de niro trump

FIATO AI TRUMPONI – ROBERT DE NIRO NON PERDE OCCASIONE PER SCAGLIARSI CONTRO L’INQUILINO DELLA CASA BIANCA, A CUI NON HA MAI FATTO MANCARE INSULTI E DISPREZZO MA ORA L'ATTORE NON VUOLE OCCUPARSI PIÙ DELL’"IMBROGLIONE": “BASTA PERDERE TEMPO CON LA SUA DABBENAGGINE, MALEDUCAZIONE, DISINFORMAZIONE, IGNORANZA. LA COLPA E' ANCHE ALL’INDUSTRIA DELL’INTRATTENIMENTO, PERCHÉ UNO STUPIDO SHOW COME "THE APPRENTICE" HA CREATO UN MITO…”

Federica Polidoro per "24ilmagazine.ilsole24ore.com"

 

robert de niro e grace hightower 4

Campione di laconicità e di norma refrattario alle interviste, lo scorso fine novembre Robert De Niro è atterrato al Festival di Marrakech dispensando generosamente incontri con i maggiori media del mondo, non sappiamo dietro quale lauta ricompensa di Muhammad VI, il magnanimo sovrano del Marocco che gli ha voluto rendere omaggio con un Premio speciale alla carriera.

 

La tempistica è quella giusta. Dopo un po’ di sordina, il 2019 promette di essere un’ottima annata per l’attore: The War With Grandpa di Tim Hill, Joker di Todd Phillips e soprattutto The Irishman di Martin Scorsese sono tutti e tre in uscita nei prossimi mesi. Quale occasione migliore per preparare un rientro in grande stile?

trump

 

Alla serata d’apertura dell’opulento festival marocchino il red carpet è stato infinito: un cerimoniale di sorrisi, autografi, strette di mano e selfie con una folla entusiasta. Ad accogliere De Niro, sul palco dell’Auditorium del Palais De Congrès, nessuno poteva fare meglio dello stesso Scorsese: «Bob ha la straordinaria capacità di far entrare lo spettatore in empatia con alcuni personaggi davvero orribili», ha raccontato il regista introducendo il suo attore feticcio.

robert de niro 4

 

«Ha interpretato otto dei miei 15 film, sempre impersonando ruoli problematici (psicopatici, sociopatici, ogni tipo di caso psichiatrico immaginabile) senza far mai cadere il pubblico nella trappola del giudizio». Poi è entrato lui, nei suoi oltre settanta anni portati senza baldanza, con il pubblico in lacrime per la commozione.

 

«Nel mio Paese assistiamo a una versione grottesca di nazionalismo sotto la bandiera di “America First”», ha affermato senza indugi dal pulpito. «L’arte non rispetta i confini, né esclude le persone, non è egoista né razzista. È inclusiva e celebra la diversità, le origini e le idee. Dove la politica fallisce, l’arte porta la speranza. Eccoci uniti in questa occasione dall’amore per il cinema e dalla nostra umanità».

robert de niro 2

 

È così: per De Niro, ogni occasione è buona per schierarsi, confermare il suo impegno e il suo credo. Intervistarlo, viceversa, non è un’operazione altrettanto ovvia. Non è un tipo docile, ed è difficile stabilire se la sua riluttanza e insofferenza sia una forma di timidezza, una barriera di protezione o un’attitudine caratteriale.

 

Appena è arrivato sul palco, lei ha voluto parlare di Bernardo Bertolucci: che ricordi conserva del vostro rapporto? 

Mi stava molto simpatico Bernardo. Era un eclettico: poeta, scrittore, regista… Ha diretto veri capolavori ed era molto ambizioso. A proposito di Novecento: non so se posso spingermi così avanti, ma penso l’abbia girato con l’intenzione di farne il suo testamento.

 

robert de niro

Quando l’abbiamo realizzato, aveva avuto il suo riconoscimento planetario con Ultimo Tango e Il conformista, e penso che altri al suo posto si sarebbero dedicati a progetti più remunerativi. Mi dispiace che il film in America non abbia ricevuto l’attenzione che avrebbe dovuto, né una distribuzione adeguata. Mi riferisco alla questione della lunghezza… (Novecento è uno dei film commerciali più lunghi mai realizzati: a fronte dei 6 milioni di budget, il film ne incassò al box office appena 9, nda).

 

ROBERT DE NIRO E AL PACINO

Lei continua a criticare Trump, ma quando viaggia in Paesi molto diversi dal suo – come per esempio il Marocco – è consapevole di quello che accade? Non vuole approfondire come si comportano i governi locali? 

