
CHI È DAVVERO FRANCESCA ALBANESE, LA ROCKSTAR DEI PRO-PAL CHE SI PERMETTE DI CONCEDERE IL “PERDONO” A CHI OSA PARLARE DEGLI OSTAGGI ISRAELIANI, TRASFORMATA DA UNA SINISTRA IN CRISI DI RAPPRESENTANZA IN UNA SANTA MARIA GORETTI CON LA KEFIAH? PER ANNI SI È DEFINITA “INTERNATIONAL LAWYER”, NONOSTANTE NON ABBIA MAI SOSTENUTO L’ESAME DA AVVOCATO, E HA SEMPRE RESPINTO LE ACCUSE DI VICINANZA AD HAMAS E CONFLITTO DI INTERESSI. PERÒ OPERA PREOCCUPANTI DISTINGUO SUI TERRORISTI (“STANNO ANIMANDO UNA RIVOLUZIONE GLOBALE”; “VANNO COMPRESI”) E AFFERMA CHE LILIANA SEGRE, SOPRAVVISSUTA ALL’OLOCAUSTO, “NON È LUCIDA” QUANDO SI PARLA DI GENOCIDIO, CON UN’ORRENDA METAFORA SUL TUMORE – IL “GIALLO” DELLA CONSULENZA DEL MARITO, MASSIMILANO CALÌ, CON IL GOVERNO PALESTINESE DELL'ANP, E I VIAGGI IN AUSTRALIA E NUOVA ZELANDA PAGATI DA ONG IN ODORE DI ISLAMISMO (ACCUSE SEMPRE RESPINTE DALLA ALBANESE)
FRANCESCA ALBANESE ATTACCA DIEGO BIANCHI A PROPAGANDALIVE
DAGOREPORT
Chi è davvero Francesca Albanese? Come ha fatto una semisconosciuta laureata in giurisprudenza, che per anni si è autodefinita “international lawyer”, pur non essendo avvocato (ha ammesso lei di non aver mai fatto l’esame) a diventare relatrice speciale dell’Onu prima, e leader in pectore della nuova sinistra in-gazata poi?
La “giurista” di Ariano Irpino, che imperversa da mane a sera in tv, ha un curriculum di tutto rispetto: ha studiato giurisprudenza all’Università di Pisa, e ha poi ottenuto un master con specializzazione sui diritti umani presso la School of Oriental and African Studies dell'Università di Londra.
Secondo quanto si legge sulla sua pagina Wikipedia, è anche dottoranda di ricerca in diritto internazionale dei rifugiati presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università di Amsterdam.
Si legge ancora su Wikipedia:
curriculum di francesca albanese
“Dopo una borsa di studio presso l'istituto per lo studio delle migrazioni internazionali dell'Università di Georgetown di Washington, è diventata consulente senior sulla migrazione e gli sfollamenti forzati presso la ONG Arab Renaissance for Democracy and Development (ARDD) e ricercatrice presso l'Istituto Internazionale di Studi Sociali dell'Università Erasmus di Rotterdam.
[…] Albanese ha lavorato per un decennio come esperta di diritti umani per le Nazioni Unite, tra cui l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani e l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente.
FRANCESCA ALBANESE PERDONA - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA
Durante questo periodo, ha anche fornito consulenza ai governi nazionali e ai protagonisti della società civile in Medio Oriente, Nordafrica e Pacifico sui diritti umani, sulla loro attuazione e sulle norme, in particolare per quanto riguarda i gruppi vulnerabili come rifugiati e migranti.
Ha lavorato come docente a contratto di diritto internazionale presso università europee e arabe (ad esempio presso l'Issam Fares Institute dell'Università americana di Beirut) […].
Dal 1 maggio 2022 è Relatrice speciale delle Nazioni unite sui territori palestinesi occupati".
massimiliano cali - marito di Francesca Albanese
Anche nella vita privata, Albanese rimane coerente con il suo impegno per la Palestina, la sua missione.
Suo marito è Massimiliano Calì, economista affermato che lavora come funzionario alla Banca Mondiale, dove ricopre il ruolo di senior country economist in Tunisia.
