annamaria. franzoni

GLI HATER MODERNI SONO NATI A COGNE - QUEL 30 GENNAIO 2002, UNA DATA SPARTIACQUE FRA IL VECCHIO E IL NUOVO, DOMINATO DAI SOCIAL E DALLA RIVOLUZIONE DIGITALE - L'ODIO CONTRO LA MADRE ASSASSINA, GLI INNOCENTISTI DI SINISTRA E I COLPEVOLISTI DI DESTRA, IL PADRE-PATRIARCA CHE CAMBIA L'AVVOCATO FEDERICO GROSSO, CONSIDERATO DI SINISTRA, E SCEGLIE LO "SPIETATO" TAORMINA - TUTTI I DUBBI CHE RESTANO ANCORA OGGI

ANNAMARIA FRANZONI

 

Pierangelo Sapegno per “la Stampa

 

Lo stesso giorno in cui George W. Bush definisce Iran, Iraq e Corea del Nord «l' asse del Male», in una villetta delle bambole sulla salita di Montroz, piccola frazione del Comune di Cogne, una mamma in lacrime chiama il 118 con voce tremula perché il suo piccolo bambino ha la testa spaccata piena di sangue e non sa come possa essere successo.

Comincia così il «caso Franzoni», il 30 gennaio del 2002, quasi una data spartiacque fra il vecchio e il nuovo, l' Italia che viene dal secolo prima e quella che vola nel futuro che stiamo vivendo, dominato dai social e dalla rivoluzione digitale.

 

STEFANO LORENZI ANNAMARIA FRANZONI

Oggi che Annamaria Franzoni torna libera, si consuma un' epoca che ci ha travolto nella memoria di quel delitto e nel suo angosciante mistero, perché alla fine è questo che ci ha diviso tutti: non siamo mai riusciti a spiegarci sino in fondo l' orrore di quel che è successo, come se appartenesse anche alle nostre anime e avessimo paura di sollevarne il velario.

 

 

Quando muore il piccolo Samuele Lorenzi, maciullato sul letto secondo l' accusa da 17 colpi sferrati con un' arma mai ritrovata, contano ancora le tv, e Annamaria singhiozzante che si confessa sul piccolo schermo pochi giorni dopo il delitto concentra l' attenzione degli spettatori più di quel che aveva fatto qualche mese prima la guerra in Afghanistan.

la casa di cogne dov'e' morto il piccolo samuele 5

 

 

Ma la partecipazione del pubblico è per la prima volta orizzontale, non più verticale, completamente dentro all' informazione, sostituendosi alla cronaca e divisa in maniera netta e brutale fra i colpevolisti (la grande maggioranza) e gli innocentisti. Sta per cominciare l' Italia dei social e della rivoluzione digitale, e la cronaca di quel delitto con il suo carico di violenza verbale e manichea ne segna l' anticipazione.

CARLO FEDERICO GROSSO

 

Il caso è diventato così trasversale che finisce persino per connotarsi politicamente. Il primo avvocato di Annamaria Franzoni, Federico Grosso, viene considerato dalla famiglia e soprattutto dal padre di lei, Giorgio Franzoni, - un vero e proprio patriarca, che chiama ancora sua figlia «bimba», trattandola come una ragazzina -, troppo di sinistra. Per questo lo cambia con l' avvocato Taormina, che sarebbe più in linea con le sue idee politiche, e soprattutto più aggressivo: «Taormina è una persona spietata», dice in una registrazione telefonica, quello che serve «perché c' è da rimettere in riga i carabinieri...».

CARLO TAORMINA

 

Ma tra il pubblico la divisione è invece inversamente proporzionale: molti degli innocentisti sono di sinistra, e i colpevolisti per la maggioranza di destra, tanto che accusano calunniosamente Annamaria di essere parente della moglie di Prodi, che si chiama Franzoni anche lei, ma è solo una omonima. Con Taormina, poi, durante il processo a Torino, il rapporto finirà a male parole e carte bollate, visto che l' avvocato sostiene che la famiglia gli deve una barca di soldi.

