edwige fenech lino banfi

GIÙ LE MANI DA LINO BANFI - GIANCARLO PERNA: “È BASTATO CHE VENISSE ANNUNCIATA LA SUA NOMINA TRA I RAPPRESENTATI ITALIANI ALL'UNESCO PER FAR STRACCIARE LE VESTI AL MALMOSTOSO PARTITO TRASVERSALE DEI COSIDDETTI COLTI. EPPURE, IN PASSATO, PIÙ VOLTE DESTRA E SINISTRA GLI SI SONO INCHINATI SPERANDO PORTASSE VOTI…”

Giancarlo Perna per “la Verità”

giancarlo perna

 

Per alcuni giorni, sulla testa pelata del povero Lino Banfi si è abbattuta una bufera più grande di lui. Il comico ha fatto da punching ball tra populisti e competenti, i due gruppi sostitutivi di destra e sinistra da quando i gialloblù governano. Da un lato, i cavernicoli Luigi Di Maio e Matteo Salvini, dall' altro il Partito trasversale dei laureati che, inorriditi dal Paese caduto in mani sbagliate, ululano di dolore dalle stanze di Fi a quelle del Pd, dai giornaloni, dai salotti, dai boudoir.

 

lino banfi unesco

È bastato che Di Maio annunciasse la nomina di Banfi tra i rappresentati italiani all' Unesco per provocare eviscerazioni nel club dei colti. Che c' azzecca - si sono chiesti affranti - un comico col tempio mondiale di scienze e cultura? Un disgraziéto che ha girato film come Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio e stupidéte consimili. Ma dove siamo arrivati, signora mia! E giù a stracciarsi le vesti sulla rozza insipienza di governanti che, come dice Emmanuel Macron, l'Italia non merita.

 

L'IMPROVVISO RACCAPRICCIO

Insomma, è emerso che l'infelice Banfi, 82 anni, fino a ieri amatissimo nonno Libero, è un mentecatto di cui ci si vergogna. Il Foglio, che dei competenti è il trombettiere, è stato colto da raccapriccio. Ha lasciato il commento della nomina a un altro comico, Maurizio Milani, - ossia, vedetela fra voi -, evitando l'umiliazione alle firme di punta. Il Fatto quotidiano, che pure è schierato coi grillini, è entrato in paranoia.

 

lino banfi unesco 1

A caldo, il dottor Marco Travaglio, direttore, ha ordinato la mazzolatura di Banfi al collaboratore, Umberto Rapetto, generale della Finanza. Il generale, con spiritosità militare - sogno o sono desto, datemi un pizzico - ha liquidato nonno Libero all'Unesco come prova della perdizione del mondo. Il giorno dopo, Travaglio ha fatto marcia indietro, incaricando Jacopo Fo della riabilitazione di Banfi. È un galantuomo all'altezza dell'Unesco ha sostenuto Fo, ingiungendo a tutti, compresa, si presume, la Fiamma gialla di casa, di chiedergli scusa. Perfino Giorgia Meloni, ragazza semplice e certamente estranea alla retorica dei competenti, è stata ridanciana.

 

luigi di maio nomina lino banfi all'unesco

Dando per scontato che Banfi possa essere preso impunemente a calci, ha raccontato che tutto nasceva da una topica di Di Maio, altro ignorantone. Il ministro - secondo la leader di Fdi - voleva designare il comico per l'Unicef, che si occupa di infanzia, ma, sbagliando per assonanza, ha detto Unesco per pura incompetenza.

 

È uno di punti più bassi della polemica politica perché ha travolto un innocente, Lino Banfi, del tutto estraneo all'ambiente. La cosa più simile al passante stecchito in uno scontro a fuoco tra bande rivali. A parte l'insopportabilità di contrapporre persone adulte, con una vita alle spalle, tra chi ha titoli accademici e chi, per peccati di gioventù o altro, non ne ha nessuno.

 

IL SUCCESSO DI NONNO LIBERO

lino banfi

Banfi, nella commissione italiana dell' Unesco sarà uno dei 50 membri e sostituirà il defunto Folco Quilici. Quilici, grande reporter, ha guardato il mondo da dietro la cinepresa. Banfi, alla cinepresa, ci si è messo davanti. Lo ha fatto in 104 film, 28 sceneggiati, 26 varietà tv.

 

Perché mai non dovrebbe a priori fare bene alla commissione Unesco? Suo compito è segnalare i luoghi d'Italia degni di tutela e i «beni immateriali» da conservare. Banfi non è forse in grado di capire che le Dolomiti (luogo Unesco) sono una meraviglia dell'umanità e la pizza (bene Unesco) un cibo sibaritico specie dopo una nuotata a Capo Palinuro (luogo Unesco)? E allora? Anzi, ha già esibito un suo programma: affiancare alla pizza, orecchiette e ravioli. Auguri, Banfi.

