gustavo rol

GUSTAVO ROL DETESTAVA L’INTERESSE DELLA PARAPSICOLOGIA NEI SUOI CONFRONTI E RIFIUTÒ DI SOTTOPORSI A ESPERIMENTI TECNICI MA NON DISDEGNAVA DIMOSTRAZIONI IN PRESENZA DI UOMINI DI SCIENZA - UNA VOLTA FU “STUDIATO” DAL FISICO TULLIO REGGE, MEMBRO DEL CICAP, IN TRE OCCASIONI DIVERSE. DOPO LA TERZA SERA DISSE CHE NON SAREBBE PIÙ TORNATO, PERCHÉ NON TROVAVA SPIEGAZIONE LOGICA A QUANTO CAPITAVA…

Federico Gazzola per “Nuova cronaca”

 

Gustavo Rol

“Non era un impostore”. Il commento, laconico, correda un articolo online volto a smontare le doti di Gustavo Rol, relegando le sue facoltà a semplici trucchi di prestidigitazione. Parole da cui affiora anche l’affetto per una figura che ha saputo legare al proprio nome mistero e indubbie qualità umane. Gustavo Adolfo Rol nasce a Torino nel 1903 da genitori facoltosi. Cresce frequentando le famiglie dell’alta borghesia. Ottiene tre lauree: in Giurisprudenza, Economia e Biologia clinico-medica.

 

Dopo aver trascorso un decennio come dipendente della Banca Commerciale Italiana, nel 1934 lascia il lavoro per aprire un negozio di antiquariato. Un’attività senza dubbio più consona alle sue inclinazioni: amante dell’eleganza e delle arti, Rol, uomo di sconfinata cultura, dipingeva e suonava violino e pianoforte.

 

Gustavo Rol

Ma proprio durante uno dei suoi viaggi come dipendente di banca Rol vive un’esperienza cruciale. Fin da piccolo interessato alla dimensione spirituale, inizia a interrogarsi, a leggere, ad approfondire. E a sperimentare. Partendo dalle carte da gioco: “Perché non dovrebbe essere possibile conoscere il colore di una carta coperta?”. Per anni prova e riprova, senza alcun successo. Fino al 1927. Durante un soggiorno a Parigi scrive parole enigmatiche sul suo diario. Sostiene di aver scoperto una legge che lega il colore verde, la quinta nota musicale e il calore.

 

Catterina Gustavo Rol

Una legge che definisce “tremenda”, che gli avrebbe tolto la voglia di vivere. Da quel viaggio, Gustavo Rol torna cambiato. Consapevole delle proprie capacità, mantiene viva la propria fede in Dio. Si definisce una “grondaia” attraverso la quale l’acqua, dal tetto, raggiunge il terreno. Una sorta di tramite tra una dimensione elevata e il piano materiale. Rifiuta però definizioni come mago, veggente, indovino.

 

Detesta l’interesse della parapsicologia nei suoi confronti e rifiuterà sempre di sottoporsi a esperimenti tecnici da parte di esperti del settore: una volgarizzazione di ciò che riteneva espressione delle più alte vette spirituali mai raggiunte dall’uomo. Dopo la sua morte, avvenuta  sempre nella sua Torino nel 1994, proprio questa sua volontà lascerà, da una parte, la sua figura avvolta nel mistero, dall’altra campo aperto agli scettici che lo riterranno un impostore particolarmente abile nei giochi di prestigio.

 

GUSTAVO ROL

In realtà Rol non disdegnava dimostrazioni in presenza di uomini di scienza, figure che avrebbero potuto facilmente smentire le sue facoltà extrasensoriali. Ad assistervi furono personaggi del calibro di Albert Einstein ed Enrico Fermi. Ma anche gli scettici trovarono libero accesso, tra tutti Piero Angela, fondatore del Cicap, il Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze: quest’ultimo, in effetti, parlò di Rol come di un abile mentalista, e nient’altro.

 

Ma Rol andò su tutte le furie: durante la dimostrazione, infatti, Angela non avrebbe mosso alcuna obiezione in merito alle sue doti. Salvo poi metterne in dubbio la veridicità in alcuni scritti successivi all’incontro. Versione smentita, è bene specificarlo, dallo stesso Piero Angela.