Di certe cose non sono a conoscenza; comunque, in questo momento sento di aver abbastanza da fare nel mio Paese, vista la situazione, per potermi permettere di giudicare chiunque altro. Certo, alcune cose mi colpiscono: di fronte al comportamento dei sauditi non resto indifferente, sono inorridito per quello che è successo a Khashoggi in Turchia.

 

Non è un buon segno, è un fatto inaccettabile e si dovrebbe intervenire in qualche modo. Riguardo al Marocco, non conosco le dinamiche interne al Paese. L’impressione, arrivando qui, è che tutti amino la monarchia e siano felici dell’operato del re.

 

Tornando a Trump, i democratici dicono che votare e partecipare è l’antidoto.

robert de niro

Sì, molta gente non ha votato, e per questo motivo ci ritroviamo in questa situazione. Guarda le votazioni di metà mandato, dove c’è stato un afflusso alle urne superiore alla media: il risultato è che i democratici hanno vinto e al Congresso hanno preso un bel po’ di seggi. Pensate che non farà la differenza? (ridacchia sarcastico, nda).

 

Polemizzare continuamente, secondo lei, cambierà lo stato delle cose oppure finirà per esasperare ulteriormente lo stato d’animo della nazione?

Ci ho riflettuto. D’ora in poi, voglio evitare di affrontare il tema Trump. Dobbiamo andare avanti e pensare al futuro. Basta perdere tempo con la sua dabbenaggine, maleducazione, disinformazione, ignoranza.

 

dirty grandpa zac efron robert de niro

Do la colpa anche all’industria dell’intrattenimento, perché uno stupido show come The Apprentice ha creato un mito in cui gli elettori hanno creduto. Quella trasmissione è responsabile di aver creato la falsa immagine di un capo, un capitano d’industria, quando in realtà si tratta di un’idiota, un imbroglione de facto.

 

Davvero quello show ha avuto così presa?

Il pubblico che lo ha seguito ha creduto automaticamente, lasciandosi soggiogare da un’apparenza artefatta, che lui potesse essere la soluzione per la vita reale. Trump, in realtà, è un impostore. Il re della bancarotta. Una bancarotta così grossa che le banche hanno dovuto continuare a sostenerlo, altrimenti ci avrebbero rimesso la faccia anche loro. Non passerà molto tempo prima che tutta questa storia diventi una parodia al cinema.

 

robert de niro il padrino parte ii

La storia degli Stati Uniti è intrecciata con quella dell’immigrazione. L’effetto Trump produrrà una crescita della xenofobia?

Non in futuro, con il leader che succederà all’attuale presidente in carica; non ci sarà nulla di simile a ciò che stiamo vivendo in questi giorni: la gente ha coscienza dei diritti umani e sa che bisogna rispettare le opinioni altrui e fare la cosa giusta, anche quando non si è d’accordo con il proprio interlocutore.

 

L’atteso “The Irishman” è un film da 160 milioni di dollari: quale responsabilità sente di avere, come attore, quando c’è di mezzo un budget così imponente?

Così tanto? Non lo sapevo, siamo stati fortunati a mettere su quella cifra… Abbiamo avuto problemi a trovare finanziamenti nel modo tradizionale, quindi siamo stati felici quando Netflix si è unita al progetto, e anche della libertà creativa che ci ha lasciato per farlo come doveva essere fatto.

vi presento i nostri

 

È il suo nono film con Scorsese e nel cast ci sono anche Al Pacino, Joe Pesci e Harvey Keitel: una reunion pianificata a puntino?

Esattamente. Questo progetto nasce da un’esigenza condivisa da tutti. Ecco perché ha richiesto tanto tempo e tante energie. Confesso che è stata un’esperienza straordinaria. Volevamo tornare indietro nel tempo, e la ILM (Industrial Light and Magic, specializzata in effetti speciali e animazioni, nda) si è occupata di renderci più o meno giovani a seconda delle esigenze narrative, senza trucco prostetico.

 

Questo ci ha dato una libertà enorme nella recitazione. Non ho ancora visto il risultato, sono davvero molto curioso».

rober de niro in the intern

“The War with Granpa” di Tim Hill, con Christopher Walken, risale invece al 2017, ma ancora attende l’uscita

È uno dei problemi Miramax, eredità dello scandalo Weinstein, e ci sono state questioni legali di non so quale natura. Dovremmo quasi essere pronti.

 

E poi?

de niro dito medio ai giornalisti

Ci sono altre cose in cantiere con Martin Scorsese. Prima ancora di impegnarci su The Irishman, stavamo lavorando su un film con Leonardo DiCaprio. Il progetto è confermato, ma non aggiungo altro.

robert deniro e michelle pfeiffer come bernie e ruth madoff BRIAN DE PALMA E ROBERT DE NIROrobert de nirodonald trump hamburger 4trumpdonald trump hamburger 2anne hathaway e robert de niro

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)