Come riporta “il Riformista”, in un articolo firmato Andrea B. Nardi il 15 luglio 2025, prima di entrare nella Banca Mondiale, Calì è stato economista presso l’ambasciata italiana in Bolivia, ricercatore per l’Overseas Development Institute e anche consulente per il Ministero delle Finanze e dell’Economia nazionale della Palestina a Ramallah, quindi direttamente per conto del governo palestinese dell’Anp.
Albanese ha sempre negato le connessioni del marito con l’Anp affermando:
“Mio marito non è mai stato assunto o pagato dall’Autorità palestinese. MAI.
curriculum di massimiliano cali - marito di Francesca Albanese
Nel 2011, quando vivevamo a Gerusalemme, ha fatto una consulenza per l’Onu nel territorio palestinese occupato, il cui ruolo prevedeva il rafforzamento di capacità del Ministero dell’Economia palestinese”.
Ma, continua ancora “il Riformista”, “non è finita qui. Oggi Calì ricopre il ruolo di senior country economist per la Banca Mondiale in Tunisia, Paese che è indicato come uno di quelli dove transitano i soldi di Hamas.
Infatti nel 2022 la Banca Centrale tunisina ha congelato i conti bancari di alti funzionari del partito "Ennahda", movimento islamista tunisino, legato all’ente “benefico” Nama Tounes, a sua volta colluso con Hamas.
FRANCESCA ALBANESE - DIEGO BIANCHI
Sarà certo una coincidenza, ma, operando nel sistema bancario arabo coinvolto nei finanziamenti ai terroristi, c’è chi potrebbe sollevare un possibile conflitto di interessi”, conclude il quotidiano.
Francesca Albanese e Massimiliano Calì hanno due figli.
Una delle due lavora negli Stati Uniti e la sua vita si è molto complicata dopo le sanzioni annunciate dal Segretario di Stato americano Marco Rubio, che ha accusato Albanese di "antisemitismo e sostegno al terrorismo", oltre a "disprezzo nei confronti degli USA e di Israele".
massimiliano cali - marito di Francesca Albanese
Le sanzioni - per le quali la giurista ha ricevuto il sostegno anche delle Nazioni Unite – hanno di fatto vietato agli americani contatti con Albanese, rendendo difficili i rapporti con la figlia.
Al netto delle consulenze poco chiare di Calì con l’ANP, anche Francesca Albanese è stata accusata di avere rapporti opachi con il mondo di cui dovrebbe essere osservatrice imparziale (ufficialmente è Relatrice speciale, di fatto parla come un’attivista).
attacco di hamas del 7 ottobre 1
L’ong UN Watch, con sede a Ginevra e considerata molto vicina a Israele, ha pubblicato nel maggio 2025 un rapporto in cui accusa le Nazioni Unite di aver insabbiato gravi violazioni etiche da parte di Francesca Albanese.
Al centro delle accuse ci sarebbe un viaggio di due settimane che Albanese ha compiuto in Australia e Nuova Zelanda nel novembre 2023, presentato pubblicamente come missione ONU, ma in realtà — secondo l’organizzazione — finanziato da gruppi di lobby filo-palestinesi, alcuni dei quali sostenitori di Hamas.
il rapporto di un watch su francesca albanese
Secondo UN Watch, l’uso di fondi esterni per attività legate al suo mandato viola il Codice di condotta dei relatori ONU, che vieta esplicitamente l’accettazione di “doni, favori o finanziamenti” da enti terzi.
Nonostante Albanese avesse più volte dichiarato che il viaggio fosse coperto dall’ONU, secondo UN Watch alcuni eventi furono organizzati e pagati da ONG militanti, come Australian Friends of Palestine e APAN.
In un altro caso, Albanese avrebbe chiesto un onorario a un’università americana, contravvenendo di nuovo alle regole.
Il rapporto denuncia anche una presunta copertura istituzionale: l’Ufficio dell’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani e il Comitato di Coordinamento dei relatori speciali avrebbero insabbiato le accuse, minimizzando i fatti e difendendo la relatrice.