 

GUSTAVO ROL CON GLI ALPINI

Ma esistono uomini di scienza che, al contrario, non hanno mai negato il proprio stupore. Testimonianze raccolte dal cugino Franco Rol che per anni ha lottato per “difendere” la reputazione del familiare. Interessante in questo senso è l’aneddoto del medico chirurgo Luigi Giordano che racconta di quando Rol accettò di essere “studiato” dal fisico Tullio Regge, membro del Cicap, che si presentò insieme a due assistenti in tre occasioni diverse. Spiega Giordano: “Dopo la terza sera i tre hanno detto che non sarebbero più tornati, perché non trovando una spiegazione logica a quanto capitava, non potevano permettersi di sovvertire tutte le leggi della fisica”

 

Gustavo Rol

Altrettanto interessante è l’intervista a Carlo Castagnoli, datata 1972, anno in cui il celebre luminare era professore di Fisica Generale all’Università di Torino. Scettico, Castagnoli incontrò Rol proprio per interesse scientifico: “Ho visto cose che francamente non ho capito sulla base delle consuete spiegazioni ordinarie” sottolinea Castagnoli. Il professore racconta di quella volta in cui lui e Rol si trovavano a casa di amici. Castagnoli vide un libro di Wolfgang Pauli e da buon fisico lo estrasse per osservarlo.

 

Rol, a quel punto, improvvisò uno schema con le carte da gioco arrivando a individuare un numero chiave, 85. Subito dopo iniziò a scrivere su un foglio. Erano le prime dieci parole proprio di pagina 85 di quel volume. Corrette, precise. Un libro non di sua proprietà, che Castagnoli aveva scelto senza alcun preavviso.

 

Gustavo Rol

Un altro episodio è raccontato da Gianluigi Marianini, professore di Lettere al Collegio Rosmini di Torino e studioso di scienze esoteriche e filosofia. Prima di un appuntamento con il mago, Marianini si fermò ad acquistare due mazzi di carte da gioco regolarmente sigillate. Giunto all’abitazione di Rol, quest’ultimo intimò all’ospite di non avvicinarsi. Non voleva avere contatti di alcun tipo con i due mazzi per non sollevare dubbi su presunti trucchi di prestidigitazione. “Quale carta preferisci?”, domandò. “Fante di fiori”, rispose l’amico senza pensarci. A quel punto Marianini, su invito di Rol, aprì i due mazzi scoprendo con meraviglia che entrambi contenevano solo fanti di fiori.

Gustavo Rol

 

Secondo i detrattori, Rol rifiutò di farsi esaminare da prestigiatori professionisti, per il timore che i propri trucchi potessero essere scoperti. Non corrisponde a realtà. Rol rifiutò di incontrare Silvan perché non provava simpatia nei suoi confronti. Ma allo stesso tempo accettò di essere “osservato” da illusionisti altrettanto celebri come Elio De Grandi, meglio noto come Alexander. Quest’ultimo racconta, in un’intervista a History Channel: “L’illusionismo consiste in tecniche ripetibili. Onestamente ho visto Rol compiere azioni che vanno oltre tutto ciò. Il famoso vaso lanciato attraverso una stanza e che improvvisamente si smaterializza, scomparendo invece di infrangersi contro il muro. Io conosco molto bene il mio mestiere, ma questo effetto non saprei riprodurlo”.

Gustavo Rol e Catterina

 

Le capacità di Rol furono apprezzate anche da imprenditori, politici, celebri artisti. Si dice che, per esempio, il grande regista Federico Fellini lo avesse scelto come sorta di consulente per i propri progetti cinematografici. Lo stesso regista raccontò di una passeggiata attraverso un parco di Torino. A un certo punto i due videro un pappagallo, fuggito da qualche gabbia. “Rol lo chiamò - racconta Fellini - e il giorno dopo lo riconsegnò alla sua proprietaria. Una donna che prima d’allora non aveva mai visto né conosciuto”.

 

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