lingayat

LA RELIGIONE DEL CAZZO - IN INDIA SI DIFFONDE LA DOTTRINA “LINGAYAT”, DAL NOME DEL FALLO DEL DIO SHIVA - IL LORO RICONOSCIMENTO COME PARTE DI UNA CHIESA E’ SERVITO A SMUOVERE I MILIONI DI VOTI DEI FEDELI CHE SI OPPONGONO AL PARTITO ULTRARELIGIOSO DEL BJP (L'ARNESE A QUALCOSA SERVE...)

Raimondo Bultrini per “il Venerdì - la Repubblica”

 

lingayat

«Il ricco costruirà templi per Shiva. Cosa posso fare io povero? Le mie gambe saranno pilastri, il corpo un santuario, la testa una cupola d'oro». Può essere racchiusa in queste parole la filosofia della "nuova" religione anti-clero e anti-caste nata in India nel lontano 1200 ma riconosciuta ufficialmente solo a fine marzo scorso dal governo del Karnataka, lo Stato meridionale dove ha preso piede e si è diffusa.

lingayat 4

 

Le parole sono di Basava, uno dei primi indiani a ribellarsi - anche nel ruolo di ministro reale - al sistema induista delle caste. Basava era lo storico erede del Bhakti, movimento spirituale nato nello Stato del Tamil Nadu quattro secoli prima e il cui nome significa "condividere".

DIO SHIVA

 

La sua dottrina, divenuta oggi religione di Stato dopo 9 secoli, è chiamata Lingayat, dal nome del sacro fallo del dio Shiva, che i suoi devoti non associano però al semplice simbolo della procreazione universale come nella tradizione degli hindu. Il loro linga si chiama Ishta e la pietra di cui è fatto viene trattata con paste di sandalo, colori naturali e unguenti finché non diventa lucida e riflette la luce interiore connessa alla saggezza innata che è Shiva. In Karnataka sono 11 milioni a portare un Ishtalinga al collo: sono una potente comunità capace coi suoi numeri di decidere 100 seggi sui 224 dell' assemblea regionale.

LINGAYAT

 

Il loro riconoscimento come parte di una chiesa, anche se priva di altari, baba e sacerdoti, è stato formalizzato dal capo ministro "secolare" del Congresso, Siddaramaiah, che spera così il prossimo maggio di incassare alle urne gran parte del loro 17 per cento di consensi elettorali. Gli servono a contrastare il partito ultrareligioso del Bjp, che è minoranza in Karnataka ma dominante nel governo nazionale nonché in gran parte degli altri Stati indiani dove vivono altri milioni di Lingayat.

LINGAYAT

 

 

Eppure i puri Lingayat non solo non credono nello Shiva disegnato dagli hindu e dai veerashaiviti, ma nemmeno nel karma buono o cattivo o nella reincarnazione, nelle sacre scritture o nella remissione dei peccati commessi andando in un tempio a "corrompere" qualche statua con offerte di soldi e di preghiere.

 

LINGAYAT

Più delle altre religioni minori ormai istituzionalizzate e consolidate come i sikh (a loro volta influenzati dal movimento Bhakti), o i jainisti e i buddhisti presenti dal 2500 a. C., la religione del Lingayat disturba i leader politici del Bjp e la corrente religiosa maggioritaria soprattutto per l' assenza di forme e luoghi di culto, che li rende una massa incontrollabile.

 

 

Senza contare il loro ostentato rifiuto di accettare l' etichetta induista come fanno i "cugini" veerashaiviti, che praticano liberamente un credo anteriore a Basava senza essere mai usciti dai ranghi del sangha (comunità spirituale) e con tanto di propri officianti dei riti.

 

Nella complessa India, quando viene riconosciuta formalmente una nuova etnia o fede, si va a scuotere il vecchio, delicato equilibrio delle quote per le assegnazioni di impieghi governativi e di ammissioni nelle scuole pubbliche ai vari gruppi "protetti" dalla Costituzione. Un equilibrio costato anni di calcoli e talvolta rivolte sanguinose e repressioni altrettanto cruente.

 

lingayat 5

Tant' è che ora molti veerashaiviti sono sul piede di guerra. Sostengono di essere 30 milioni e passa, tre volte i Lingayat, e se non verrà bloccata la legge che divide le due comunità in nome delle forme del culto di Shiva faranno sentire la loro voce negli Stati dove risiedono, non solo nel Karnataka. Già nel giorno stesso dell' annuncio del riconoscimento del Lingayat le due comunità si sono scontrate nella città di Kalaburagi dove diversi gruppi sono venuti alle mani.

 

lingayat

Per i veerashaiviti, Basava rivitalizzò gli insegnamenti di un altro antesignano delle riforme religiose, un certo Renukacharya, da loro considerato il vero fondatore di entrambe le comunità senza aver mai rotto con l' induismo. Ma i Lingayat ricordano che il loro maestro si strappò di dosso la cintura sacra simbolo dei "nati due volte", ovvero i membri delle caste più alte che pregano in sanscrito e si considerano il corpo di una natura divina: i sacerdoti la testa, i guerrieri il torace, i mercanti le gambe, con ai piedi (letteralmente) i sudra o servitori.

 

Il dio Shiva di Basava invece non solo è irrappresentabile perché non ha forma o attributo, ma preferisce al sanscrito la lingua kannada del popolo Karnataka, che comunica con lui senza bisogno di andare a messa e accendere incensi né recitare lunghe complesse scritture con l' eccezione dell' Om Namaha Shivaya ("adoriamo il Signore Shiva").

 

lingayat

Tra le migliaia di vachanaas (versetti di Basava) trovati su foglie di papiro e poi trascritti, tra le pratiche da rispettare c' è quella di favorire il dialogo tra le fedi. Quando era ministro presso il re Bijjala di Kalachuri, suo devotissimo discepolo, Basava creò apposite "sale per l' esperienza spirituale", o Anubhava Mantapa, dove tutti erano invitati a partecipare e parlare a prescindere da cultura, razza o religione. Quanto alle pratiche religiose dei Lingayat, gran parte della catechesi e della preghiera-meditazione ruota attorno all' Ishtalinga.

 

lingayat

L' uovo sintetizza il principio cosmico di espansione della coscienza interiore senza inizio né fine, un "assoluto" oltre la comprensione umana, fonte e destinazione di ogni fenomeno dell' universo al di là di ogni definizione. Per questo non servono preti a benedire, predicare e distribuire sacramenti: ognuno è connesso a Lui attraverso la luce riflessa come una fiammella sul suo Ishtalinga, cosciente dell' energia che tutto muove e della ghiandola pineale che si "risveglia". Basta poggiare l' uovo sul palmo della mano sinistra e - recitando il mantra con la giusta concentrazione - portarlo all' incrocio degli occhi. Lì è il riflesso del vuoto, dove sono tutte le risposte. Perché il loro Shiva nacque prima del mondo.

lingayat lingayat

Ultimi Dagoreport

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)