 

lino banfi all'unesco

L'aspetto più grottesco dell'attacco al comico è che, in fatto di benemerenze, era già tra i meglio piazzati d' Italia e nessuno aveva avuto da ridire. Dal 2001, è ambasciatore dell' Unicef. Ha svolto l' incarico con onore, facendo diversi viaggi di soccorso in Africa. Dal 1994, è Grande ufficiale dell' Ordine del merito della Repubblica italiana. Fu il Berlusca, appena giunto a Palazzo Chigi, a richiedere l'onorificenza all' allora capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro, che lo accontentò all' istante.

 

Quattro anni dopo, è stato il premier Massimo D' Alema a insistere col medesimo Scalfaro per dare a Banfi la massima medaglia repubblicana: il Cavalierato di Gran Croce. Era il 1998, quando l' attore raggiunse lo zenit con la serie tv, Un medico in famiglia, nella parte di nonno Libero.

 

lino banfi all'unesco

Cavalieri di Gran Croce sono scienziati, politici, ambasciatori, premi Nobel e Lino Banfi. Com' è che la politica pianta adesso questa grana? Pura incoerenza. In passato, destra e sinistra si sono inchinati a Banfi sperando che portasse voti. Ora, fanno lo stesso i successori populisti. È il loro turno. Gli sconfitti se ne facciano una ragione. Ma lascino in pace un benemerito cittadino, colpevole solo di far ridere, sia pure alla buona: «Porca putténa», «Ti spezzo i menischi», «Don't break my ball».

 

LA GIOVENTÙ DA BARBONE

lino banfi all'unesco

Pasquale Zagaria, classe 1936, nacque come povero cristo di modesta famiglia in quel di Andria (Bari). Fu messo in seminario, solo mezzo per mantenerlo agli studi. La carriera del prete gli fu però preclusa perché faceva troppo ridere. «Si sbellicavano anche se recitavo in parrocchia nei ruoli drammatici di San Pietro e Giuda», ha raccontato. A 18 anni, partì per Milano con una compagnia teatrale, poi si trasferì definitivamente a Roma. Prese il nome d' arte di Lino Banfi e dormiva nei vagoni coi barboni. Uno di loro, impietosito, gli chiese: «Ti sei operato di tonsille?». «No».

 

«Toglile che non servono. Così hai un letto e un pranzo assicurato in ospedale». Banfi lo fece davvero e passò qualche giorno in pace.

 

FEDELISSIMO ALLA MOGLIE

lino banfi all'unesco

Raggiunse il primo stadio di benessere negli anni Settanta con i film sexy. Lavorava con Mario Carotenuto e Alvaro Vitali, Edvige Fenech, Gloria Guida, Nadia Cassini. Fedele però alla moglie, Lucia Lagresta, che aveva conosciuta tredicenne, toccava - secondo copione - i seni di Edvige ma con distrazione. Al che fu richiamato: «Ahò, pare che stai a svita' n' a lampadina».

 

Un' altra volta, in una circostanza medica, un chirurgo gli si inginocchiò davanti: «Mi permetta di baciare la mano che ha toccato il sedere di Nadia Cassini». Tra i suoi capolavori, L'infermiera di notte e La moglie in bianco l' amante al pepe. Dagli anni Ottanta, la popolarità.

 

lino banfi e luigi di maio

Lo diressero registi come Luciano Salce, Nanni Loy, Dino Risi, Antonello Falqui. Lavorò con Paolo Villaggio, Massimo Boldi, Christian De Sica. Impersonò Oronzo Canà, allenatore di pallone, nonno Libero, il commissario Zagaria. A Jesolo, un tratto del lungomare, porta il suo nome. È devoto di Padre Pio di cui porta in tasca l' immagine e conquista preti raccontando la barzelletta preferita del santo: «Muoiono due frati e arrivano in paradiso. San Pietro va dal Padreterno e dice: "Ci sono due cappuccini caldi caldi".

Dio: "E chi li ha ordinati?"».

 

lino banfi e luigi di maio 2

All' indomani delle dimissioni, papa Ratzinger lo ricevette nel ritiro di clausura per parlare con lui di nonno Libero. Tra gli ardenti desideri del Nostro, diventare giullare di papa Francesco, «così quando ha bisogno di sorridere, gli tiro su il morale». «Mi sento Lino di Mameli» Per concludere, Banfi ha una vita piena e felice. Quando Di Maio gli ha annunciato la nomina all' Unesco, ha commentato: «Mi sento Lino di Mameli». Che diritto hanno i malmostosi della politica di rovinargliela?

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…