avvoltoi con teschio

LE FOIBE DI "COSA NOSTRA" - DI CHI SONO QUEI 14 TESCHI RIMASTI SENZA UN NOME E SCOPERTI NEL 2016 VICINO A CORLEONE A 40 METRI DI PROFONDITÀ? NEGATIVI I CONFRONTI CON GLI SCOMPARSI NELLA ZONA - L'ANALISI DELLE OSSA HA ACCERTATO LA FINE VIOLENTA PER DIVERSI DI QUEI DISGRAZIATI: UCCISI A COLPI DI PALLETTONI O PICCHIATI - DI CHI SI TRATTI PERÒ RIMANE UN MISTERO...

Gianluigi Nuzzi per “La Stampa

 

roccamena

Tra teschi e ossa, una scarpa da donna rossa, una cartucciera con resti di pallottole calabro 12, una fibbia da cintura dell'uniforme boyscout anni '70, uno scarpone da lavoro: la soluzione al mistero del cimitero clandestino a Roccamena, paesino di pastori a pochi chilometri da Corleone in piena terra di mafia, è rinviata. Almeno, per ora. Scoperti nell'ottobre del 2016 quegli scheletri appartenenti a 14 individui in una grotta, erano stati al centro di un'inchiesta della procura di Palermo archiviata un anno fa.

 

giallo sulle foibe di corleone

Ma i carabinieri di Monreale hanno appena ottenuto dal comune di Roccamena la disponibilità di un loculo dove ospitare questi resti nel camposanto del paese. Perché un domani - si spera più vicino possibile - si possa riaprire il procedimento e chiarire l'origine di quella che qualcuno già indica come "la Foiba della mafia", incastonata a quaranta metri di profondità tra le impervie montagne che dividono le province di Palermo, Trapani e Agrigento. Un obiettivo rilevante se si considera che pubblici ministeri e investigatori dell'Arma temono che lì sotto possano esserci tutt'oggi sepolti altre parti umane.

 

analisi delle ossa

Infatti, il lavoro era stato interrotto: compiere degli scavi di profondità, senza mezzi meccanici che non potevano entrare, in un terreno assai friabile, quindi recuperare gli scheletri senza rischi avrebbe richiesto dei lavori troppo onerosi per mettere in sicurezza i cristalli di gesso che formano pareti e reggono il soffitto della grotta. Una somma di certo insostenibile per la nostra claudicante amministrazione giudiziaria.

 

IL CIMITERO DI CORLEONE - LA TOMBA DELLA FAMIGLIA RIINA

Finora sono così finiti sotto il microscopio solo ossa, denti e frammenti presi senza particolari rischi nel primo strato di questo cimitero sotterraneo. Peccato però che uno studio di archeologia forense commissionato dalla procura durante l'indagine ipotizza qualcosa di clamoroso. Infatti, i resti affiorati e ora studiati non sarebbero i più recenti presenti ma, al contrario, quelli più vecchi, visto che i movimenti di scivolamento e sollevamento del fango avrebbero modificato il terreno, affondato gli scheletri meno datati e fatto emergere quelli più anziani. Insomma, l'esatto contrario di quello che chiunque potrebbe ipotizzare: i corpi seppelliti di recente giacciono più in profondità.

funerale don vito corleone

 

Un dettaglio inquietante se si considera che le ossa finora analizzate attraversano un periodo tra l'intervallo delle due guerre mondiali del secolo scorso e la fine degli anni '70. E le altre persone che stanno ancora lì sotto quando sono state portate? O uccise? Già perché dall' indagine è emersa anche la certezza che diverse di quelle persone sono state ammazzate prima di finire dimenticate in quella grotta.

 

IL CIMITERO DI CORLEONE - LA TOMBA DI BERNARDO PROVENZANO

L'analisi delle ossa compiute dagli specialisti del Labanof di Milano della dottoressa Cristina Cattaneo ha accertato la fine violenta per diversi di quei disgraziati: chi ucciso a colpi di pallettoni chi picchiato. Di chi si tratti però rimane un mistero.

 

Una storia iniziata nel luglio del 2016 quando a Roccamena muore il capomafia del paese, il boss Bartolomeo Cascio, amico e fedelissimo di Totò Riina. Il decesso rompe equilibri e sprona ad azioni fino a ieri impensabili. Chi si mostra affrancato è di certo un contadino che due mesi dopo, a ottobre, svela ai carabinieri l' esistenza del cimitero segreto: "Sono vent' anni che ho questo cruccio - confida agli ufficiali del nucleo informativo dell'Arma di Monreale - lì ci sono teschi e ossa. Andate a vedere".

 

riina1

In effetti i militari raggiungono la grotta, si calano con le corde all'interno, infilandosi in una strettissima fessura che quasi fa pensare a un pozzo e scoprono presto questo cimitero degli orrori. Alcune ossa si erano calcificate nel tempo alle pareti della grotta, altre erano appena sotterrate. Le prime analisi affidate al laboratorio Cedad dell'università di Lecce collocano le ossa tra le due guerre mondiali. Gli approfondimenti successivi dimostrano che in realtà i resti appartengono a 14 persone, tra i quali due ragazzini tra i 12 e i 14 anni e una donna, finiti lì in periodi diversi.

 

TOTO RIINA

L'ipotesi della foiba di Cosa Nostra prende quindi piede. L'attività delle indagini scientifiche si intreccia con le investigazioni tradizionali: da una parte biologi e ricercatori in divisa identificano i dna delle ossa recuperate dall' altri gli inquirenti censiscono tutti i casi di persone scomparse nella zona, da inizio secolo in poi. Un lavoro impensabile perché si scontra con la ritrosia e l' omertà: i parenti delle vittime di lupara bianca raramente denunciano il fatto alle forze di polizia.

 

RIINA BAGARELLA COI FIGLI AL MARE

E, quindi, recuperare il dna dei loro familiari per confrontarli diventa per i militari del tenente colonnello Filippo Barreca un'impresa titanica ma ci si riesce in decine di casi. Gli esiti, purtroppo, sono tutti negativi. Come nel caso dei due bambini di Casteldaccia, Salvatore Colletta e Mariano Farina, misteriosamente spariti nel 1992. Non si era nemmeno mai trovato il corpo di Vincenzina Marchese, moglie del killer Leoluca Bagarella, cognato di Riina. Viveva con il marito in latitanza, in un palazzo di via Malaspina. Certo, in cuor suo sperava nella maternità ma il figlio atteso non arrivò mai.

 

La cattura di Bagarella

Un giorno nel 1995 si tolse la vita. Bagarella trovò il corpo ciondolante al lampadario e un biglietto: «Luca, la colpa di tutto è mia, non volevo... perdonami baci baci». Venne sepolta in fretta ma quando l'autista del capomafia, Tony Calvaruso, entrò nel servizio di protezione, il corpo fu trasferito per evitare che il ritrovamento desse credibilità al nuovo pentito, uomo a conoscenza di retroscena e segreti delle stragi. Era di Vincenzina la scarpa rossa? L'ipotesi ventilata negli anni è di certo suggestiva ma niente di più. Nessuna delle ossa repertate, infatti, è collocabile in una data così recente, ma le altre?

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)