cavi rame telefono

CAVI AMARI – DOPO LA MAXI STANGATA SULLE BOLLETTE, POTREBBE ARRIVARE QUELLA SUL TELEFONO, MA QUESTA VOLTA NON PER COLPA DELLA GUERRA O DELLA SPECULAZIONE - L’AGCOM VORREBBE RITOCCARE IL “PEDAGGIO” CHE GLI OPERATORI PAGANO PER UTILIZZARE LA RETE FISSA IN RAME PER SPINGERLI VERSO LA FIBRA – SE LA BOZZA DOVESSE ESSERE CONFERMATA, I MAGGIORI COSTI VERRANNO SCARICATI SUGLI UTENTI...

Michele Zaccardi per “Libero quotidiano”

fibra ottica

 

Dopo i rincari delle bollette di luce e gas potrebbero aumentare anche quelle del telefono (e di internet). La colpa, questa volta, non è della guerra o della speculazione. Ma di una delibera dell'Agcom. Già, perché l'autorità garante delle comunicazioni sta studiando un provvedimento per ritoccare i prezzi che gli operatori pagano per utilizzare la rete fissa. 

 

FIBRA OTTICA

Non tutta, ma solo quella in rame. Con l'obiettivo dichiarato di favorire la migrazione verso la fibra. Al momento si tratta di una bozza in consultazione. Ma se dovesse venire confermata, i maggiori costi sostenuti dalle aziende di telefonia rischiano di essere scaricati sui clienti finali, già alle prese con i rincari dei prodotti e dell'energia.

 

IL PEDAGGIO 

cavi fibra ottica

Ma andiamo con ordine. Regolarmente, Agcom fissa l'obolo che le aziende di telecomunicazioni devono versare per usare la rete in rame e in fibra. È come in autostrada: si paga un pedaggio per compensare l'usura e finanziare gli interventi di manutenzione. Tuttavia, a causa dei rincari degli ultimi mesi, per la prima volta in vent'anni, nel 2023 il canone mensile per la rete in rame aumenterà, e di parecchio (per quest' anno, invece, si è deciso di confermare i tariffari del 2021). Nello specifico, il servizio ULL - ovvero l'affitto del cosiddetto "ultimo miglio", il cavo che dalla centrale telefonica arriva in casa- passa da 8,9 a 9,7 euro al mese (+9%). 

 

fibra

Questo mentre il servizio SLU, che consiste nell'utilizzo del filo di rame che congiunge l'armadio stradale all'abitazione, aumenta del 23%, da 5,3 euro a 6,55 euro. Infine, il costo per l'utilizzo del FTTH, i cavi di fibra che arrivano direttamente in casa del cliente, diminuisce del 7,9%, da 15,35 a 14,13 euro.

 

Secondo Agcom, gli aumenti proposti, oltre a remunerare il gestore della rete per l'incremento dei costi registrato negli ultimi mesi, servono principalmente a incentivare gli operatori che ancora fanno affidamento sul rame a servirsi solo della fibra.

 

open fiber fibra ottica

Tuttavia, ci sono alcune cose che non tornano. Innanzitutto, i nuovi tariffari riguardano anche il FTTC (ovvero fibra fino all'armadio stradale e poi rame), il servizio di nuova generazione più diffuso (il FTTH copre solo il 35% delle famiglie) che di conseguenza diventerà più caro. Ma soprattutto, è la convinzione diffusa nel settore tlc, non c'è bisogno di incentivi. In questo momento, infatti, gli operatori stanno già traslocando da FTTC a FTTH. Dove questo è possibile. Nel 60% del territorio, infatti, l'iperfibra, o FTTH, ancora non c'è. In queste zone l'unico risultato sarà dunque quello di sussidiare la rete in rame, di proprietà di Tim, già ammortizzata da tempo.

fibra fino a casa

 

I CONTI NON TORNANO 

Stando così le cose la decisione dell'Agcom sembra paradossale: con la scusa di compensare gli aumenti dei prezzi di energia e materiali che incidono sui costi di costruzione della rete, viene sovvenzionata la parte dell'infrastruttura già esistente, quella in rame, realizzata anni fa, e non quella in fibra (in parte da costruire). Ma c'è di più. 

 

Le tariffe dei servizi all'ingrosso stabilite dall'Autorità si basano sui costi di "rimpiazzo" e non su quelli effettivi: in pratica, il costo è calcolato come se la rete dovesse venire costruita da zero. Al di là delle questioni tecniche e della correttezza o meno delle valutazioni dell'Agcom, comunque, una cosa è certa: se gli aumenti scattano, i consumatori dovranno prepararsi a pagare il conto. E forse il momento non è proprio quello adatto.

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)