Alcuni membri del comitato, secondo il dossier, erano legati da rapporti professionali o ideologici ad Albanese, sollevando il sospetto di conflitto d’interessi.
francesca albanese abbandona lo studio di in onda mentre si parla di liliana segre
L’ONU ha sempre difeso Albanese, senza però fornire prove, e lei ha sempre respinto ogni accusa.
Nel frattempo, “Nostra signora dell’Intifada” è diventata una superstar, che si permette di dire a una senatrice a vita e sopravvissuta all'Olocausto, Liliana Segre, che non può parlare di 'genocidio' perché non sarebbe lucida, con una metafora agghiacciante ("chi ha un tumore va a farsi curare da un oncologo e non da un sopravvissuto").
Come scrive Fabrizio Roncone, “ovunque arrivi, è accolta da folle e applausi, c’è sempre un gran sfoggio di kefiah e bandiere palestinesi, slogan duri, pugni chiusi.
I giornali mandano inviati a seguirla, lei al centro e il mischione delle telecamere e dei microfoni tutt’intorno: dichiara, arringa, e se qualcuno non comprende bene, eccola esibirsi nelle sue faccette, alza gli occhi al cielo, arriccia il naso.
ALESSANDRO DI BATTISTA CON FRANCESCA ALBANESE
Non vi è chiaro? Davvero devo spiegarvi la differenza tra il bene e il male? Così ci scappa sempre una polemica, qualche baruffa che rimbalza a Montecitorio”.
Chi è davvero Francesca Albanese? Risponde ancora Roncone, ricordando uno dei molti momenti pubblici della “giurista” 48enne: “Per ora bisogna affidarsi molto alle impressioni, e a qualche piccolo dettaglio.
Per dire: era piuttosto eloquente il modo con cui si è rivolta a Diego Bianchi, poche sere fa, a Propaganda Live . ‘Ti pare normale che tu mi fai un’intervista dopo tre anni che sono relatrice per la Palestina?’. Ma aveva quel non so che nello sguardo. Capito cosa?”
francesca albanese marco massari
ARRINGHE E PRESUNZIONE IL «METODO» ALBANESE, NOSTRA SIGNORA PRO PAL
Estratto dell'articolo di Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”
Che ha fatto e detto oggi, dove sarà domani e soprattutto chi è, chi non è, cosa pensa d’essere diventata Francesca Albanese, sempre così teatrale, da palco, però molto anche da tivù, da talk, con un eloquio affilato e avvolgente, con una smorfia che sembra un sorriso, i capelli argentati, gli occhiali modaioli, una studiata eleganza radical chic sui toni pastello, un po’ stimata relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi e ormai un po’ Nostra Signora dei pro Pal [...], spavalda e senza mai un filo d’imbarazzo, un dubbio, un lampo di vergogna:
nemmeno quando sta lì a spiegarti che quelli di Hamas non sono necessariamente dei tagliagole, Hamas ha fatto persino cose buone, i terroristi bisogna capirli e quella che invece non si può proprio capire è la senatrice Liliana Segre, colpevole d’essere tornata viva da Auschwitz, numero di matricola 75190 tatuato sull’avambraccio sinistro, e perciò troppo poco imparziale, poco lucida quando riflette sull’opportunità di usare il termine genocidio di fronte a quanto accade a Gaza (quando Albanese parla della Segre, di solito, sbuffa e alza il sopracciglio tra fastidio e supponenza: una maestrina spazientita).
greta thunberg francesca albanese
Questa giurista di Ariano Irpino [...] s’è infilata dentro una vicenda mediatica fragorosa e inattesa ed è testardamente già riuscita a diventare il personaggione sinistrorso del momento.
Ovunque arrivi, è accolta da folle e applausi, c’è sempre un gran sfoggio di kefiah e bandiere palestinesi, slogan duri, pugni chiusi. I giornali mandano inviati a seguirla, lei al centro e il mischione delle telecamere e dei microfoni tutt’intorno: dichiara, arringa, e se qualcuno non comprende bene, eccola esibirsi nelle sue faccette, alza gli occhi al cielo, arriccia il naso.
Non vi è chiaro? Davvero devo spiegarvi la differenza tra il bene e il male? Così ci scappa sempre una polemica, qualche baruffa che rimbalza a Montecitorio.
