germanwings - un soccorritore con il corpo di una delle vittime

AL SICURO DA CHI? – IL DILEMMA DELLA SICUREZZA IN AEREO, TRA NORME ANTITERRORISMO E PILOTI CHE IMPAZZISCONO – IN AMERICA NON È POSSIBILE CHE RESTI SOLO UN PILOTA IN CABINA DI PILOTAGGIO, IN EUROPA SI'

Ettore Livini per “la Repubblica

 

La tragedia del volo 4U9525 della Germanwings è iniziata l’11 settembre del 2001. Quando le autorità di controllo americane, fatto tesoro della lezione delle Torri Gemelle, hanno deciso di trasformare le cabine di pilotaggio degli aerei in fortini inespugnabili. Inaccessibili a terroristi intenzionati a prendere il controllo del velivolo grazie a porte blindate e a prova di granata. Oggi basta spostare una levetta di un centimetro — come avrebbe fatto Andreas Lubitz sull’Airbus A 320 in servizio tra Barcellona e Dusseldorf — per isolarsi dal mondo e mettersi alla cloche, condannando a morte 149 persone. Ecco come è stato possibile.

andreas lubitzandreas lubitz

 

È POSSIBILE CHE RESTI SOLO UN PILOTA IN CABINA DI PILOTAGGIO?

In America no, in Europa sì. Negli Stati Uniti le regole impongono sempre la presenza di due persone ai comandi. E se uno dei due ufficiali esce per andare in bagno, il suo posto è preso da un assistente di volo. Entrambi, tra l’altro, devono pure (in teoria) indossare le maschere ad ossigeno per sicurezza. In Europa non è obbligatorio. La regola della doppia presenza, ad esempio, è imposta da Ryanair ma non dalle principali compagnie di bandiera. Alitalia, Norwegian Airlines e Easyjets hanno deciso di adottarla da ieri. La Malaysian l’ha resa obbligatoria dopo la sparizione del volo Mh370.

 

PERCHÉ LA CABINA DI PILOTAGGIO È BLINDATA?

«Perché è fondamentale per la sicurezza» ha spiegato nel 2001 George Bush annunciando l’obbligo per le compagnie americane (esteso in Europa agli aerei sopra i 60 posti) di porte speciali che impedissero a malintenzionati di prendere i comandi, come successo sui due Boeing 767 che si sono schiantati sulle torri del World Trade Center. L’obiettivo dell’intervento — spiegava la Federal Aviation Administration — era installare «una porta che si può aprire solo dall’interno». L’operazione è andata in porto nei due anni successivi. Ogni porta è costata tra i 12 e i 17mila dollari e la spesa totale per la flotta mondiale è stata (considerando pure l’aumento di consumi per il peso) di circa 300 milioni.

GERMANWINGS CABINAGERMANWINGS CABINA

 

CHE CARATTERISTICHE HANNO QUESTE PORTE?

Devono resistere a impatti superiori del 50% ai limiti imposti dal Ministero di Giustizia Usa alle strutture di massima sicurezza a terra. Per scardinarle non basta una granata. Sono a prova di proiettile e devono avere un sistema di chiusura che consenta al pilota di asserragliarsi in cabina di pilotaggio in caso di minacce dall’esterno. L’israeliana El Al — per evitare che qualcuno sfondi lo sbarramento quando la porta viene aperta da un assistente di bordo — ha installato addirittura una doppia barriera, come quelle che ci sono per entrare in banca.

 

COME SI COMANDA L’APERTURA DELLA PORTA?

Grazie a una leva posizionata negli Airbus tra i due piloti nella parte bassa del cruscotto. Il dispositivo ha tre posizioni: Unlock, Norm e Lock. Per spostare la leva basta sollevarla (per evitare spostamenti accidentali) e posizionarla sul comando, un po’ come si fa con il cambio di un auto per innestare la retromarcia. La posizione Unlock consente a chiunque di aprire dall’esterno ed è spesso usata quando l’aereo è a terra.

 

La posizione Norm è quella standard in assetto di volo. La porta è chiusa e inaccessibile dall’esterno. Gli assistenti chiedono via interfono l’autorizzazione ad entrare. I piloti verificano la loro identità (possono farlo pure de visu attraverso un apposito spioncino) poi spostano la leva su Unlock e consentono l’accesso. Di solito quando una persona entra o esce, un altro assistente tiene un carrello del cibo di traverso nel corridoio di fronte alla porta per ostruire il passaggio a malintenzionati.

Cabina di un airbus a320 come quello germanwingsCabina di un airbus a320 come quello germanwings

 

E SE I PILOTI HANNO UN MALORE?

In caso di emergenza, la porta può essere aperta dall’esterno anche quando la leva è posizionata su Norm. Se non ricevono risposte via interfono dalla cabina di pilotaggio, hostess e steward digitano un codice numerico (tipo bancomat) su un display esterno a fianco dell’ingresso. Dopo mezzo minuto la porta si apre per 5 secondi consentendo l’accesso per valutare la situazione.

 

A COSA SERVE ALLORA LA FUNZIONE LOCK?

È la posizione imposta dalle regole post-11 settembre per prevenire incursioni in cabina di pilotaggio di terroristi e la stessa attivata con ogni probabilità sul volo Germanwings. Selezionandola — lo possono fare solo i piloti — si rende la cabina completamente inaccessibile, disattivando anche per un certo periodo (lo standard Airbus è 20 minuti, ma le compagnie possono modificarlo) la possibilità di aprire la porta digitando il codice numerico dal display esterno.

la scatola nera dell aereo germanwings con le registrazioni audiola scatola nera dell aereo germanwings con le registrazioni audio

 

COSA PUÒ ESSERE SUCCESSO A BORDO DEL VOLO 4U9525?

In base alle prime ricostruzioni, il comandante si sarebbe assentato per recarsi in bagno. Appena uscito, il copilota potrebbe aver spostato la leva su Lock isolandosi in cabina. Poi — stando alle ricostruzioni di Flightradar — alle 10.30 e 55 secondi ha dato il comando per abbassare la quota di volo da 38mila piedi (l’altezza di crociera) a 96 piedi. Quando il comandante ha provato a rientrare, il secondo non ha semplicemente risposto. E, con il comando su Lock, nessuno è stato in grado di entrare per neutralizzarlo.

 

SI PUÒ EVITARE IL RIPETERSI DI CASI DI QUESTO TIPO?

disastro del volo germanwings  28disastro del volo germanwings 28

È un problema serio. Le autorità di sicurezza dovranno decidere dopo il caso Germanwings se è più pericoloso consentire a un pilota di chiudersi in cabina o distribuire a qualcuno all’esterno (magari ricattabile da un terrorista armato) un codice per entrare in qualsiasi situazione. Qualcuno pensa a un futuro di aerei guidati in automatico dai computer senza bisogno di piloti. Anche i sistemi informatici, però, sono facilmente infiltrabili da hacker e cyberterroristi…

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?