putin zelensky attacco droni ucraina

ORA CHI È CHE “NON HA LE CARTE?” – IL CLAMOROSO ATTACCO DEI SERVIZI UCRAINI ALLE BASI AEREE RUSSE, CON LA DISTRUZIONE DI UNA QUARANTINA DI BOMBARDIERI STRATEGICI, È UNA PROVA DI FORZA DI VOLODYMYR ZELENSKY DI FRONTE A TRUMP E L’OCCIDENTE RILUTTANTE A SOSTENERE KIEV – L’OPERAZIONE “RAGNATELA” È UN CAPOLAVORO TATTICO E DI INTELLIGENCE, SUL MODELLO DELLE OPERAZIONI DEL MOSSAD: I DRONI SONO STATI NASCOSTI DENTRO CAMION PARTITI DAL KAZAKISTAN, E HANNO COLPITO FINO IN SIBERIA, A 4MILA KM DALL’UCRAINA - GLI OLTRANZISTI RUSSI INVOCANO IL RICORSO ALLE ARMI NUCLEARI TATTICHE PER DARE UNA LEZIONE A ZELENSKY, MA A QUEL PUNTO ANCHE TRUMP NON POTREBBE NON INTERVENIRE - VIDEO

 

«È LA PEARL HARBOUR DELLA RUSSIA»: L’OPERAZIONE RAGNATELA DI KIEV E LA POSSIBILE RISPOSTA NUCLEARE DI MOSCA

Estratto dell’articolo di Alessandro D’Amato per www.open.online

 

attacco ucraino alle basi russe w

L’hanno chiamata Operazione Ragnatela. E l’hanno costruita in modo certosino, come un ragno costruisce la sua tela. Per poi colpire nel momento giusto. Con la distruzione di una quarantina di bombardieri strategici (Tu-95 detto “Orso” e Tu-22m3) e velivoli di sorveglianza A-50, equivalenti degli Awacs, colpiti a terra in basi all’interno della Russia, fra cui l’aeroporto di Belaya in Siberia orientale, ai confini della Mongolia l’Ucraina ha dimostrato che la Russia è vulnerabile.

 

E ha messo una pistola sul tavolo delle trattative di Istanbul. E ora si attende la risposta di Vladimir Putin. Secondo le regole di Mosca un assalto del genere è sufficiente ad autorizzare una risposta atomica. […]

 

L’Operazione Ragnatela è stata condotta da Vasyl Malyuk, capo dello Sbu, i servizi segreti ucraini. Lo stesso uomo che ha ideato l’attentato ad Aleksandr Dugin e altre missioni sul suolo russo.

 

attacco ucraino alle basi russe

Ha usato droni acquistati per poche centinaia di dollari e ha trasformato camion in piattaforme mobili per lanciarli. Poi li ha fatti arrivare vicino ai target e ha colpito. Una tattica che potrà essere adottata anche in mare, spiega oggi il Corriere della Sera. E che, sul modello israeliano, ha visto l’impiego dell’intelligenza artificiale.

 

Prima addestrandola a riconoscerli. E poi facendole eseguire algoritmi di attacco in picchiata. Sulla base di modelli dell’epoca sovietica esposti in un museo dell’aviazione a Poltava. Erano aerei utilizzati a partire da febbraio 2022 per bombardare città ucraine.

 

[….]

 

volodymyr zelensky al vertice nato di vilnius

Un ex ufficiale di Kiev che ora dirige il gruppo di analisti Frontelligence Insight spiega a Repubblica che i danni «riducono le capacità strategiche della Russia ossia la sua capacità di proiettare potenza a livello globale, la sua capacità di sferrare attacchi nucleari e la postura militare complessiva in Eurasia».

 

Uno degli obiettivi colpiti è la base aerea di Belaya, nell’oblast russo di Irkutsk, a più di 4 mila chilometri dall’Ucraina. Il raggio d’azione ha colpito dalla Siberia al confine con la Nato. […]

 

 

Volodymr Zelensky Vasyl Malyuk

Ora si attende la rappresaglia russa. Anche perché Kiev ha colpito persino una base di sottomarini nucleari dotati di missili balistici. Mentre per rimpiazzare gli aerei distrutti ci vorranno almeno cinque anni. E un costo tra i 4 e i 7 miliardi di euro.

 

«È la nostra Pearl Harbor», ha scritto Roman Alekhin, uno dei blogger militari russi più seguiti. E, spiega La Stampa, la risposta potrebbe consistere in un ordigno nucleare tattico da far esplodere nel Mar Nero. Ovvero nell’Isola dei Serpenti, occupata da Mosca all’inizio dell’invasione e poi riconquistata da Kiev. La Russia non crede che gli ucraini abbiano fatto tutto da soli. Parla di un ruolo del Regno Unito e del paesi baltici. Volodymyr Zelensky, che si è attribuito la supervisione dell’attacco, nei giorni scorsi aveva detto che «bisogna portare la guerra lì da dove era arrivata, in Russia».

