cortei roma

"GO VEGAN!" NON SOLO I COBAS E VAROUFAKIS, IN PIAZZA C’ERANO PURE I VEGANI: "NO ALL' EUROPA DEI MACELLI, NO ALL' EUROPA DEI MATTATOI PER I NOSTRI FRATELLI ANIMALI!" – I MAZZINIANI E GLI SLOGAN DEGLI ULTRA’ EUROPEISTI: "ALL EU NEEDS IS LOVE" - VIDEO

Mattia Feltri per la Stampa

 

Eccolo il finale perfetto: una piccola donna alla testa di EuroStop, il corteo degli arrabbiati, affida al microfono la sua collera per l' Unione europea, che permette la circolazione delle merci e dei capitali, «ma non dei nostri fratelli migranti». Dietro di lei un cordone di africani e sudamericani obbedisce al coro. No all' Europa della banche! No all' Europa dei padroni! Poi il cordone si apre, ci si infila una bionda in bicicletta:

CORTEO ROMACORTEO ROMA

«No all' Europa dei macelli, no all' Europa dei mattatoi per i nostri fratelli animali! Go vegan! Svegliatevi!». Che volete di più? No all' Europa che si mangia tutto, anche le bistecche, ed era davvero l' ultima di centinaia di declinazioni dell' antieuropeismo, in una Roma da sogno, svegliata alla mattina dagli elicotteri in un silenzio surreale.

Strade vuote e aria pulita, primavera per chi era scappato via e primavera per chi era rimasto a vedere che effetto farebbe uno spopolamento da attacco chimico.

 

Alle nove i turisti leggono gli avvisi affissi sulle biglietterie del Colosseo e del Palatino: chiuso per sicurezza. Chiusi i ristoranti da centinaia di tavolini di largo Ricci accanto ai Fori, e in via Cavour fino a Termini, pochissime auto parcheggiate, pochi bar a sfidare la premonizione di tregenda. Una visione.

 

CORTEO ROMACORTEO ROMA

I pensionati Alle dieci a piazza Vittorio Emanuele II, Esquilino, i pensionati della Uil si fotografano con le bandiere del sindacato ridipinte di blu e stelline unioniste. Berretti blu, foto in posa con le rappresentanze dei lavoratori del legno. Arrivano gli altri, tutti pezzi di una fantastica Italia dei mille campanili e soprattutto dei mille vessilli, Legambiente, Cgil, Sinistra Italiana col segretario Nicola Fratoianni e la guest star Yanis Varoufakis, il Partito del Sud progressista e borbonico, Sinistra anticapitalista, Rifondazione comunista, Europa socialista, paysan francesi assieme a campesinos boliviani, integrazionisti belgi, ragazzi inglesi della Bremain. Ognuno ha la sua imprescindibilità da sventolare. Sarebbe la piazza degli europeisti, ma non questa Europa però. «I braccianti vogliono un' Europa più giusta».

 

Si distribuisce il quindicinale La Comune , giornale umanista socialista che sì, perché no?, si rifà anche alla Comune di Parigi e non vuole l' Europa dei padroni e dei robot. «Oltre il lavoro ci rubano l' anima». La Fiom raccoglie firme per il referendum anti voucher, già aboliti. Greenpeace dice no a quest' Europa che lorda l' acqua e l' aria. Parte l' eterna Bella Ciao nella sublime versione rock dei Modena City Ramblers, e poi, per non dimenticare dove siamo, Contessa di Paolo Pietrangeli («Compagni dai campi e dalle officine / prendete la falce, portate il martello / scendete giù in piazza, picchiate con quello», ma è soltanto nostalgia).

 

VAROUFAKIS CORTEO ROMAVAROUFAKIS CORTEO ROMA

La riunione Poi tutti costoro si mischieranno pacificamente all' Arco di Costantino, Colosseo, con gli europeisti veri intanto radunati a Bocca della Verità, proprio sotto il Campidoglio. La vorrebbero migliore ma, tutto sommato, va bene anche questa Europa. Lo slittamento sonoro è notevole: qui si canta l' Inno alla Gioia di Beethoven. Non c' è la proliferazione anarchica di bandiere: sono quasi tutte blu a stelle gialle.

 

Il rappresentante degli ucraini spiega ai sovranisti lontani (Giorgia Meloni e Matteo Salvini) che la fascinazione per Vladimir Putin si annacquerebbe, provassero la Russia di Putin anche solo un paio di settimane.

Salgono sul palco radicali, ex radicali, renziani, mazziniani, offrono speranza di rinnovamento delle aspirazioni di Ventotene.

Giovani olandesi e scozzesi hanno la t-shirt con la faccia di Altiero Spinelli. Anziani con baffi garibaldini sudano sorpresi sotto il sole, dentro le giacche di tweed.

Slogan rari: Europa first, All Eu needs is love. Un paio di ragazze musulmane e velate sorridono.

CORTEO ROMACORTEO ROMA

Altre due mostrano grandi foto di Jo Cox, la parlamentare inglese uccisa da un neonazista a Leeds poco prima del referendum sulla Brexit.

I camerati Alle due del pomeriggio, a Santa Maria Maggiore, cinque minuti da Termini, è il momento di Azione nazionale, i sovranisti bis, antieuropeisti di destra guidati da Gianni Alemanno e Francesco Storace. Toh, il caro vecchio tricolore: alzato al cielo da una folla che non definiremmo oceanica. Qui si pratica antieuropeismo serio, diciamo così. E spesso coincidente con l' antieuropeismo di EuroStop, gli arrabbiati dell' inizio.

CORTEO ROMACORTEO ROMA

Sentite che assonanze: no all' Europa dei burocrati e dei banchieri; e poi un po' di vintage corporativistico, l' avvocatura rivuole i minimi tabellari, i pescatori sono contro il collegato 154, no alle adozioni gay, lo dicono striscioni retti da camerati su con gli anni e coi chili, in camicia nera e smanicati mimetici. E allora via, verso Piramide per la quarta manifestazione del giorno, quella di EuroStop, da cui ci si aspettano i disastri veri. Nella notte e in mattinata, forse con un piccolo arbitrio, polizia e carabinieri hanno bloccato un centinaio di ragazzotti, qualcuno aveva spranghe ed elmetti.

Nel dubbio si ferma anche uno sulla sessantina con un coltellino. «Ci dovevo tagliare il formaggio». Però un vero capolavoro di gestione e prevenzione.

Infatti alla fine, monco, il corteo parte. Di nuovo le bandiere di Rifondazione e del Pdci, in occupazione della seconda piazza. E poi i Cobas, ritratti di Marx e del Che, Eu fa rima con schiavitù, si canta avanti popolo alla riscossa, no elezioni sì a sollevazioni.

Ma, fermi tutti, «la nostra Europa comincia dove finisce la vostra». Europeisti anche loro, anzi di più: via le frontiere, anche con l' Africa, con l' Asia. Tutto aperto, tutti fratelli (pure gli animali). A sera si rincasa con Roma più bella di prima: non è successo niente, ci abbiamo rimediato una gran bella figura.

CORTEO ROMACORTEO ROMA

 

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...