hamas benjamin netanyahu bibi

HAMAS LIBERA DUE OSTAGGI AMERICANI MA NESSUNO SA CHI HA IN MANO LE ALTRE 200 PERSONE SEQUESTRATE - SONO NELLE MANI DI MILIZIANI DI DIFFERENTI FAZIONI: UN “CENSIMENTO” SOMMARIO COMPRENDE BRIGATE SALAHEDDIN DEI COMITATI DI RESISTENZA POPOLARE, BRIGATE AL QUDS (JIHAD), BRIGATE AL AQSA, FRONTE DEMOCRATICO, BRIGATE MUJAHEDDIN – E POI CI SAREBBERO DEI PRIGIONIERI RASTRELLATI DA GANG DI CIVILI, CAPACI DI USARE LE PEDINE IN UN BARATTO INTERNO A QUESTA GIUNGLA. IL SOLDATO GILAD SHALIT FU CATTURATO DA UN NUCLEO CHE POI LO CEDETTE AD HAMAS…

Estratto dell’articolo di Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”

 

JUDITH RAANAN E LA FIGLIA NATALIE

La prima notizia, positiva. Gran parte dei 203 ostaggi sarebbero ancora in vita e Hamas ha liberato due americane, madre e figlia. La seconda, negativa. Sono nelle mani di gruppi diversi: era noto ma è stato ribadito dall’esercito. È una fase delicatissima — tra combattimenti e lavoro diplomatico — molto fluida. Hamas vuole ottenere il massimo, ha proposto di liberare alcuni degli ostaggi in cambio di un cessate il fuoco incontrando — secondo la Bbc — il no della controparte. Poi ha rilasciato le due cittadine statunitensi, Judith Raanan e la figlia Natalie, in visita in Israele dall’Illinois.

 

terroristi di hamas sparano contro i partecipanti del festival supernova in fuga 3

La liberazione è stata accompagnata dal ringraziamento al Qatar e dagli insulti verso la Casa Bianca. La concessione potrebbe avere un collegamento con l’annuncio di Biden sulla prossima riapertura del confine di Rafah (Egitto), punto di ingresso per gli aiuti. Ci si augura che sia il primo passo di un percorso positivo. In precedenza, gli osservatori avevano ipotizzato una futura liberazione di bambini e feriti. A motivarla sarebbero ragioni di immagine e pressioni dei qatarini.

 

BAMBINI ISRAELIANI NELLE MANI DI HAMAS

Questioni logistiche, in quanto sono figure fragili in condizioni terribili. Scelta tattica umanitaria da contrapporre a un’eventuale offensiva terrestre israeliana. La pressione militare è sempre forte. L’intelligence è da giorni in cerca di dritte sui possibili nascondigli, sul nemico, sui capi. Le forze speciali hanno condotto un paio di incursioni, ufficialmente per raccogliere elementi o recuperare cadaveri.

 

Attività che potrebbero aver permesso di infiltrare qualcuno, di «estrarre» un informatore, di piazzare sensori mentre si prova a fissare i pezzi del mosaico. La Difesa israeliana ha fornito alcuni dati: trenta ostaggi sono sotto i sedici anni; 10-20 oltre i sessanta; appartengono a 23 nazionalità diverse; i dispersi sono 100-200. I numeri accentuano la pressione così come accrescono i problemi.

video di hamas simulazione attacco a israele

 

Un esponente di Hamas ha dichiarato che non si aspettavano di catturare così tante persone e molte sono nelle mani di miliziani di differenti fazioni. I video postati mostrano guerriglieri portare via anziane, trascinare feriti e corpi, immagini dalle quali è possibile ricavare indizi sull’appartenenza dei terroristi.

 

Un «censimento» sommario comprende Brigate Salaheddin dei Comitati di resistenza popolare, Brigate al Quds (Jihad), Brigate al Aqsa, Fronte democratico, Brigate Mujaheddin. Ora gli israeliani devono capire quali siano le quote per ogni sigla, perché questo vuol dire espandere il setaccio.

 

bombardamenti israeliani a gaza foto di motaz azaiza 15

L’indagine, però, incontra ulteriori ostacoli da una successiva conferma: vi sarebbero dei prigionieri rastrellati da gang di civili, capaci di usare le pedine in un baratto interno a questa giungla. Il soldato Gilad Shalit fu catturato da un nucleo che poi lo cedette ad Hamas, passaggio inevitabile per gestire un caso dalle implicazioni multiple. È un bazar affollato di compratori e venditori, sui banchi vite preziose, bugie. […]

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