 

[…]

 

attacco ucraino alle basi russe

Ma una risposta atomica potrebbe portare a conseguenze imprevedibili per Mosca. Nell’ottobre 2022 l’allora comandante in capo ucraino, il generale Zalyuzhny, aveva scritto: «L’uso di armi nucleari tattiche non sarebbe un problema nostro, ma di tutto l’Occidente».

 

Mentre Putin sa che colpire ancora civili comprometterebbe i rapporti con Donald Trump. Forse si limiterà a una replica con armi convenzionali, come il gigantesco missile Oreshnik che a novembre terrorizzò Dnipro. Ma nessun scenario può essere escluso.

 

vladimir putin in elicottero

Pavel Aksenov, esperto di aeronautica militare della Bbc Russian, dice oggi a La Stampa che «fino ad ora gli attacchi venivano sferrati dal territorio ucraino, con droni che hanno una gittata limitata. Chi si aspettava un attacco così a Irkutsk? Non penso che le basi fossero totalmente senza protezione: ci sarà sicuramente una qualche forma di sorveglianza che protegge il perimetro e impedisce l’accesso. Se un sabotatore avesse voluto incendiare un aereo, avrebbe dovuto scavalcare la recinzione, avvicinarsi e lanciare una granata o qualcosa del genere. Ma che qualcuno potesse fare arrivare droni fino a lì, questo non se lo aspettava nessuno».

 

[…]

attacco ucraino alle basi russe

Il sistema è stato danneggiato, sì, ma «non in maniera significativa. La vera base della deterrenza sono i missili balistici intercontinentali. I missili da crociera lanciati dai bombardieri sono più legati all’uso tattico o alla deterrenza verso l’Europa».

 

L’ambasciatore Stefano Stefanini ha spiegato che sul piano militare è stato il contrattacco perfetto. Perché se i russi hanno una superiorità numerica sul terreno, l’Ucraina ha scelto di colpire lì dove non conta il numero di uomini ma la superiorità tecnologica e l’intelligence. Secondo l’ambasciatore il messaggio a Vladimir Putin è «accontentati, incassa quello che hai già preso, lasciaci il resto e la nostra indipendenza. Altrimenti continueremo a essere un nemico irriducibile». E se Putin non si rassegnerà alla pace, loro continueranno la guerra. Con tutti i mezzi occidentali necessari.

 

I DRONI «SBUCATI» DAI CAMION E DICIOTTO MESI DI PREPARAZIONE COSÌ KIEV HA SORPRESO TUTTI

Estratto dell’articolo di Guido Olimpio e Marta Serafini per il “Corriere della Sera”

 

TG1 - INTERVISTA A VOLODYMYR ZELENSKY

Il re di droni. Scherzano gli ucraini su X ricordando quando Trump diceva a Zelensky seduto nello Studio Ovale: «Non hai carte».

 

Piccoli, compatti, costati poche migliaia di dollari, fabbricati in casa e fatti penetrare in territorio russo a bordo di camion, lanciati verso i bombardieri russi: sono loro i protagonisti dell’operazione ragnatela che ha colpito le basi russe dalla Siberia al confine con i Paesi Nato danneggiando bombardieri per un valore stimato di sette miliardi di dollari.

 

attacco di droni russi sull ucraina

Il primo risultato della tela del ragno ucraina è sicuramente di natura militare. I colpi hanno messo fuori uso 41 cacciabombardieri, il 34% dei vettori strategici di missili da crociera russi secondo l’intelligence ucraina.

 

[…]

 

Operazioni come queste sono difficili e complesse da progettare. Sul modello di quelle messe a punto dal Mossad contro Hezbollah messo in ginocchio dai pager, i cerca persone, richiedono tempi di preparazione lunghi — in questo caso 18 mesi — oltre che agenti altamente addestrati. Ma hanno una resa potentissima in termini di immagine e di propaganda, perché confermano non solo la capacità di penetrare in territorio nemico ma anche la vulnerabilità dell’avversario.

 

Vasyl Malyuk

Un risultato notevole, se si considera che il colpo arriva a poche ore da un nuovo round negoziale in cui Putin si apprestava, ancora una volta, a dare le carte e a dettare la linea. E il vantaggio non riguarda solo Kiev. Ma anche gli alleati europei. Una fonte ucraina conferma che uno degli aeroporti colpiti è la base aerea di Belaya, nell’oblast russo di Irkutsk, a più di 4.000 chilometri dall’Ucraina.

 

[…]

 

La leadership russa ne esce danneggiata anche a livello interno. Secondo le prime informazioni diffuse dai blogger, la geolocalizzazione di un attacco dimostra che i droni ucraini sono stati assemblati all’interno di un magazzino in affitto a Chelyabinsk sulle pendici degli Urali, vicino al confine con il Kazakistan, possibile via di rifornimento per i componenti.

