sanita' conti in rosso

SANITA’ PUBBLICA IN CODICE ROSSO - UN DOSSIER INEDITO DEL MINISTERO DELLA SALUTE SVELA UN BUCO DA 1,5 MILIARDI DI EURO - RECORD DI PERDITE PER LA CAMPANIA CON OLTRE 350 MILIONI, A SEGUIRE LAZIO E SICILIA - BILANCI RIPIANATI GRAZIE ALL'AUMENTO DELLE TASSE E AL TAGLIO DI SERVIZI E PERSONALE 

Paolo Russo per la Stampa

 

OSPEDALIOSPEDALI

«Il bilancio della sanità è in attivo di 312 milioni». Così, solo tre mesi fa, la Corte dei Conti annunciava per Asl e ospedali la fine dei conti in rosso dopo anni di spending review. Ma un documento top secret del ministero della Salute svela ora che solo nelle aziende ospedaliere italiane c' è un buco da un miliardo e mezzo, ripartito tra 42 nosocomi dei 100 sparsi lungo lo Stivale. Mentre altri 9 hanno i conti in ordine ma non garantiscono i livelli essenziali di assistenza.

 

ospedaleospedale

Le perdite sono state quantificate valutando entrate da una parte e valore delle prestazioni sanitarie fornite dall' altra, senza conteggiare quei contributi regionali che spesso finiscono per nascondere i deficit sotto il tappeto. In pratica ripiani a pie' di lista, che finiamo per pagare noi attraverso l' aumento delle tasse locali e il degrado dei nostri ospedali. Il tasso di obsolescenza delle strutture, dice l' ultimo rapporto Oasi della Bocconi tanto per dire, è del 29%, mentre quello dei macchinari come Tac e risonanze, è addirittura del 74%.

 

ospedaleospedale

Il record delle perdite ce l' ha la Campania, con oltre 350 milioni, 102 dei quali del solo Cardarelli di Napoli. Segue poi a ruota il Lazio, dove il buco è di 257 milioni, 77 dei quali attribuibili all' ospedalone romano San Camillo-Forlanini. Al terzo posto della classifica si piazza la Sicilia, con 231 milioni. In pratica tre sole regioni generano ben oltre la metà del deficit ospedaliero nazionale. Segue poi la Lombardia con otto ospedali che sommano un rosso da 216 milioni. Al quinto posto il Piemonte con 163 milioni, tutti attribuiti alla Città della Salute di Torino.

 

lorenzinlorenzin

Quantificazione che stride con i soli 15,8 milioni iscritti in bilancio con la matita rossa. Una forbice che la dice lunga sui diversi modi di valutare i conti tra Stato centrale e Regioni. La verità, secondo i tecnici della salute, è che nei bilanci ospedalieri si nascondono contributi regionali, come quelli sulle funzioni non tariffabili, tipo pronto soccorso, terapia intensiva e trapianti, che in molti casi non corrispondono al valore delle prestazioni erogate. E stesso discorso vale per le tariffe su ricoveri e interventi chirurgici, che variano sensibilmente da una regione all' altra.

 

OSPEDALE 1OSPEDALE 1

Insomma, ripiani a pie' di lista non propriamente indolori per contribuenti e assistiti. I numeri parlano chiaro. In un decennio Asl e ospedali sono passati da una perdita di 5,7 miliardi a un attivo di quasi 400 milioni. Lotta agli sprechi, si dirà. Ma guarda caso nello stesso arco di tempo le addizionali regionali sull' Irpef hanno subito un' impennata del 59%, passando da un gettito di 7,4 miliardi a uno di 11,8, che ci è costato in media 158 euro a testa. Di più per chi abita in regioni in piano di rientro dai deficit sanitari.

 

ospedale cardarelli ospedale cardarelli

Quindi il grosso della falla lo si è tamponato aumentando le tasse. Ma si è anche tirata la cinghia, risparmiando soprattutto su personale sanitario e farmaci, per i quali la spesa ha fatto il passo del gambero, diminuendo rispettivamente dell' 1,2 e del 5,5%. Riduzioni che qualche ricaduta sui livelli di assistenza avranno anche avuto se calcoliamo che a furia di non sostituire medici e infermieri che vanno in pensione oramai per le corsie si aggirano in maggioranza sanitari con i capelli bianchi, che faticano a sostenere lo stress di servizi come quelli di emergenza.

 

OSPEDALE SAN CAMILLOOSPEDALE SAN CAMILLO

Sui farmaci poi si saranno anche spuntati prezzi più favorevoli, ma è difficile immaginare che con le nuove super pillole, del valore medio di 100mila euro a terapia, qualche razionamento non ci sia stato, come mostra la vicenda dei farmaci anti epatite, inizialmente mutuabili solo per i malati più gravi. Questo non vuol dire però che sia finito il lavoro di taglio agli sprechi. Uno studio dell' Agenas, l' Agenzia per i servizi sanitari regionali, due anni fa ha messo a confronto quattro grandi ospedali, assimilabili anche per la complessità delle prestazioni offerte e, tra spese per riscaldamento, lavanderia e mensa che triplicano da un nosocomio e l' altro ed infornate di amministrativi mentre medici e infermieri scarseggiano, ha tracciato una mappa degli sprechi del valore di circa un miliardo.

 

intervento chirurgicointervento chirurgico

Per questo la titolare della salute, Beatrice Lorenzin, si è battuta per inserire una norma nella legge di stabilità del 2016, poi un po' annacquata in quella dello scorso anno, che obbligava i manager degli ospedali con un rosso pari almeno al 7% del loro bilancio (o a 7 milioni in valore assoluto) a predisporre piani di rientro triennali. Pena la perdita della poltrona di direttore generale. Solo due mesi fa, però, la Consulta ha accolto un ricorso della Regione Veneto, affermando che la norma in sé è legittima, ma che la quantificazione degli sfondamenti di spesa va accertata insieme alle Regioni. Di fatto uno stop che potrebbe portare brutte nuove per i tartassati del federalismo fiscale e sanitario.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)