
"A MATTARELLA DICO GRAZIE PER AVER CAPITO LA MIA SITUAZIONE E PER AVERMI DATO LA POSSIBILITÀ DI RIPARTIRE" - CHI E' GABRIELE FINOTELLO, 34ENNE GRAZIATO DAL PRESIDENTE REPUBBLICA. GLI MANCAVANO QUATTRO ANNI PER FINIRE DI SCONTARE UNA CONDANNA PER OMICIDIO - NEL 2021, DOPO UNA VIOLENTA LITE, UCCISE SUO PAPA' ALCOLIZZATO CON UN MARTELLO: "STAVO CERCANDO DI FARLO SMETTERE DI BERE. MI HA MINACCIATO DI PICCHIARMI COME FACEVA CON MIA MADRE. HO PRESO QUELL'ARNESE E L'HO COLPITO" IL PRIMO INCONTRO USCITO DA GALERA CON LA NONNA PATERNA: "È IL MINIMO CHE POSSO FARE PER RIPAGARLA DI QUELLO CHE LE HO TOLTO, UN FIGLIO"
Estratto dell'articolo di Alessandra Ziniti per "la Repubblica"
Nel salotto di casa della mamma, la prima persona che ieri è andato a trovare da uomo nuovamente libero, Gabriele Finotello, 34 anni, appare ancora frastornato. È l'italiano più giovane ad aver ricevuto una grazia dal presidente della Repubblica.
Quella concessagli mercoledì da Mattarella — che ha interamente cancellato la condanna a nove anni e quattro mesi per l'omicidio del padre, ucciso nel 2021 dopo una violenta lite in famiglia — lo ha sorpreso e spiazzato.
Come si sente?
«Ho ancora la pelle d'oca, sento caldo e freddo allo stesso tempo. Sono emozionato, confuso e soprattutto immensamente grato al presidente della Repubblica».
Gabriele, cosa vuole dire al presidente Mattarella?
«Un grazie immenso, per aver capito la mia situazione e soprattutto per avermi dato la possibilità di ripartire. Non da zero, perché ho accanto tutta la mia famiglia che non mi ha mai fatto mancare il sostegno, ma ripartire, diciamo, da uno». [...]
Gabriele, lei è stato condannato per aver ucciso a colpi di martello suo padre, un uomo spesso violento e ubriaco che per tanti anni aveva maltrattato sua madre, lei e suo fratello. Si è pentito?
GABRIELE FINOTELLO CON IL PADRE
«Sì, sono assolutamente pentito, non lo rifarei mai e non volevo che accadesse neanche quando l'ho fatto. Ero molto legato a mio padre».
Cosa ricorda di quel 22 febbraio del 2021?
«Eravamo a casa. Quel giorno, come era accaduto tante altre volte, stavo cercando di far smettere di bere mio padre, ma lui mi ha minacciato di picchiarmi come faceva con mia madre. E io a un certo punto ho preso quell'arnese e l'ho colpito. Sapevo quel che stavo facendo ma non ero in grado di controllarmi».
Il suo vissuto familiare è stato pesante. Anni di violenze, poi sua madre e suo fratello sono andati via di casa, lei invece ha deciso di rimanere con suo padre. Perché?
«Io, nonostante tutto, ero legato a mio padre, speravo che cambiasse, che smettesse di bere. Quante volte l'ho portato al Sert, prima con mia mamma, poi da solo. Ma un po' smetteva e un po' ricadeva nell'alcol e ricominciava».
Le è capitato di difendere sua madre da lui?
«Certo, tante volte e tante volte ho preso botte da lui anche io».
Dopo quattro anni di reclusione, da ieri è un uomo libero. Qual è il suo primo desiderio?
GABRIELE FINOTELLO CON IL PADRE
«Trovare un lavoro ma, prima di tutto, riavvicinarmi alla famiglia di mio padre, soprattutto a mia nonna che oggi ha 92 anni. Voglio starle vicino, glielo devo, è il minimo che posso fare per ripagarla di quello che le ho tolto, un figlio. Non mi hanno mai colpevolizzato, anzi mi hanno sempre difeso e sostenuto. E non deve essere stato facile per loro».
Come sono stati questi quattro anni di reclusione? È riuscito a metabolizzare quello che ha fatto?
«Sono stati anni duri, difficili, anche se la maggior parte vissuti agli arresti domiciliari, in parte dai miei nonni materni, in parte da mia madre. Non sono rimasto solo, si sono presi cura di me. E io ho avuto il tempo di guardarmi dentro». [...]