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I PISTOLA DI VOGHERA - "SPARARE CONTRO GLI IMMIGRATI? NOI LEGHISTI PARLIAMO COSÌ" - PARLA FRANCESCA MIRACCA, EX ASSESSORA AL COMMERCIO DESTITUITA PER UNA DICHIARAZIONE SULLE ARMI ("DOMANI SPARIAMO DAVVERO") DETTA IL GIORNO PRIMA DELLA MANIFESTAZIONE IN MEMORIA DI YOUNUS EL BOSSETTAOUI, UCCISO DALL'ASSESSORE MASSIMO ADRIATICI: "ANCHE LA SINDACA FACEVA BATTUTE SGRADEVOLI…" (ANNAMO BENE)

Niccolò Zancan per "la Stampa"

 

FRANCESCA MIRACCA

Scusi, ex assessore, ma cosa sta succedendo? Parlate di usare le armi come se Voghera fosse il Far West.

«Ma la frase nella chat era in tono goliardico. Non era solo l'assessore Gabba a esprimersi in quel modo, anche io lo facevo, anche la sindaca faceva battute sgradevoli. Direi che tutti, tranne due assessori, ci confrontavamo in quel modo».

 

Come al bar di una paese incattivito e razzista?

«Sì, come al bar. Ma qui non c'è razzismo. Ripeto: era un chat goliardica, anche se era la chat della giunta comunale».

 

Per chiunque fosse interessato al cosiddetto Paese reale, a un certo paese reale, il Bar Trattoria da Sofia sulla curva di uno stradone periferico di Voghera è il posto ideale. Nel giro di un pranzo ordinario - lasagne alle verdure con ricotta, salamelle alla griglia, amaro con ghiaccio - il tema dominante è la dittatura vaccinale.

 

«Ma il tuo caro duce, non sarebbe stato più dittatore ancora?», dice l'operaio dubbioso all'autista di camion fascista. «No, il mio duce queste cose non le avrebbe mai fatte, il mio duce avrebbe fatto una dittatura buona».

paola garlaschelli

 

Titolare della trattoria in questione, insieme alla sorella, è Francesca Miracca, l'ex assessore al commercio di Voghera. Quota Lega: «Ma la Lega di prima. Non questa al governo. Io mi sono spesa in ogni modo, qui avevo anche la bandiera del partito. Mi hanno fatto fuori perché sono arrivata seconda per numero di preferenze, prima di illustri avvocati e commercialisti. Quando sei una persona del popolo».

 

Lei è stata destituita dall'incarico per una frase sull'uso delle armi detta il giorno prima della manifestazione in solidarietà con Younus El Boussettaoui, ucciso da un colpo partito dalla pistola dell'assessore alla sicurezza Massimo Adriatici:

 

«Domani spariamo davvero».

 

La pronuncerebbe ancora?

«Ero qui nel mio bar, parlavo con un amico. Il giornalista del Foglio ha riportato quella frase fuori dal contesto. Lo vede come siamo? È un modo di stare insieme. Volevo denunciare quel giornale, ma non l'ho fatto per tenere un profilo basso. Ho anche avvisato la sindaca».

 

Direbbe ancora quella frase?

«No, non la direi più. Ma era un battuta fatta con un fratello. Non trovo giusto di essere l'unica a pagare visto che è lo stesso linguaggio usato da quasi tutti».

 

giancarlo gabba

Tutta una chat con il tenore dall'assessore Gabba?

«Sì, se si escludono gli assessori Torriani e Adriatici, tutti. L'assessore Gabba è una persona che usa un linguaggio molto colorito».

 

Ma lei davvero pensa che si possa essere goliardici con il razzismo e con l'uso delle armi?

«La Lega è un partito che ha una direzione molto precisa. Una linea che tutti seguono. Qui a Voghera non è così, qui siamo allo sbando e senza figure di riferimento».

 

Il che giustifica tutto?

«Non è una città di pazzi, ma una città che non ha visto mantenere le promesse».

 

Cosa intende?

«Per cinque anni la Lega ha fatto compagna elettorale promettendo più sicurezza, poi quando finalmente è andata al governo la svolta non c'è stata. Mi aspettavo molto di più. Un'azione concreta. È la stessa cosa che sta succedendo a Salvini da quando è al governo con Draghi. La gente non gli crede più».

 

A proposito di campagna elettorale: lei è indagata per traffico di influenze. Pacchi alimentari in cambio di voti.

«Non sono ancora stata sentita in Procura. Verrò interrogata il 28 settembre. Si scoprirà che non è questo il mio problema».

Quale sarebbe il suo problema?

«Quando prendi troppi voti e già si parla di una tua candidatura in Regione, allora c'è sempre qualcuno che ti vuole stroncare la carriera».

 

 

giancarlo gabba screenshot

 

LA VERGOGNA DI VOGHERA

Niccolò Zancan per "la Stampa"

 

Adesso hanno la consegna del silenzio: «Nessuno deve rilasciare dichiarazioni». Ma prima parlavano tutti, era un commento continuo. Sul quel dato giornalista «pezzo di m.», su quell'altro rivale politico. Soprattutto sui fatti della città. Nella chat della giunta comunale si esprimevano così: «Davanti all'Africa market mega assembramento di tantissimi individui. Non si riesce neppure a passare». «Finché non si comincerà a sparare, sarà sempre peggio».