RUSSIA - IL MISSILE BALISTICO ORESHNIK

 

Inoltre — a detta di Kiev— gli agenti coinvolti nell’operazione sono rientrati tutti in patria sani e salvi. Ossia, il nemico può entrare e uscire dal Paese quando vuole, un monito per il futuro. E infine: l’«operazione ragnatela» è destinata a fare scuola, con implicazioni che vanno oltre questo conflitto.

 

[…]  Trasformare camion in piattaforme mobili per i droni-kamikaze, in grado di posizionarsi in punti di lancio vicini ai target e sorprendere lo scudo è una tattica che potrà essere adottata anche in mare, con il ricorso ad una portacontainer. Inoltre, sempre sul modello israeliano, l’operazione ha visto l’impiego dell’intelligenza artificiale.

 

attacco di droni russi sull ucraina

L’anno scorso, l’intelligence militare ucraina ha scansionato i bombardieri russi e ha addestrato l’AI a riconoscerli ed eseguire algoritmi di attacco in picchiata. E lo avrebbe fatto — ironia della sorte — sulla base di modelli dell’epoca sovietica esposti in un museo dell’aviazione a Poltava. Passato e futuro, uomo e tecnologia al servizio di un solo obiettivo: attirare il nemico al centro della tela. E bloccarlo.

 

IL CREMLINO MINIMIZZA MA ACCUSA IL COLPO «PRESTO LA PUNIZIONE» GELO SULLE TRATTATIVE

Estratto dell’articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

COLLOQUI BY PUTIN - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA

 

I nuovi negoziati di Istanbul già non stavano bene, ma ora è quasi logico certificarne il decesso. Ancora prima che comincino. La delegazione russa, identica a quella della precedente sessione di colloqui che si tenne tre settimane fa, è partita per la città turca quando ancora non si aveva notizia dell’attacco ai siti che ospitano aerei dell’aviazione strategica.

 

[…]

È solo questione di tempo prima che venga applicata la legge del taglione. Vladimir Putin ha convocato per oggi una riunione del Consiglio di sicurezza, anticipandola di un giorno rispetto al consueto appuntamento settimanale.

 

Ma sembra difficile che la Russia si ritiri in modo ufficiale dai negoziati. È sempre stato il Cremlino a sostenere che i colloqui e la guerra debbano andare di pari passo. Gli analisti più avveduti come Marat Bashirov non prevedono grandi stravolgimenti nella strategia del loro presidente.

LA TELEFONATA TRUMP-PUTIN VISTA DA GIANNELLI

 

«Questi attacchi aumentano l’ira dei russi nei confronti del nemico. E quindi forniscono un’altra buona ragione per andare avanti a batterlo sul campo di battaglia, senza per questo abbandonare i negoziati. Essi proseguiranno, ma le nostre azioni militari non si fermeranno, su questo non ci piove».

 

Gli attentati di ieri diventano un ulteriore pretesto per continuare l’Operazione militare speciale. Secondo Aleksandr Kazakov, vicepresidente del partito «Per la verità» guidato dallo scrittore Zakhar Prilepin, «l’attività terroristica e i sabotaggi del regime di Kiev» sono una prova dell’efficacia della strategia russa. «Anche i nemici stanno cercando di mettere in atto una pressione asimmetrica, per riequilibrare almeno un poco le posizioni in campo».

 

La sordina all’entità dei danni subiti appare in netto contrasto con la rabbia suscitata dagli attacchi ucraini, che si riflette sui negoziati, ai quali gran parte dell’opinione pubblica russa appare contraria.

 

attacco di droni russi sull ucraina

«Facciamola finita: la Russia ha esaurito la buona volontà»: l’agenzia statale Ria Novosti titolava così ieri mattina il suo editoriale dedicato alla ripresa dei colloqui, quando ancora non si sapeva delle basi militari colpite dai droni. I soliti bene informati sostengono che ora il Cremlino potrebbe, secondo alcuni dovrebbe, prendere la decisione di adoperare i temibili missili Oreshnik.

 

Per questo non sarebbe da escludere, come aveva promesso Putin, un appello pubblico del presidente russo alla popolazione civile ucraina. Per capire invece le dimensioni delle ferite inferte all’orgoglio militare russo da questa nuova tattica ucraina capace di colpire obiettivi protetti, occorre affidarsi ai blogger di guerra, categoria molto popolare tra i nazionalisti. «È la nostra Pearl Harbour — scrive Roman Aliokhin —. Speriamo che la risposta sarà uguale a quella americana dell’epoca, o anche più dura». Quanto all’eventualità di una tregua, ormai non ne parla più nessuno.

missile balistico ipersonico russo oreshnik missile balistico ipersonico russo oreshnik RUSSIA - IL MISSILE BALISTICO ORESHNIKvladimir putin

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