bosnia

GLI ARABI SONO I FUTURI ABITANTI DELLA BOSNIA? - NEL 2016 I TURISTI DAL GOLFO PERSICO SONO AUMENTATI DEL 200% - A SARAJEVO HA APERTO BBI, PRIMA BANCA IN EUROPA A OPERARE SECONDO I PRINCIPI ISLAMICI. E BUONA PARTE DELLA POPOLAZIONE CRITICA I MANIFESTI CONTRO LE DONNE CON IL NIQAB

Paolo Giovannelli per La Verità

BOSNIA MOSTARBOSNIA MOSTAR

 

Con ancora negli occhi la verde acqua della Neretva che si richiude dopo l' ingresso dei corpi protesi dei tuffatori «estremi» del Red Bull Cliff Diving, saltati giù dal Vecchio Ponte (quest' anno hanno vinto la canadese Richard e il ceco Navratil), Mostar ha concluso la sua estate.

 

Un evento internazionale e spettacolare, che ha riportato il capoluogo dell' Erzegovina ad assaporare di nuovo la gioia della ribalta mondiale e a veder crogiolarsi al sole 20.000 turisti, assiepati sulle rive del fiume dalle gelide acque, appassionati e sportivi, provenienti da ogni parte del mondo. Tutti con il naso all' insù, verso «il Vecchio», per guardare estasiati la forza, la coordinazione, il coraggio e la bellezza di un lancio nel vuoto, di un tuffo da 28 metri di altezza per gli uomini e 20 per le donne.

 

L' estate mostarina si chiude anche con altro. In alcune strade della città sono apparsi manifesti, volgari, contro le donne musulmane coperte dal niqab, il lungo abito nero che lascia aperta agli occhi giusto una fessura. Il niqab non è il velo delle donne bosniache di fede islamica, che indossano invece l' hijab, un leggero drappo che avvolge la testa, lasciando scoperto il viso. I neri niqab che si vedono in giro per Mostar e Sarajevo, sono quelli delle turiste dei Paesi del Golfo Persico, provenienti soprattutto dagli Emirati arabi, dall' Oman e dal Bahrein, accompagnate dai loro ricchi mariti.

BOSNIABOSNIA

 

Nella Bosnia -Erzegovina, il fenomeno del turismo proveniente dai Paesi arabi è cresciuto, solo quest' anno, del 200 per cento (anche per l' impossibilità degli stessi turisti di recarsi in Libia, Egitto e Si ria, a causa di conflittie tensioni); dai soli Emirati Arabi sono arrivati in 4.201, come riportano le agenzie di stampa. Un veloce sondaggio condotto da un portale bosniaco ha comunque evidenziato che buona parte della popolazione locale ha bollato i manifesti contro il niqab come «incivili».

 

La tolleranza di città come Mostar e Sarajevo è l' anima di questa gente e, nonostante tutto, resta salda. Quando nei negozi di souvenir vedi t-shirt nere con la scritta «I' m muslim, don' t panic» accanto a quelle rosse, con l' effigie di Tito, dove si legge «Compagno Tito, tu hai rubato ma qualcosa ci hai dato», sorridi per forza di quel sarcasmo tipico, tutto locale, come il morbido formaggio kajmak o i cevapcici.

 

T' incuriosisce anche il comportamento, indaffaratissimo, del proprietario di una bancarella del rinnovato mercato di Mostar al quale un benestante signore di uno dei Paesi del Golfo ha appena ordinato scarpe per tutte le sue mogli e figlie coperte dal nero niqab; la domanda è alta e anche il tranquillo commerciante mostarino è costretto ad alzare gli abituali ritmi di lavoro.

 

Nella parte croata, i tassisti sostano e partono in continuazione davanti all' hotel extra lusso Mepas, caricando e scaricando turisti dei Paesi islamici, per poi attraversare lo Carinski Most alla volta degli storici quartieri musulmani.

 

L' accresciuta presenza di questi viaggiatori provenienti dai Paesi del Golfo, sembra però preoccupare anche chi, dal turismo, trae ogni giorno vantaggio, ossia commercianti, venditori di souvenir, ristoratori.

