donald trump nicolas maduro venezuela

IL GIOCO SI FA MADURO: TRUMP CHE FARA' CON IL VENEZUELA? AI GIORNALISTI HA DETTO: “LA DECISIONE L'HO PRESA” – WASHINGTON HA DISPIEGATO NELL'AREA CARAIBICA 15 MILA SOLDATI E, OLTRE UNA DOZZINA DI NAVI MILITARI, PUÒ CONTARE SU 115 MISSILI TOMAHAWK, SU TRUPPE SPECIALI E MEZZI ANFIBI. MA IL TYCOON TENTENNA SU UN INTERVENTO MILITARE DIRETTO PER DEPORRE IL REGIME: RISCHIEREBBE DI PORTARE A UN LUNGO COINVOLGIMENTO DEGLI USA NELLA REGIONE – L’AMBASCIATORE STEFANINI: “APRIRE NUOVI FRONTI QUANDO IN DIFFICOLTÀ, FAR SCOPPIARE UNA CRISI PER DISTRARRE DA ALTRE E FARLE DIMENTICARE SONO PARTI INTEGRANTI DEL MANUALE TRUMPIANO"

1 - VENEZUELA NEL MIRINO

Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “la Stampa”

 

donald trump e pete hegseth

Donald Trump dice che «in un certo senso la decisione l'ho presa». Ai reporter sull'Air Force One, però, non svela quale sia. L'argomento è il Venezuela. Washington ha dispiegato nell'area caraibica 15 mila marinai e soldati e oltre una dozzina di navi militari, può contare su 115 missili Tomahawk, su truppe speciali e mezzi anfibi.

 

L'arrivo, martedì 11, della portaerei Gerald Ford con il suo gruppo navale ha aumentato la potenza di fuoco americana che aveva subito un primo sensibile incremento fra agosto e settembre quando nell'area era approdata l'unità della Iwo Jima.

Allora l'arrivo fu il preludio dei primi strike contro i narcotrafficanti. Il primo avvenne il 2 settembre.

 

nicolas maduro canta imagine 3

Da allora Washington ha colpito barchini e altri mezzi utilizzati dai trafficanti di droga, 20 volte. Le vittime sono oltre 80. L'Amministrazione Trump ha sempre parlato di azioni contro i narcotraffici nell'ambito di operazioni di difesa della sicurezza nazionale.

 

Giovedì c'è stata una lunga riunione nella Situation Room della Casa Bianca. I vertici dell'Amministrazione – Pete Hegseth, capo del Pentagono, Marco Rubio, segretario di Stato, Dan Caine, capo degli Stati Maggiori Riuniti – hanno illustrato a Trump le ipotesi e gli scenari.

 

caccia e navi americane nel mar dei caraibi

Si è parlato di obiettivi da colpire in Venezuela. La lista – secondo quanto ha rivelato la Cnn – va da obiettivi governativi, militari e strutture e rotte del narcotraffico. Il presidente ha ricevuto diversi briefing con varie opzioni che analizzano anche le conseguenze. A quanto risulta Trump «è molto cauto» nel lanciare un'operazione militare in Venezuela.

 

L'obiettivo dichiarato dall'Amministrazione resta il contrasto del narcotraffico. Il 5 novembre in un incontro al Congresso, alti funzionari del governo hanno spiegato di non avere l'autorità legale per potere colpire in Venezuela, ma hanno rivendicato la legittimità di continuare a bombardare le barche dei narcos e magari anche colpire sulla terraferma in questo caso.

 

DONALD TRUMP - DOTTOR STRANAMORE

Durante la prima sua Amministrazione, Trump aveva tentato di disarcionare Maduro – su di lui oggi una taglia di 50 milioni di dollari e voci di tentativi di mandarlo in esilio – ma nel 2019 l'operazione Guaidò, ovvero riconoscere l'esponente dell'opposizione come legittimo presidente dopo le ennesime elezioni pilotate da Maduro, andò in frantumi.