 

la casa di cogne dov'e' morto il piccolo samuele 3

A piede libero fino al giorno della sentenza, il 27 aprile 2007, lei si ripara a Ripoli Santa Cristina, a due passi da Monteacuto, sugli Appennini bolognesi, dentro a un villaggio che la accoglie e la riscalda come una vittima perseguitata. Ma fuori di lì, l' Italia è in maggioranza colpevolista, e lo è ferocemente, in quella maniera violenta e spietata che i social hanno sdoganato. Per questo lei confessa che appena scontata la condanna se ne andrà via dal nostro Paese, lontano da qui, non soltanto per essere dimenticata.

ANNAMARIA FRANZONI

 

Eppure nonostante i tre gradi di giudizio che hanno inesorabilmente sentenziato la sua colpevolezza, molti sono i dubbi che rimangono, dall' orario effettivo della morte di Samuele all' arma del delitto mai ritrovata, dal pigiama agli zoccoli della Franzoni sporchi di sangue, dalle lesioni della vittima alla posizione dell' assassino.

 

casa garlasco stasi

L' accusa ha sempre sostenuto che l' alibi di Annamaria, uscita di casa dalle 8,16 alle 8,24 per accompagnare l' altro figlio Davide allo scuolabus, non era sufficiente per dichiarare l' estraneità del delitto. Secondo la difesa le conclusioni del medico legale sull' orario portano a escludere la sua responsabilità perché avrebbe avuto a disposizione troppo poco tempo, massimo due minuti, per colpire, lavarsi, cambiare l' abito e nascondere l' arma. Gli avvocati sostengono poi che il pigiama della Franzoni era sul letto quando l' asassino colpì, mentre il pm dice che lo indossava. Alla fine la sentenza - 16 anni, ma dopo 7 già in libertà vigilata -, a rileggerla adesso, è sembrata quasi un compromesso fra due ipotesi così distanti, ma non così sicure.

casa garlasco 6

 

 

Non sappiamo se con la fine della condanna si esaurisce anche la sua cronaca, questo tratto di tempo cominciato quando c' erano ancora le Brigate Rosse che uccidevano Marco Biagi, e l' Italia si fermava stranita davanti ai 50 migranti morti nel mare di Lampedusa, arrivato fino ai nostri giorni. Tutto quello che è venuto dopo ci ha reso un Paese così distante da quei giorni che facciamo fatica a riconoscerlo.

 

casa garlasco 7

Eppure, verso questa mamma che abbiamo creduto assassina, o che l' abbiamo vista così, tutto è rimasto come prima, quasi che la sua voce incrinata e il suo volto piangente non fossero altro che l' immagine della colpa peggiore, quella di una madre assassina. Con lei, tutto questo tempo che è venuto non è mai andato via.

casa garlasco 1

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

matteo salvini alberto stefani luca zaia

DAGOREPORT - LUCA ZAIA MINACCIAVA DI DIVENTARE UN SERIO “PROBLEMA” PER MATTEO SALVINI E FORSE LO SARÀ: NON POTENDO IL “DOGE”, PER ORDINE DI SALVINI IN COMBUTTA CON MELONI, GUIDARE UNA LISTA A SUO NOME, UNA VOLTA SBATTUTO A CAPOLISTA IL SUO ENTUSIASMO POTREBBE SCEMARE E LA LEGA IN VENETO CORRE IL RISCHIO DI UN SORPASSO DI FRATELLI D'ITALIA - EVENTUALITA' CHE METTEREBBE DI NUOVO IN DISCUSSIONE LA LEADERSHIP DEL "CAPITONE" - I RAS LOCALI HANNO CRITICATO PER ANNI SALVINI, SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI SFIDUCIARLO. QUESTA VOLTA, TRA UN VANNACCI CHE SI PRENDE I PIENI POTERI NEL PARTITO E I MALUMORI PER LA "CESSIONE" DELLA LOMBARDIA A FDI, UN FLOP IN VENETO POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO - SE SALVINI NON RIDE IN VENETO, ELLY SCHLEIN POTREBBE PIANGERE IN CAMPANIA: IL GRILLONZO ROBERTO FICO NON ENTUSIASMA E FA INCAZZARE DE LUCA CON LE SUE LEZIONCINE ETICHE SUI CANDIDATI. TANT'E' CHE TRA I FEDELISSIMI DI DON VICIENZO È PARTITO IL FUGGI FUGGI VERSO LE SIRENE DELLA DESTRA DI POTERE...

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…