wolf houellebecq scurati

I LIBRI DA COLLEZIONE (SPESSO SOLO DI ERRORI): ULTIMO CASO QUELLO DI NAOMI WOLF – TRA GLI AUTORI CHE SONO INCAPPATI IN INESATTEZZE DA MATITA BLU ANCHE GAY TALESE, MICHEL HOUELLEBECQ CHE CONFONDE DUE ALBUM DEI PINK FLOYD E SCURATI – LA CAUSA PRINCIPALE? LA RICERCA DI NUOVI TITOLI ADATTI A SCALARE LE CLASSIFICHE E NON SEMPRE SI TROVANO TEMPO E RISORSE PER IL GIUSTO CONTROLLO…

Riccardo De Palo per “il Messaggero”

 

NAOMI WOLF

L'ultimo caso è quello di Naomi Wolf, il cui ultimo lavoro s'intitola Indignazioni, ma che ha causato sentimenti di sdegno soprattutto per le sue imprecisioni. Un'incalzante intervista alla Bbc è risultata fatale per la stella dell'editoria liberal e femminista: non è vero che in epoca vittoriana ci furono decine di esecuzioni capitali di omosessuali, come le era capitato di credere interpretando (male) il termine legale death recorded (ossia, pena sospesa). L'editore Houghton Mifflin Harcourt ha ritirato tutte le trentacinquemila copie già stampate, per emendare il testo, contro la volontà dell'autrice.

 

Il suo caso non è isolato, come sottolinea il New York Times, che ha lanciato l'allarme: soltanto nell'ultimo anno, sono incorsi in errori da penna rossa autori del calibro di Jill Abramson - primo ex direttore donna dello stesso quotidiano americano; il premio Pulitzer Jared Diamond; l'esperto di psicologia comportamentale Paul Dolan; il giornalista Michael Wolff, autore di saggi sulla presidenza Trump.

 

Houellebecq Depardieu

CLASSIFICHE

Cosa è successo? Nell'America dei fact-checker l'editoria è sempre alla ricerca di nuovi titoli adatti a scalare le classifiche, rincorrendo l'attualità del momento; e non sempre si trovano tempo e risorse per andare a controllare. Inoltre, in questi anni la fiction è in crisi, la non-fiction esplode e diventa narrativa; inevitabile che qualcuno ricami un po' troppo sull'accaduto.

 

houellebecq serotonina

Il giornalista Gabriel Sherman ha detto al New York Times che «la linea prevalente degli editori» è quella di fare affidamento esclusivamente sulle capacità dei propri autori; ma è evidente che questo «non basta»; lui stesso ha speso centomila dollari per far controllare ogni singola parola del suo The Loudest Voice in the Room, sugli scandali sessuali di Fox News che hanno travolto il CEO Roger Ailes.

 

Non tutti hanno la possibilità, o l'astuzia, di fare simili investimenti. Jared Diamond ha avuto recensioni terribili, per gli errori contenuti nel suo Upheaval (sconvolgimento) dedicato ai «punti di svolta nelle nazioni in crisi»: malgrado l'idea geniale (applicare la psicoterapia alla geopolitica), l'autore di Armi, acciaio e malattie non azzecca l'anno del referendum sulla Brexit; sostiene (sbagliando) che all'epoca di Ronald Reagan non ci furono serrate governative; e che Lee Kuan Yew è l'attuale premier di Singapore (peccato sia scomparso quattro anni e mezzo).

 

Jill Abramson ha ammesso gli errori contenuti nel suo Merchants of Truth dedicato alla storia del media, dopo che molti utenti di Twitter hanno cominciato a elencarli; ma ci metterà una toppa soltanto nelle future edizioni. Michael Wolff è stato accusato di diverse inesattezze per il suo ultimo saggio, Assedio, dedicato a The Donald: «Anche se mi fossi sbagliato, non verrò certo a dirlo a voi», ha tagliato corto in un'intervista. Ma i suoi scivoloni sono innegabili: un documento da lui citato è stato definito inesistente dal procuratore speciale del Russiagate, Robert Mueller; e la procuratrice Rachel Brand è stata nominata da Trump, non da Obama.

 

GAY TALESE TOM WOLFE

Il fenomeno è ormai endemico da qualche anno. Gay Talese è un'altra grande firma che si è fidata troppo di una fonte. Il suo Motel Voyeur (uscito nel 2016) si basa sulle confidenze del proprietario di un albergo del Colorado, che ha confessato di avere spiato i suoi clienti per trent'anni. Peccato che l'autore non si sia preso la briga di controllare: scartabellando nei dati catastali, risulta che il guardone in questione ha venduto l'hotel molti anni prima di quanto dichiarato. Morale: l'ultima parte del libro - e chissà cos'altro - potrebbe essere un fake. Completamente fabbricata era l'autobiografia di Herman Rosenblat, la cui toccante storia d'amore e Olocausto - che commosse fino alle lacrime Oprah Winfrey - era in gran parte frutto della sua immaginazione.

 

Il problema non è soltanto americano. In Serotonina, Michel Houellebecq confonde due album dei Pink Floyd, Ummagamma e Atom Heart Mother. M, il romanzo di Antonio Scurati sulla vita di Benito Mussolini contiene diversi errori, elencati da Ernesto Galli della Loggia, come il numero di morti italiani nel corso della Prima guerra mondiale; questo non ha impedito all'autore, che nel frattempo ha emendato i passi incriminati, di vincere il Premio Strega.

ANTONIO SCURATI

 

MANCANZA

Il problema è certamente la mancanza di tempo, che va a incidere sulla fase di editing (e di verifica dei fatti): in Italia si pubblicano, in media, oltre sessantamila titoli all'anno. Di certo, non sono esenti da errori anche i recensori, costretti dalla fretta a letture molto laterali. Giorgio Manganelli ricorda ne Il rumore sottile della prosa il caso di Rosetta Loy, che si lamentò di abbagli clamorosi in un articolo che la riguardava. Ci sono anche refusi che diventano oggetti da collezione, come l'edizione di Tocca l'acqua, tocca il vento di Amos Oz che arrivò in libreria con il nome storpiato: Amoz. Su eBay una copia di quel volume, subito ritirato da Feltrinelli, arriva a costare 69 euro.

GAY TALESENAOMI WOLF - COVER

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)