisato, oppure di voler sostituire Andrea. Con un patrimonio di 24 miliardi di dollari, John è uno degli uomini più influenti e ricchi dell'intero pianeta. Non gli piace essere circondato da cattiva fama e debiti, specie se non è lui a farli. Per questo avrebbe intenzione di vendere, a causa di un indebitamento netto che, al 30 giugno 2021, ammontava a 389,2 milioni di euro, Un dato sempre costante nel tempo: l'anno prima era stato di 385,1 e nel 2019 di 463,4 milioni. La holding della famiglia Agnelli, che detiene la maggioranza assoluta della Juventus, con una quota del 63,76%, tra poco più di un anno avrà un margine ancora maggiore per cedere quote di capitale senza perdere il diritto di gestire la società in piena libertà.

 

alena seredova alessandro nasi

Andrea Agnelli si giustifica con la pandemia: «Nel biennio 2020-2021 il mondo del calcio ha accumulato perdite fino a 8,5 miliardi. Abbiamo avuto gli stadi vuoti per lungo tempo, in tema di diritti tv ci sono broadcaster che non pagano e contrazioni ovunque». Un segnale della situazione economica? L'ammontare degli stipendi della stagione 2020-2021 sarebbe stato spalmato in due anni, e il pagamento degli stipendi dei calciatori differiti. Ma in un modo che ha provocato le attenzioni della Procura della Repubblica.

 

andrea agnelli con john elkann

Da molti mesi ormai Andrea Agnelli ha imboccato un vicolo cieco che ha portato a questa domanda: con quale credibilità può restare presidente della Juventus? Il meccanismo di fiducia si è rotto non solo con John, il vero padrone del vapore, ma anche con i tifosi e le istituzioni calcistiche europee e mondiali. I danni che si potrebbero riverberare sul club sono enormi e intuibili. Ancor più deleteria è stata questa ostinazione nell'accodarsi a Florentino Perez, al quale interessa di più portarsi a casa le autostrade italiane, tramite Abertis e Atlantia dei Benetton (anche se ne ha già migliaia di km in giro per il mondo) piuttosto che parare le terga ad Andrea Agnelli.

agnelli elkann

 

Il quale, alle spalle, non ha né il denaro, né il potere, né le risorse, né i 93.267 soci della Casa Blanca di Madrid. E se la deve vedere con inchieste non soltanto sportive che cercano di scoprire come sia stato possibile, con un solo milione di cash, realizzare plusvalenze per 250 milioni di euro. A dare risposte non bastano i cervelli finanziari (detestati da John) di cui Andrea si serve con fiducia cieca e assoluta: Francesco Roncaglio e i Ginatta, sia Roberto che Matteo.

 

Queste sono le circostanze che hanno creato voci di un avvicendamento al vertice della Juve. L'uomo jolly di Elkann è il cugino Alessandro Nasi. Diventa urgente per John resettare la situazione, ma non è facile. Il prossimo futuro è pieno di incognite. Intanto Andrea può scordarsi ciò a cui ambiva: il vertice della Ferrari, più potere in Exor, la granitica certezza che John riaprisse il portafoglio di Exor per il sesto aumento di capitale a favore della Juve. Alessandro Nasi? Perché no.

andrea agnelli con john elkann

 

Sarebbe una bella rivincita anche per Alena Seredova, compagna di Alessandro, che diventerebbe meritatamente la vera first lady, mentre l'eterna aspirante (a quel ruolo) Ilaria D'Amico si ritroverebbe ridimensionata: senza più un programma Sky, col marito in casa tutto il giorno in ciabatte e, quel che è peggio, con Alena che ha trasformato in una grande vittoria quella che all'inizio sembrava una sconfitta.

alena seredova alessandro nasi

(3. Fine)

lapo elkann john elkann alessandro nasi andrea agnelli al matrimonio di john

Ultimi Dagoreport

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...