 

Oggi Trump ha due grandi interrogativi. Il primo è che un intervento diretto in Venezuela per deporre il regime rischierebbe di vedere un lungo coinvolgimento Usa nella regione. Non è una prospettiva amata dalla base elettorale che ha votato Trump.

Marjoire Taylor Greene, deputata della Georgia, ora in aperto contrasto con il presidente, ha detto: «Non abbiamo eletto Donald Trump per inviare denaro dei contribuenti e armi per le guerre straniere e per non impegnarsi più in alcun modo all'interno». Opinione condivisa da molti, sia fra i deputati sia fra la gente della galassia Maga.

 

[…]

 

la uss gerald ford nel mar dei caraibi 1

Due suoi stretti collaboratori hanno servito nelle forze armate durante la guerra al terrorismo: sono Pete Hegseth e il vicepresidente JD Vance che, a quanto risulta, sono i più scettici circa un'estensione dell'impegno militare Usa all'estero.

 

C'è la questione dell'opposizione venezuelana che non è così unita e compatta dietro la Nobel Maria Corina Machado o altri leader. Machado, ieri, ha invitato alla "disobbedienza militare" gli uomini di Maduro: «Deponete le armi, non attaccate il vostro popolo, prendete la decisione di schierarvi dalla parte della libertà del Venezuela quando arriverà il momento», è stato il suo appello.

 

DONALD TRUMP SULL AIR FORCE ONE

[…]  Il segretario dello US Army, Dan Driscoll, ieri alla Cbs ha detto: «Siamo pronti, se richiesto». Washington ha uomini e mezzi fra Guantanamo, gruppi navali ai Caraibi e a Porto Rico dove ci sono 10 F35. Sulla Ford ci sono 4500 soldati, 1000 sugli incrociatori, 2200 marines sono con la Iwo Jima e dislocati sulla MV Ocean Trade anche 150 esponenti delle Forze Speciali.

 

I caccia decollerebbero dalla portaerei e da Porto Rico; ma Washington può contare anche su 15 B2 e su bombardieri capaci di volare dal Sud della Florida. Pete Hegseth ha ribattezzato l'operazione anti-narcos "Southern Spear" e presentandola, giovedì sera, ha sottolineato la natura del contrasto ai trafficanti della droga. La palla è in mano a Trump. […]

 

2 - LE TROPPE PARTITE APERTE DI DONALD MINANO LA CREDIBILITÀ DELLA LEADERSHIP

Estratto dell’articolo di Stefano Stefanini per “la Stampa”

 

pete hegseth donald trump 3

Pur se presidente di pace Donald Trump è impegnato su più fronti. Non di nuove guerre dell'America, per quanto il Venezuela potrebbe diventarne teatro. Di guerre altrui in Ucraina e in Medio Oriente. Di sfide interne, della sua stessa base scalpitante sul caso Epstein.

 

Aprire nuovi fronti quando in difficoltà, riversare iniziative a getto continuo (flooding), far scoppiare una crisi per distrarre da altre e farle dimenticare sono parti integranti del manuale trumpiano. Nemico del buongoverno ma strumentale al potere. Che è quanto conta per Donald.

 

JEFFREY EPSTEIN DONALD TRUMP

L'impegno su più fronti permette a Trump di cambiare argomento a piacimento ogni volta che si affaccia dall'Air Force One. Mi chiedono cosa intendo fare nei Caraibi? Io passo al piano per Gaza. O alla causa che intenterò alla Bbc. […]

 

Più fronti gli danno più alternative. Su quello interno non può però permettersi troppe vulnerabilità. La sua politica estera poggia sull'indiscutibile controllo delle dinamiche interne, a cominciare dal Congresso, con molte ramificazioni, basti pensare alle processioni di ossequianti Ad multimiliardari alla Casa Bianca.

 

DONALD TRUMP - JEFFREY EPSTEIN

[…] Ma l'opposizione all'apertura del potenziale nido di vipere delle "Epstein files", della quale la galassia Maga ha fatto una bandiera rischia ora di allontanarlo dalla sua base. Quanto e con quanti? Lo dirà questa settimana il voto alla Camera. Su Truth Social Trump è intervenuto a gamba tesa scomunicando una delle più potenti, e indipendenti, voci Maga la complottista Marjorie Taylor Greene. Messaggio agli altri dissidenti? Segno di nervosismo?