Bonelli&Fratoianni, i capi di Avs, gongolano. Loro — ovvio — smentiranno subito: ma gira voce che stiano pensando di replicare con Albanese, alle prossime elezioni politiche, l’operazione portata a termine alle ultime Europee (e fu un notevole successo) candidando Ilaria Salis e Mimmo Lucano.
Nel Pd, invece, Albanese scatena disagio, sconcerto. Dichiarazioni critiche arrivano da Sensi e Picierno, da Verini e Corrado. Desta stupore anche lo scabroso comportamento di molti sindaci di area dem che, facendosi bastare le sanzioni a cui è stata sottoposta da Israele e Stati Uniti, si sono messi in fila per baciarle, onorati, la pantofola.
[...] Il 4 agosto, a Bari, nel teatro Piccinni, il primo cittadino Vito Leccese decide di consegnarle le chiavi della città. A Napoli le viene assegnata la cittadinanza onoraria. Identica la delibera votata dalla maggioranza di centrosinistra nel Consiglio comunale di Bologna.
francesca albanese attivisti flotilla
A Firenze, all’ultimo, frenano. Ma, a Modena, le viene dedicata una standing ovation dentro la chiesa di San Carlo. E, negli occhi di tutti, restano comunque le immagini di lei, della Albanese, sul palco del teatro Valli di Reggio Emilia.
Il sindaco Marco Massari, che si accinge a premiarla, dice con toni ragionevoli: «... Credo che la fine del genocidio e la liberazione degli ostaggi siano condizioni necessarie per avviare un possibile processo di pace». Dalla platea partono fischi, «Buuu!», gente che s’alza indispettita, insulti, «Vergognati!».
Lei ghigna, annusa l’atmosfera. Va di recita: si copre il viso con la mani, scuote la testa, prende la parola. È tagliente: «Il sindaco ha detto una cosa non vera: la pace non ha bisogno di condizioni». Però non le basta. Infierisce, beffarda: «Mi deve promettere che questa cosa non la dice più».
È in questo momento che Francesca Albanese compie il salto. E inizia a comportarsi quasi da leader. Di cosa? Forse non lo sa ancora bene nemmeno lei. Ma la suggestione è netta quando su Instagram si collega con la Flotilla in navigazione, o quando corre ad abbracciare Greta Thunberg.
Poi è opportuno considerare l’ostinazione con cui attacca la senatrice Segre prima su Facebook e, dopo, con un post su X. C’è del metodo, probabilmente una strategia. Con annessi colpi di scena. Come su La 7, a In Onda , dov’è ospite insieme a Francesco Giubilei, presidente della Fondazione Tatarella. Il quale, ad un certo punto, cita «la posizione di buon senso sul genocidio» della Segre. Allora lei, la Albanese, di colpo s’alza e se ne va.
[...] Al peggio [...] assistiamo qualche ora dopo: con Albanese che, in un’intervista a Fanpage , parla della senatrice con toni gonfi di violento sarcasmo [...]. [...] Lei incassa, non replica, ma va a Genova, all’università occupata dagli studenti. È il 7 ottobre, secondo anniversario del pogrom. Entra nel cortile come una star. Striscioni: «Intifada fino alla vittoria». Cori: «Ora/ e sempre/ resistenza!». Lei quasi li benedice.
E così torniamo alla domanda iniziale: chi è Francesca Albanese? Per ora bisogna affidarsi molto alle impressioni, e a qualche piccolo dettaglio. Per dire: era piuttosto eloquente il modo con cui si è rivolta a Diego Bianchi, poche sere fa, a Propaganda Live . «Ti pare normale che tu mi fai un’intervista dopo tre anni che sono relatrice per la Palestina?». Ma aveva quel non so che nello sguardo. Capito cosa?
francesca albanese
francesca albanese abbandona lo studio di in onda mentre si parla di liliana segre
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fotoreporter durante l attacco di hamas del 7 ottobre 2
FRANCESCA ALBANESE
francesca albanese con il murale di liliana segre
liliana segre dominiquie meyer prima della scala 2024
MILIZIANI DI HAMAS A GAZA
francesca albanese 2