regeni renzi al sisi egitto

AL SISI CI PRENDE A SCHIAFFI - IL NO DEL CAIRO A CONSEGNARE TABULATI TELEFONICI E IMMAGINI DELLE TELECAMERE, CONFERMA CHE L’EGITTO NON VUOLE LA VERITÀ SU REGENI - CHI E’ ENTRATO, UN MESE DOPO LA MORTE, NELL’ACCOUNT GMAIL DI GIULIO? L’INGRESSO E’ AVVENUTO DA UN DISPOSITIVO MOBILE IN EGITTO

Giuliano Foschini per “la Repubblica”

 

REGENIREGENI

Questa volta la mossa è doppia: un depistaggio, con una falsa richiesta di estradizione da parte dell’Italia. E il rifiuto di consegnare tabulati telefonici e immagini delle telecamere, a conferma che il paese di Al Sisi non ha alcuna intenzione di collaborare con la procura di Roma.

 

L’Egitto torna a parlare del caso Regeni e lo fa in maniera ufficiale: ieri il deputato Tarek al Kholi, segretario della commissione Esteri della Camera egiziana, ha chiuso tutte le porte alla collaborazione con le autorità giudiziarie italiane, definendo «incostituzionali » le richieste avanzate dalla procura di Roma nell’ambito del fascicolo sul ricercatore italiano ucciso al Cario. Al Kholi non parlava a titolo personale ma al termine «della riunione della commissione parlamentare trilaterale egiziana (Esteri, Difesa e Diritti umani) con i rappresentanti del ministero dell’Interno, della Giustizia e della Sicurezza nazionale».

 

Giulio RegeniGiulio Regeni

In un comunicato, Al Kholi ha detto che i rappresentanti dei ministeri «hanno informato le tre commissioni del loro rapporto con gli investigatori italiani e della loro piena collaborazione con la parte italiana», spiegando però che «la riunione ha svelato quelle che sono le vere richieste italiane: i tabulati telefonici, l’estradizione di tre persone e l’acquisizione delle immagini di alcune telecamere a circuito chiuso».

 

Tre richieste, secondo al Kholi, che non possono però essere esaudite: «Le tre commissioni - ha scritto nella nota - hanno confermato il rifiuto delle autorità egiziane a rispondere alle domande italiane, in quanto ciò è vietato dalla Costituzione ». Ma è proprio attorno a queste parole che nasce il giallo. Perché, se i tabulati e le immagini delle telecamere facevano parte delle richieste italiane, mai da Roma hanno chiesto l’estradizione di alcuno. Da dove nasce quindi questa dichiarazione?

 

PASSAPORTO DI GIULIO REGENI PASSAPORTO DI GIULIO REGENI

«Probabilmente si tratta dell’ennesimo depistaggio politico come ce ne sono stati tanti dall’inizio di questa inchiesta» spiega una fonte vicina alle indagini. Che non è affatto sorpresa del diniego dei tabulati. Mentre infatti le autorità egiziane hanno inviato senza troppi problemi i primi registri telefonici, stanno facendo grossa resistenza su quelli che potrebbero svelare il grande falso: la messinscena della Polizia con l’assassinio di cinque pregiudicati locali accusati di aver sequestrato e ucciso Giulio. E a casa dei quali sono stati trovati poi i documenti dell’italiano. È proprio su quel passaporto che l’Egitto rischia tutto: chi li ha portati a casa dei banditi? La Polizia come ha raccontato la moglie di uno di loro?

 

VIGNETTA GIANNELLI - AL SISI COLLABORA SUL CASO REGENIVIGNETTA GIANNELLI - AL SISI COLLABORA SUL CASO REGENI

Non a caso né sulle dichiarazioni dei parenti dei cinque né sull’anonimo giunto all’ambasciata di Berna di cui ha dato conto Repubblica nelle scorse settimane, gli egiziani hanno intenzione di offrire alcuna risposta agli investigatori italiani. Che non si arrendono e cercano altre strade per arrivare alla verità.

 

Purtroppo però, nonostante la collaborazione dell’Fbi e delle autorità americane, non sono arrivate buone risposte dagli Stati uniti ai quali avevano chiesto aiuto per individuare chi, un mese dopo l’omicidio di Regeni, aveva avuto accesso al suo account Gmail. Il dato indicava un ingresso da un dispositivo mobile in Egitto ma, stranamente, non è possibile risalire all’esatta collocazione. O almeno fino al momento non si è riusciti arrivare a una reale codifica.

 

REGENI AL SISI REGENI AL SISI

Accanto alla vicenda giudiziaria c’è poi quella politica: alcune associazioni di imprese che lavorano in Egitto hanno chiesto al nostro paese di raffreddare la crisi e inviare l’ambasciatore. Che, almeno per il momento, resta però a Roma.

giulio regeni     giulio regeni I TUTOR INGLESI DI REGENI PROTESTANO CONTRO AL SISII TUTOR INGLESI DI REGENI PROTESTANO CONTRO AL SISIgiulio regeni paz zarategiulio regeni paz zarate' PER REGENI (ANSA)' PER REGENI (ANSA)

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO