
E MENO MALE CHE I TALEBANI ERANO CAMBIATI – DA DUE GIORNI L’AFGHANISTAN È OFFLINE. NELLA LORO BATTAGLIA SENZA QUARTIERE AL “VIZIO”, I TALEBANI HANNO TAGLIATO LE RETI IN FIBRA OTTICA CHE CONNETTONO IL PAESE A INTERNET, AZZERANDO DEL TUTTO IL TRAFFICO DATI – L’OBIETTIVO DEL REGIME ISLAMISTA È OSTACOLARE LA VITA SOCIALE E LE COMUNICAZIONI. IL PAESE È ISOLATO E LE ATTIVITÀ PARALIZZATE: NIENTE VOLI AEREI E TELEFONINI MUTI, BANCHE DISCONNESSE…
Estratto dell’articolo di Paolo Brera per www.repubblica.it
Da due giorni l’Afghanistan è offline. Nella loro battaglia senza quartiere ai mulini a vento del “vizio”, i talebani hanno tagliato le reti in fibra ottica che connettono il Paese a internet, azzerando del tutto il traffico dati. Non funziona più nulla: non ci sono voli aerei e i telefonini sono muti, le banche sono disconnesse e paralizzate, la stessa amministrazione pubblica è praticamente annientata.
Senza telecomunicazioni, persino le basi della vita sociale sono soppresse: sono annientati i mercati, perché i negozianti e i fornitori non comunicano più ed è impossibile riordinare e accordarsi. Dagli uffici privati alle assicurazioni, dall’insegnamento ai media, l’età della pietra ha calato la scure bloccando tutto. L’agenzia Afp, per esempio, da due giorni ha perso i contatti con il suo ufficio di corrispondenza a Kabul.
Persino l’Afghanistan devastato dalla guerra infinita, e poi trascinato nel medioevo dai talebani, dipende completamente dalla tecnologia delle comunicazioni per la sua vita quotidiana.
Ma gli afgani rischiano di dover imparare di nuovo a farne a meno, visto che non c’è una data certa per un eventuale ritorno online: i talebani si sono limitati a tagliare il servizio senza alcuna spiegazione approfondita.
Le autorità religiose che governano il Paese dalla ritirata degli americani nel 2021 hanno riportato le tenebre sulla vita sociale azzerando i diritti delle donne e la libertà di espressione, eliminando dalle biblioteche i libri sgraditi e quelli scritti dalle donne, vietando gli studi sulla democrazia e i diritti umani anche per i maschi (oltre a impedire del tutto l’istruzione per le femmine).
A maggio avevano persino vietato il gioco degli scacchi, giustificandolo con il timore che conducesse al gioco d'azzardo e fosse dunque la porta d’accesso al vizio. Eppure, in questi quattro anni di imbarbarimento in cui hanno ripristinato pratiche come la gogna pubblica e le impiccagioni in piazza, non si erano mai spinti a vietare Internet, e addirittura a demolirlo fisicamente tagliando alla radice l’albero della connessione. Lo hanno fatto due giorni fa, alle 17 ora locale di lunedì.
[...] Il 17 settembre il governo ha vietato Internet in cinque province del nord afgano: Kunduz, Badakhshan, Baghlan, Takhar e Balkh. L’ordine era stato diramato dal leader supremo, Hibatullah Akhundzada, ed era limitato alla banda larga, escludendo dai tagli il traffico dati sui cellulari. Attaullah Zaid, portavoce della provincia di Balkh, aveva spiegato la misura dicendo che “è stata presa per prevenire il vizio”.
Ma la crociata non si è fermata lì. Lunedì pomeriggio, pochi minuti prima dell’interruzione, un funzionario governativo aveva detto all’Afp che le comunicazioni sarebbero state “interrotte gradualmente stasera, quando tra ottomila e novemila torri di telecomunicazione saranno messe fuori servizio fino a nuovo avviso”.
E sotto anonimato aveva spiegato che “non ci sono altri mezzi o sistemi per comunicare” e “il settore bancario, le dogane, l’intero Paese saranno interessati”. Così è stato, dunque i talebani erano perfettamente a conoscenza delle implicazioni di un simile intervento radicale che ha tagliato persino la rete di connessioni che permette alle banche di comunicare con la banca centrale afgana per i pagamenti. Gli stessi bancomat, nelle grandi città in cui sono disponibili, sono fuori servizio.
L’eradicazione del vizio identificato con la pornografia online, dunque, per i talebani è prioritario rispetto alle basi della vita sociale. Persino le agenzie dell’Onu sono in difficoltà e dipendono ora esclusivamente dai telefoni satellitari e dalle comunicazioni radio.
I servizi telefonici di base, in un Paese dall’orografia così meravigliosamente imponente, erano costretti a transitare sulle reti in fibra ottica e sono dunque collassati, lasciando muta la maggior parte dei telefoni cellulari.
[...] I voli internazionali per l’Afghanistan sono stati cancellati, i segnali dei telefoni cellulari e di internet sono scesi sotto l’1% dei livelli normali secondo l'osservatorio NetBlocks. Le famiglie fisicamente separate hanno perso i contatti reciproci, mentre tv e media via cavo sono spariti. La borsa valori Sarai Shahzada a Kabul è aperta, ma i giornalisti di Tolo News dicono che i tassi dei cambi sono rimasti fermi a lunedì mattina.
Dietro la furia tagliacavi dei talebani probabilmente non c’è solo la loro idiosincrasia per tutto ciò che identificano con il vizio, ma il ben più preoccupante tentativo di eradicare qualsiasi opposizione rasando a zero tutto ciò che non riescono a controllare direttamente.
Per questo hanno tagliato i cavi della fibra ottica, non essendo tecnologicamente in grado di controllare il traffico escludendo siti e app non approvate come fanno sistematicamente la Cina o l’Iran (e come fa limitatamente persino la Ue nei confronti, per esempio, dei media russi come “Rt”, accusati di disinformazione). Per questo lasciano formalmente aperte le altre reti come quella del traffico dati telefonico, molto più facilmente controllabili. [...]
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