sciare green pass sci settimana bianca

TUTTI A SCIARE! (O QUASI) - DOPO VENTI MESI, ANCHE IN ITALIA RIAPRONO I 1500 IMPIANTI DI RISALITA E SI INAUGURA LA STAGIONE TURISTICA INVERNALE - I 3200 CHILOMETRI DI PISTE GARANTISCONO OLTRE 60 MILA POSTI DI LAVORO E 12 MILIARDI DI FATTURATO, IL 2% DEL PIL - SCIARE NON RICHIEDE IL GREEN PASS MA TUTTI DOVRANNO INDOSSARE LA MASCHERINA, E CHI VORRA' SEDERSI IN RIFUGI E BAITE...

Giampaolo Visetti per "la Repubblica"

 

SCI COVID

«Senza sci mi veniva la scimmia. Ho detto: raga, questa volta si schioda dalla city di notte e inauguriamo noi le piste. Fatto: uno sballo, siamo tornati a vivere». Alle 8.40 Massimo Villa, studente di Monza, è già in cima al Grostè. Sette sottozero: lacrime di commozione gli congelano le ciglia. «Mio zio è morto di Covid - dice - in aprile ero intubato io e in settembre ho fatto il vaccino. In ospedale sognavo di tornare a respirare sulle Dolomiti».

 

Dopo venti mesi, anche in Italia riaprono i 1500 impianti di risalita e si inaugura la stagione turistica invernale: 3200 chilometri di piste che garantiscono oltre 60 mila posti di lavoro e 12 miliardi di fatturato, il 2% del Pil. Sulla faccia della gente, quando al Boch gira la prima seggiovia, si riaccende quel sorriso infantile custodito per Natale.

 

SCI COVID

«Lo sci - dice Valeria Ghezzi, presidente nazionale degli impiantisti - è l'ultima attività all'aperto e l'ultimo settore economico a riprendere dopo il tragico 8 marzo 2019. Il governo ci ha ascoltato: la pandemia rialza la testa, ma la neve è il nostro mare: in montagna è la vita e oggi siamo felici di rivederla».

 

A Madonna di Campiglio si apre il ponte di Sant'Ambrogio e dell'Immacolata. Il Trentino è tra le province più immunizzate del Paese: un abisso di contagi lo divide dall'Alto Adige ostaggio dei No Vax, da domani in zona gialla e con 36 comuni in rosso. Un anno fa anche il cuore del Brenta era blindato e deserto. Oggi alberghi, negozi e parcheggi sono pieni: sulle Alpi, da Courmayeur a Cortina d'Ampezzo e dal Sestriere alla Valtellina, per Capodanno si profila il tutto esaurito. «Nessuno si illude - dice l'albergatore Nicola Artini - di tornare alle stagioni pre-Covid. Il virus fa paura e le famiglie fanno i conti: le prenotazioni degli stranieri si sono fermate».

 

settimana bianca green pass

Solo domani le linee guida del ministro Speranza saranno sulla Gazzetta ufficiale. «Sciare - dice Bruno Felicetti, direttore della ski-area che comprende anche Folgarida, Marilleva e Pinzolo - non richiede il green pass. In zona bianca e gialla è obbligatorio solo per salire su impianti chiusi, come cabinovie e funivie. Nelle risalite e in coda tutti devono però indossare la mascherina chirurgica. Vaccino e Ffp2 sarebbero necessari solo se si precipitasse in zona arancione».

 

GREEN PASS SETTIMANA BIANCA

Da domani però, ovunque, il super green pass. Anche chi vorrà sedersi in rifugi e baite dovrà esibirlo: con il tampone si potrà consumare solo all'aperto. «Per questo noi siamo qui - dice una compagnia di snowboardisti No Vax di Cesena -: è l'ultimo week-end di libertà. Poi non ci resteranno che i panini al gelo: una condanna di Stato alla polmonite».

 

Impossibile negare il caos del debutto tra livelli diversi di green pass, controlli e aggiornamento dei tamponi. Questi vanno fatti ogni due giorni: possono però scadere prima dello skipass e sono poche le località pronte con ambulatori e infermieri riservati ai rinnovi. «L'obbligo vaccinale per calzare gli sci - dice Walter Bonapace, maestro di sci - avrebbe semplificato la vita a tutti. Da gennaio arrivano anche casco obbligatorio fino a 18 anni, caro-assicurazione per tutti e alcol-test sulle piste. Meglio del lockdown, ma non sarà un inverno facile».

 

Settimana bianca green pass

Nei giorni di punta qui sciano 50 mila persone. Scialpinisti ed escursionisti con le ciaspole, senza vincolo di immunizzazione, risaliranno le piste accanto ai discesisti vaccinati. Forze dell'ordine e medici sono assorbiti dagli infortuni: non potranno vigilare su test e distanziamenti. «Il Superski Dolomiti - dice in Val Badia il presidente Andy Varallo - ha ideato la App che lega skipass e green pass sul cellulare. Semplifica, fa risparmiare ed evita le attese ».

 

Settimana bianca green pass 2

A Campiglio arriverà entro Natale, come i totem (esauriti) per il controllo elettronico dei certificati fuori dai rifugi. Per ora ci si arrangia con un quotidiano braccialetto colorato. Chi lo esibisce, evita di mostrare il certificato sul telefono ad ogni passaggio. «Le cose si complicano - dice Roberto Maroni, gestore del rifugio sullo Spinale - per chi come me sorveglia sette entrate e all'ora di pranzo viene preso d'assalto da migliaia di sciatori. Non posso fermare tutti per indagare chi va in bagno, chi al bar, chi al ristorante, chi al self-service e chi siede fuori. Al costo del totem si aggiunge quello di un paio di collaboratori dedicati al filtro: se taglieranno i posti a sedere, a molti converrà chiudere».

 

Settimana bianca green pass 6

Il rischio è alimentare località No vax: decine sulle Alpi le aree-sci, anche famose, prive di impianti chiusi, con piste servite solo da seggiovie e con rifugi dotati di terrazze. «Sarebbe triste - dice Marco Grigoletto, presidente Anef del Veneto - stabilire regole di sicurezza per assistere alla concentrazione di chi le ignora. Il messaggio è che sciare è un premio per chi rispetta gli altri vaccinandosi: solo chi non può farlo, o gli stranieri con sieri non riconosciuti in Europa, devono poter fare i tamponi rapidamente e vicino alle piste».

 

Settimana bianca green pass 5

Freddo e neve sono finalmente arrivati e dal primo istante il turismo torna a rifugiarsi nella bellezza delle Alpi. Vinicio Fondriest vive noleggiando sci. «In poche ore - dice - me ne hanno prenotati 2500 paia. Il virus isola, ma spinge pure nello sport e dentro la natura». Un solo timore comune: che varianti e negazionisti riescano a richiudere il mondo. «Mai visto - dice Manuela Viviani, gestrice del rifugio di famiglia sulla Pradalago - gente tanto felice che ha bisogno di dimenticare mesi di dolore. Prima del Covid si sciava per divertirsi: adesso la montagna ci serve per guarire».

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