dottor semmelweis-10

AVEVA RAGIONE LUI – LA STORIA DI SEMMELWEIS, IL MEDICO UNGHERESE CELEBRATO OGGI CON UN "DOODLE" DA GOOGLE, CHE INSISTEVA SULL’IMPORTANZA DI LAVARSI LE MANI E CHE NELL’800 VENNE PRESO PER PAZZO DAI COLLEGHI TANTO DA FINIRE I SUOI GIORNI IN MANICOMIO: NON SI OCCUPAVA DI VIRUS MA DI QUELL'INFEZIONE PUERPERALE CHE ALL'EPOCA UCCIDEVA MIGLIAIA DI DONNE, DESTINATE A MORIRE POCO DOPO IL PARTO PER VIA DELL'ASSURDA CECITÀ DI MEDICI CHE DOPO AVER SEZIONATO CADAVERI LE…

Giuseppe Culicchia per “la Stampa”

 

dottor semmelweis 9

«Le mani! Le mani! Dovete lavarvi le mani!». Pare di sentirlo, il dottor Semmelweis, battezzato dai genitori proprietari di una drogheria come Ignazio Filippo (Ignác Fülöp), nato a Budapest il 1° luglio 1818 e morto dopo indicibili sofferenze nel manicomio della capitale ungherese appena 47enne il 16 agosto 1865: oggi sarebbe un testimonial perfetto per la campagna di prevenzione del Covid-19, anche se in effetti non si occupava di virus ma di quell' infezione puerperale che all' epoca falcidiava migliaia di donne, destinate a morire poco dopo il parto per via dell' assurda cecità di medici che dopo aver sezionato cadaveri le visitavano certi di non doversi nel frattempo lavare le mani.

 

dottor semmelweis 1

Al dottor Semmelweis dedicò la tesi di laurea nel 1924 uno studente di medicina nato a Courbevoie nei pressi di Parigi l' 11 maggio 1894: si chiamava Louis-Ferdinand Destouches, ma in seguito sarebbe diventato celebre come Céline. E oggi che a causa della pandemia le case editrici posticipano l' uscita di non poche novità, rileggere Il dottor Semmelweis (tradotto per Adelphi nel 1975) fa una certa impressione, specie pensando al dottor Li Wenliang, l' oftalmologo cinese 34enne che fu il primo a dare l' allarme riguardo all' insorgenza del Covid-19, da cui sarebbe stato ucciso, e che all' inizio di quest' orribile faccenda venne redarguito dalla polizia del suo Paese per «procurato allarme». Non gli si è voluto credere, al dottor Li Wenliang: proprio come un secolo e mezzo fa non si volle credere al suo collega ungherese.

 

dottor semmelweis 5

Il dottor Semmelweis è in realtà il primo romanzo di Céline, anche se il suo autore non lo concepì come tale: contiene infatti qua e là la petite musique, ossia il marchio di fabbrica di uno scrittore che dopo aver prestato servizio nell' esercito durante la Grande guerra avrebbe scritto testi destinati a cambiare per sempre la storia della letteratura, da Viaggio al termine della notte a Casse-Pipe, passando per Morte a credito e Da un castello all' altro.

 

dottor semmelweis 2

E certo è singolare che, ben prima di diventare non solo uno dei più grandi scrittori di Francia ma anche un reietto e un emarginato a causa delle sue simpatie per la Germania di Hitler e dell' antisemitismo di testi come Bagatelle per un massacro o La scuola dei cadaveri, Céline abbia scelto per la sua tesi di raccontare la storia di un altro reietto ed emarginato.

 

Scrivendo, in quello che in teoria doveva essere un testo scientifico, passi che annunciavano la nascita di uno straordinario talento letterario: «Filippo ebbe un giorno quattro anni, poi dieci. A tutti quanti, e ovunque, egli sembrava felice; fuorché a scuola. Non amava affatto la scuola, e per questa sua avversione faceva disperare il padre. Filippo amava la strada.

dottor semmelweis 7

 

I bambini hanno, ancor più di noi, una vita superficiale e una vita profonda. La loro vita superficiale è molto semplice, si riduce a una qualche disciplina, ma la vita profonda di un qualsiasi bambino è la difficile armonia di un mondo che si crea. In questo mondo debbono entrare, giorno per giorno, tutte le tristezze e tutte le bellezze della terra. È l' immenso lavoro della vita interiore».