MASSIMO ADRIATICI

 

L'assessore che invoca l'uso delle armi si chiama Giancarlo Gabba, è nato a Voghera nel 1953, medico in pensione, è un leghista della prima ora, uno di quelli che andava a Pontida. Ha due pastori maremmani e una passione per Gabriele D'Annunzio.

 

Già assessore alla Cultura, secondo voci non confermate sarebbe munito di regolare porto d'armi. Ecco: sparare. Di quella frase orribile, uscita a tradimento da una chat privata, adesso cosa vorrà dire? Lo cerchiamo nel suo ufficio in assessorato in corso Rosselli, è accanto alla sede della Polizia Municipale: non c'è. Lo cerchiamo in Comune, ma lì troviamo solo il messo e due segretarie. Lo cerchiamo nel vecchio studio medico di corso Matteotti: «Non viene da più di un anno».

 

A casa il videocitofono trilla a vuoto. Ma dopo l'ora di pranzo finalmente risponde al cellulare: «Non ho nulla da commentare. Non dirò niente. Se non che ho dato mandato a un avvocato di occuparsi della questione». Silenzio. Non parla neppure la sindaca Paola Garlaschelli, a parte una riga in un comunicato stampa: «Abbiamo incaricato un legale per valutare gli aspetti giuridici della vicenda. In questo momento il mio pensiero va alla città e al lavoro che stiamo compiendo».

 

Undici mesi di giunta di centrodestra a guida leghista. Non un confronto sui fatti, non un'intervista. E intanto la città delle famose casalinghe, luogo di quiete ordinaria e pianura, si è trasformato in qualcos' altro. I fatti in sequenza sono questi. Il giorno 26 giugno l'assessore Gabba, con delega ai lavori pubblici, scrive nella chat della giunta comunale la frase sull'uso delle armi.

voghera il video della lite ttra massimo adriatici e youns el boussetaoui

 

Nessuno stigmatizza, la frase passa. Il giorno 20 luglio, alle nove della sera, l'assessore Massimo Adriatici, con delega alla sicurezza, usa la sua pistola regolarmente denunciata in una colluttazione con il signor Youns El Boussettaoui. Avevano già discusso altre volte. Il signor El Bousettaoui stava male, dormiva sulle panchine, era aggressivo. L'assessore Adriatici, colpito al volto da uno schiaffone, cade davanti a un bar in piazza Meardi e dalla sua pistola parte un colpo letale. Il giorno 23 luglio, prima della manifestazione in solidarietà della vittima, parla l'assessore al Commercio Francesca Miracca.

 

il video dell'aggressione di youns el boussettaoui a massimo adriatici 7

All'ora di pranzo sta dietro al bancone del Bar Trattoria da Sofia, che gestisce assieme alla sorella. Fra i clienti si presenta anche un giornalista del Foglio, e sarà lui a riportare questa frase: «Domani spariamo davvero, mi sa. Domani assoldo i miei operai e scendiamo noi in piazza». L'assessore Miracca, che è indagata per traffico di influenze, cioè perché avrebbe offerto pacchi di cibo in cambio di voti, tre giorni fa è stata destituita dall'incarico proprio per quella frase sull'uso delle armi. L'atto formale è datato 14 settembre: «Il rapporto di fiducia con l'assessore Francesca Miracca è venuto irrimediabilmente a mancare a seguito di dichiarazioni esternate dalla stessa non in linea con valori e i principi politica istituzionali perseguiti dall'amministrazione». Tre assessori. Tre volte le armi. Come metodo e nella realtà. Gabba: «Non dirò neppure una parola».

 

il video dell'aggressione di youns el boussettaoui a massimo adriatici 4

Adriatici è agli arresti domiciliari. «Non ha nulla a che vedere con questa storia della chat. Non ha mai usato quel genere di linguaggio. Non troverete mai una sua parola di analogo tenore», spiega l'avvocato Gabriele Pipicelli. L'assessore Miracca è la sola a non sottrarsi al confronto: «Non si capisce perché dovrei essere io l'unica a pagare».

 

 

YOUNS EL BOSSETTAOUI - UCCISO DA MASSIMO ADRIATICI

Di sicuro ha pagato con la vita Younus El Bousettaoui, cittadino marocchino residente in Italia, molto malato e sofferente. Sua sorella, la signora Bahija El Boussettaoui risponde al telefono dalla Francia: «Non abbiamo ancora ricevuto le condoglianze da parte del Comune di Voghera. Per loro non esistiamo. Leggere quella frase sulla chat della giunta per me è stato sconvolgente. Ecco quello che succede a forza di parlare di armi. Non è stato un incidente, ma un attacco. Il problema di Voghera non sono i migranti, ma i politici razzisti».

la miglior difesa e' l'attacco l'assessore leghista by altanLA LITE TRA MASSIMO ADRIATICI E YOUNS EL BOSSETTAOUI - 1 DI 2massimo adriaticiLA LITE TRA MASSIMO ADRIATICI E YOUNS EL BOSSETTAOUI - 2 DI 2massimo adriatici 1YOUNS EL BOSSETTAOUI - UCCISO DA MASSIMO ADRIATICI

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