 

Epstein non è l'unico scoglio interno. Il parzialissimo voto del 4 novembre ha visto successi democratici importanti in Virginia, New Jersey e California; per il newyorchese Donald, la vittoria del socialista musulmano Zohran Mamdani a New York è un irritante sotto la pelle.

 

nicolas maduro canta imagine 2.

All'orizzonte, la pronuncia della Corte Suprema sui dazi reciproci è attesa per fine mese. Ove li ritenesse illegittimi manderebbe a gambe all'aria l'intera svolta protezionistico-fiscale che l'amministrazione Trump ha impresso all'economia americana. Improbabile, specie con la forte maggioranza conservatrice (6 su 9 giudici) della Corte.

 

[…]

 

Il versante esterno lo vede molto meno direttamente esposto ma pluri-impegnato, quanto meno sul piano diplomatico. Solo sul Venezuela c'è già un diretto impegno militare americano, con prospettiva di escalation. Finora limitato all'affondamento di naviglio ritenuto trafficante di droga.

 

la stretta di mano tra putin e trump ad anchorage, alaska. foto lapresse

Interventi letali, che hanno fatto circa 80 vittime, ma punture di spillo per il regime di Nicolás Maduro. Qualche giorno fa è arrivata in zona la più potente portaerei Usa, la Gerald Ford. Un po' sovradimensionata per il traffico di droga (che intanto starà cercando altre vie, terrestri o nel Pacifico).

 

Serve una portaerei a far cadere Maduro? Come? Il dittatore venezuelano non ha alcuna intenzione di andarsene. Non lo si sloggia a suon di bombe o missili. Invadere?

 

L'ultimo precedente di intervento Usa in America Latina è del 1988, ma il Venezuela non è Panama, Maduro non è Noriega, e Donald Trump non è George H. Bush. Un colpo di Stato dall'interno già in cantiere? Le operazioni clandestine sono state già autorizzate. Trump ha detto di aver deciso cosa fare ma di non poterlo dire.

 

vladimir putin donald trump anchorage, alaska foto lapresse

Prefigura un intervento? Disse qualcosa di simile prima di bombardare l'Iran. Certo è che si è spinto troppo avanti da non perdere la faccia se Maduro rimane in sella.

 

[…]

 

Intanto Putin, presa Pokrovsk, alza la pressione dei bombardamenti su città, infrastrutture e civili. Scartata la fornitura di Tomahawk a Kiev, Trump ha due opzioni: rilanciare l'iniziativa diplomatica o tirarsi definitivamente indietro, via d'uscita che si è sempre riservato. Far la pace tocca alle parti; ad aiutare gli ucraini ci pensino gli europei. L'ha già detto.

 

donald trump con pete hegseth

Non esiste invece quest'alternativa in Medio Oriente, dove ad essere in gioco è il "piano Trump". Si è fermato dopo il primo passo. Qui il Presidente americano deve spingere per andare avanti su disarmo di Hamas, stabilizzazione di Gaza, ritiro israeliano dal resto della Striscia.

 

Questa settimana Mohammed bin Salman arriva a Washington, accolto con tutti gli onori. Mbs troverà Trump distratto dagli altri multipli fronti? Il Presidente americano ha straordinarie capacità multitasking.

 

Lo abbiamo visto passare, in giornata, dal banco degli imputati del tribunale di New York all'entusiasmo dei rally in campagna elettorale. Mai sottovalutarlo. Ma chissà se ogni tanto Donald prova un po' d'invidia per Vladimir che di fronti ne ha uno solo – pur di ferro e fuoco.

lo schieramento americano contro il venezuela DONALD TRUMP SBARCA DALL AIR FORCE ONE DOPO L INCONTRO CON PUTIN IN ALASKA la uss gerald ford nel mar dei caraibi 2

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...