 

BOSNIA PROTESTABOSNIA PROTESTA

La Bosnia laica e quella dell' islam moderato, quella che guarda ancora speranzosa all' Europa e che si vede per sempre «in bilico» fra Est e Ovest, s' interrogano pensierose davanti a costumi e comportamenti che non le appartengono: come il niqab, il pregare nei parchi all' aperto e non nelle moschee come fanno i fedeli bosniaci o gli atteggiamenti di turisti «eccessivamente» danarosi che stridono con le perduranti difficoltà economiche del Paese, con il suo tasso complessivo di disoccupazione appena sotto il 42 per cento (52 per cento fra le donne, stando ai dati del luglio 2016 dell' Agenzia statistica bosniaca), con il suo debito pubblico quasi al 43 per cento del Pil, con la sua grande industria che non dà più lavoro a migliaia di persone com' era un tempo, con gli stipendi che, in media, si aggirano sui 400 euro mensili.

 

Un turismo importante per la traballante economia bosniaca ed erzegovese quello proveniente dai Paesi arabi. Che, però, per gli stessi bosniaci, sembrerebbe iniziare ad essere anche ingombrante. Nel cantone di Sarajevo, nella municipalità di Ilidza, a Sud della città, zona tristemente famosa durante l' ultima guerra dei Balcani per essere stato teatro di una delle più violente pulizie etniche, c' è anche un altro fatto che preoccupa la popolazione locale: gli arabi stanno ancora acquistando terreni edificabili, per costruirvi resort di lusso, palazzine e case singole.

 

baita in bosniabaita in bosnia

Ilidza, dai tempi dei Romani sino a Tito, è sempre stata conosciuta come una famosa area termale e di relax, attraversata dal fiume Zeljeznica. Uno dei posti più belli degli immediati dintorni di Sarajevo, sui cui rilievi cresce il giglio bosniaco.

 

L' Ansa ha riportato la dichiarazione di un costruttore saudita, Bedr AlShemri, che ha motivato il perché agli arabi piaccia posizionarsi, villeggiare e vivere in questa zona della Bosnia: «Basta guardare questo verde, i monti che ci circondano, tutti questi fiumi, i laghi e il clima fresco», ha dichiarato. Spiegazione semplice: alla base di tutti questi petroldollari investiti nel mattone sarajevese, ci sarebbe la fuga dal clima torrido dei Paesi del Golfo Persico.

 

Tuttavia proprio un quotidiano di Sarajevo, DnevniAvaz, ha titolato, tradendo una certa apprensione: «Gli arabi sono i turisti o i futuri abitanti della Bosnia?». Il malcelato timore dei bosniaci è che possa essere in corso una colonizzazione araba del loro territorio, che comprano i pezzi più pregiati della loro terra. È difficile, oggi, dire o semplicemente immaginare come tale accresciuta presenza di villeggianti, costruttori e proprietari immobiliari arabi a Sarajevo e in altre città della Bosnia ed Er zegovina, possa cambiare il Paese o porzioni di esso anche culturalmente, a iniziare da una visione dell' Islam più rigida rispetto a quella della tradizione locale.

 

I primi investimenti arabi in Bosnia, (con gli Emirati ed l' Arabia Saudita in testa, seguiti da Qatar, Malesia, Turchia, Indonesia, Giordania e Kuwait) arrivarono già con la fine della guerra, dopo il 1995. L' Islamic development bank (Idb) e la Bosna bank international (Bbi), prima banca in Europa a operare secondo i principi islamici, nel 2006 hanno creato a Sarajevo la Bbi real estate Ltd, una potente immobiliare di proprietà degli investitori del Golfo Persico, di cui l' Idb possiede il 99,97 per cento e la Bbi lo 0,03 per cento.

#13 stari most, bosnia and herzegovina#13 stari most, bosnia and herzegovina

 

Oltre a costruire moderni centri commerciali da oltre 35 milioni di euro (come il Bbi shopping center), propone anche gli appartamenti privati del progetto Sarajevo Panorama e sta lavorando alla ristrutturazione e alla vendita di magnifiche case del centro storico sarajevese, il «cuore» stesso della Bosnia.

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....