 

dottor semmelweis 6

Il tratto iniziale della strada percorsa da quel bambino lo porta, anziché alla facoltà di Diritto ambita dal padre rimasto vedovo, a quella di Medicina, a Vienna. Dove Semmelweis s' imbatte in due luminari: Skoda, celebre per i suoi lavori sull' auscultazione, e Rokitansky, titolare della prima cattedra di anatomia patologica della capitale austriaca. Semmelweis è impetuoso, brillante al punto da impensierire Skoda, consapevole da parte sua che sono gli allievi migliori a distruggere i Maestri.

 

dottor semmelweis 15

In fondo il professore ama quello studente, però non vuole averlo tra i piedi: «Si può amare il calore del fuoco, ma nessuno ci si vuol bruciare. Semmelweis era il fuoco». Già: proprio come Céline. Sta di fatto che grazie a Skoda il 27 febbraio 1846 Semmelweis prende servizio presso il padiglione per il parto del professor Klin, adiacente a quello diretto dal professor Bartch.

 

Pasteur e le sue scoperte sono di là da venire, più di nove operazioni su dieci terminano con la morte o con l' infezione del paziente, ovvero con «una morte più lenta e ben più crudele», e i tassi di mortalità delle puerpere nel padiglione di Klin, dove operano medici, sono assai più alti rispetto a quelli del padiglione di Bartch, dove operano ostetriche.

 

«Semmelweis fu preso, trascinato, pestato dalla danza macabra che mai doveva interrompersi intorno a quei due terribili padiglioni». Certe donne del popolo preferiscono addirittura partorire per strada, vista la fama orrenda di quel posto. Semmelweis capisce però che se il numero dei decessi nel padiglione di Klin è più alto deve esserci un motivo.

dottor semmelweis 10

 

Passa tutte le notti al capezzale delle puerpere, si rompe la testa per capire che cosa c' è all' origine di quelle morti, mentre intorno a lui i colleghi non fanno altro che deridere i suoi sforzi, convinti come sono che la causa sia una non meglio precisata «febbre delle puerpere». Poi però uno di loro muore dopo essersi ferito con un bisturi durante un' autopsia, e Semmelweis capisce. La febbre puerperale è trasmessa dagli stessi medici: «Le mani, per semplice contatto, possono infettare», scrive nella sua relazione.

 

lavarsi le mani

Eppure, Klin in testa, nessuno gli dà credito. Al contrario, inizia la sua persecuzione da parte di una casta che non tollera insinuazioni sulla propria igiene. Così, per cecità, invidia, orgoglio, pregiudizio e pura cattiveria, Semmelweis viene allontanato posto di lavoro. È, quello, il tratto di strada che lo condurrà poi alla follia e a una morte atroce in manicomio. «Lettore fortunato, stai per trovare qui un Céline senza ombre», scrisse Guido Ceronetti nella postfazione al volume. Il dottor Sedal mmelweis era un puro, come il dottor Li Wenliang. Il dottor Destouches invece no: ma senza di lui, la voce di Semmelweis non sarebbe giunta fino a noi.

come lavarsi bene le mani

 

Da "www.ansa.it"

 

Il dodle di Google di oggi e' dedicato al dottor Ignaz Semmelweis, medico ungherese pioniere della teoria del lavaggio delle mani, una pratica quanto mai importante in questa fase dell'epidemia del coronavirus. Nato nel 1818, iniziò il suo tirocinio come capo degli specializzandi della più grande clinica ostetrica di Vienna.

 

Nel 1847 scoprì che la febbre puerperale, a quel tempo responsabile della morte di molte donne che partorivano in ospedale, era causata da una infezione della stessa natura di quella che uccideva i chirurghi che si ferivano accidentalmente nel corso di esami su cadaveri o mentre effettuavano interventi su pazienti infetti. In sostanza, le mani non pulite bene o disinfettate, erano il veicolo della malattia.

lavarsi le mani

 

Per scongiurare altri decessi, propose allora di usare una soluzione di cloro per disinfettare le mani di studenti e professori e in un solo anno riuscì a ridurre le morti del 90%.

 

La sua scoperta fu inizialmente osteggiata ma nelle settimane della diffusione del coronavirus, il suo insegnamento appare quanto mai Importante, ripetutamente ricordato dalle autorità sanitarie e governative di tutto il mondo.

dottor semmelweis 13dottor semmelweis 16dottor semmelweis 14lavarsi le mani 1dottor semmelweis 4dottor semmelweis 8dottor semmelweis 3come lavarsi bene le manilavarsi le mani 2lavarsi le manilavarsi le maniLavarsi le manilavarsi le manidottor semmelweis 11dottor semmelweis 12

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO